simone adolphine weil

i can   therefore    i  am

3 febbraio 1909 PARIGI

24 agosto 1943 ASHFORD  kent londra

 

 

SIMONE WEIL  -  poesie
Le poesie di  Simone Adolphine Weil - Parigi 3 febbraio 1909 – Ashford 24 agosto 1943  -  quantitativamente rarefatte quanto intense nel dettato, sono per lo più incastonate nelle capitali meditazioni dei Quaderni, ed accompagnano fedelmente la parabola del suo originale pensiero filosofico e creativo, dalla prima giovinezza all'estrema, precoce stagione sacrificale  ... questa poesia cosmica, intima ed etica ad un tempo, secondo la più nobile tradizione europea, appare tesa nello slancio periglioso e trasparente che unisce il bello al bene, il sociale al metafisico, la necessità alla libertà, la pesanteur alla grâce, la geometria cartesiana alla metrica della passione ROMANtica ed "impegnata" del cuore di questa grande, attiva testimone dell'assoluto, che come pochi in Occidente incarnò fino alle estreme conseguenze "il patto originario tra lo spirito e il mondo".

www.nuovorinascimento.org/delserra/weil.htm


l'attenzione e'  la prima forma di amore

l’attenzione è la forma più rara e pura della generosità

Attention is the rarest & purest form of generosity

.
what a country calls its vital economic interests

are not the things which enable its citizens to live

but the things which enable it to make war.

gasoline is much more likely than wheat to be a cause of international conflict 

from The Need for Roots 1949

.

La pienezza dell'amore del prossimo

è semplicemente l'essere capaci di domandargli :

qual è il tuo tormento ?

.

 

red virgin

she said
when from the depth
of our being
we need, we seek a sound
which does mean
something: when we cry out
for an answer
and it is not granted, then
we touch the silence
of god
some begin to talk
to themselves, as do the mad
some give
their hearts to silence

rivertext.com

nd.edu/~weilaws

 

true north
it's easy
at the south pole. There every
direction
is true north. direction there, itself
the point
turning and moving
or the place
where you look if you still
stand waiting.
though
you forget
all the steps forget!
remember
every
and so easy
at
the nadir.

 

 

 

Le « miracle » de l'amitié paraît donc bien réel, c'est là tout son intérêt, même s'il faut en appeler au Christ pour garantir ce réel, rendre possible ce qui sinon serait impossible, étant soumis à des conditions contraires.    L'on nous avait tellement habitués à une amitié idéale, déréalisée et conceptualisée... Le miracle de l'amitié a donc lieu parmi les hommes, grâce à l'Ami par excellence (en position de tiers) que symbolise Dieu.    C'est bien ce que semble signifier la parole du Christ citée plus haut : si deux ou trois hommes se réunissent, il est parmi eux leur ami commun, leur ami ultime. Cela ne veut pas dire que l'on devienne ami avec le Christ, nous ne sommes pas dans une logique mystique traditionnelle.     Justement, pour S. Weil l'union avec le Christ n'est pas de nature amicale, fût-ce de la manière la plus spirituelle, car l'amitié n'est pas tant une union parfaite qu'une relation maintenue.      C'est cette relation qui est déclarée miraculeusement réelle, et le Christ en est le principe spirituel.     Cela signifie notamment que l'harmonie entre nécessité et liberté d'une part, attirance et distance d'autre part, trouve son principe dans les seconds de ces termes.     Le préjugé que nous a légué la tradition philosophique sur l'amitié,  l'unique but qu'elle semble poursuivre, c'est d'éviter avant tout que l'amitié ne « retombe »  en amour ou en passion.         Preuve semble-il que l'obsession cachée de cette tradition, ce n'est pas tant l'amitié universelle pour elle-même que la confusion toujours possible et toujours redoutée de l'amitié avec l'amour sexué.      La problématique de Simone Weil en est une confirmation : il s'agit bien de savoir — c'est LA question lancinante, à notre avis, depuis des siècles — comment l’amitié entre un homme et une femme pourrait être possible sans chuter dans la passion. En tout cas, il est bien clair que l'amitié ne laisse pas d'apparaître elle aussi sexuée, contrairement à ce qui fut écrit et malgré S. Weil qui laisse pourtant filtrer assez clairement la question, en faisant d'un Dieu masculin le principe de cette relation.
tuyau.club.fr

 

Simone Weil a pu écrire

la beauté séduit la chair pour obtenir  la permission de passer jusqu'à l'âme

Le mot beauté ici enferme le mot vérité. La poésie conduit le savoir suprême jusqu'à l'âme
agora.qc.ca

La bellezza si impadronisce del corpo per avere il permesso di passarvi attraverso e raggiungere l'anima

 


l'amitié est le miracle par lequel un être humain accepte de regarder à distance  et sans s'approcher l'être même qui lui est nécessaire  comme une nourriture

.
Non sono cattolica ma considero l’idea cristiana - che ha le sue radici nel pensiero greco e che nel corso dei secoli ha nutrito tutta la nostra civiltà europea - come qualcosa a cui non si possa rinunciare senza degradarsi

.

if there were no affliction in this world we might think we were in paradise
gravity and grace
.
to be in the world to know lust rage pride goodness despair but one does not choose despair or pain

.

Il male è l'illimitato ma non è l'infinito .    Solo l'infinito limita l'illimitato  .

evil is limitless but it is not infinite - only the infinite limits the limitless
.
on sait bien qu'une grande intelligence est souvent paradoxale et parfois extravague un peu les éloges de la mienne ont pour but d'éviter la question       vrai ou non ?

.

si maneggi la forza o se ne sia feriti comunque il suo contatto pietrifica e trasforma un uomo in cosa.  dio solo sfugge a questo contatto

la grecia e le intuizioni precristiane 1939

.

Nessun essere umano fugge la necessità di concepire attorno a se qualcosa di buono verso cui il pensiero muta in un movimento di desiderio, supplica e speranza

.

La vulnerabilità delle cose preziose è bella perché la vulnerabilità è un segno di esistenza

.

l'enracinement  1943
quatre obstacles surtout nous séparent d'une forme de civilisation susceptible de valoir quelque chose. notre conception fausse de la grandeur; la dégradation du sentiment de la justice; notre idolâtrie de l'argent; et l'absence en nous d'inspiration religieuse.

la.margelle.waika9.com

.

C'è qualcos'altro che ha il potere di svegliarci alla verità. È il lavoro degli scrittori di genio. Essi ci danno sotto forma di finzione qualcosa di equivalente all'attuale densità del reale -  quella densità che la vita ci offre ogni giorno ma che siamo incapaci di afferrare perché ci stiamo divertendo con delle bugie.
.
Simone Weil   a saint for our time?
Today it is not nearly enough merely to be a saint, but we must have the saintliness demanded by the present moment, a new saintliness, itself also without precedent … A new type of sanctity … is almost equivalent to a new revelation of the universe and of human destiny… . More genius is needed  - to invent it - than was needed by Archimedes to invent mechanics and physics. A new saintliness is a still more marvellous invention.

newcriterion.com

 

 

VENEZIA SALVA  

tragedia in tre atti  iniziata nel 1940 e rimasta incompiuta .

basata su un racconto di saint-rèal  ' conjuration des èspagnols contre la rèpubblique de venise '

la raccolta di appunti 'venise sauvèe' nei quaderni della scrittrice  - su  sua  richiesta - 

le fu spedita a londra con una copia del testo della tragedia.   

simone weil teneva molto a terminarla.    glielo vietò la morte.

'venezia salva'  nella sua ubicazione simbolica è un grande oratorio tragico sulla  perdita della realtà.

 

personaggi                          

jaffier

capitano di vascello  - provenzale 

pierre

capitano di vascello  - provenzale 

renaud

gentiluomo francese

tre ufficiali

tre mercenari

nazionalità ?

cortigiana

greca - suddita di venezia

segretario del consiglio dei dieci

violetta

sua figlia

bassio

suo domestico favorito

uno dei suoi servi

artigiano 

di venezia

apprendista

di venezia

 

jaffier è il congiurato che tradisce i compagni e salva la città.    

figura del giusto che blocca la corsa del male consumandolo  in sofferenza sulla propria testa ...

parte finale della tragedia

jaffier 

la morte viene a prendermi.

ora è passata la vergogna.

ai miei occhi ormai senza sguardo

quale bellezza la città !

senza ritorno io mi allontano

dai luoghi dei viventi. 

non c'è alba dove io vado nè città.

bassio

la figlia del mio padrone arriva. 

presto dunque. 

spingiamolo alla morte.

violetta

... sul mare si distende lentamente la luce.

tra un attimo la festa colmerà i nostri voti.

il mare calmo attende.

o bellezza sul mare dei raggi dell'aurora !

sipario

venezia salva - adelphi  cristina campo

Simone Weil

"Gli uomini d'azione...con le armi costringono gli altri a sognare i loro sogni. Il vincitore vive il proprio sogno, il vinto vive il sogno altrui".    

Lo scrive in una tragedia incompiuta in cui alla fine, l'eroe perfetto, Jaffier, tradisce tutti, tradisce i compagni congiurati, invincibili sulla carta e nei fatti, e gli amici, per pietà di una città che inerme dorme nell'imminenza della distruzione. E per questo è perfetto. Perché si oppone al sogno dei vincitori e gli preferisce la realtà. Alla fine sono quegli uomini forti ad essere torturati dalla Repubblica della Serenissima.

http://servizi.lifegate.it

2011 - le stelle inquiete - film su sw
 

Weil sostiene una tesi affascinante

I congiurati volevano distruggere Venezia capolavoro di città perché erano incapaci di “vederla” nel suo valore assoluto e nel suo futuro.
italo moscato - cineblog.it   -  2012

OMAGGIO A SIMONE WEIL
www.youtube.com/watch?v=26plMSkOk9E&hl=it
www.youtube.com/watch?v=f5VEE-_9Jes&hl=it

VENEZIA SALVA ALLA MOSTRA DEL CINEMA  venezia 2013
La sfida è di rappresentare l’opera con non attori, con persone che parlano lingue diverse, che vivono il margine, lo sradicamento, in modo da ottenere una spiazzante dissonanza di accenti così si realizza un’empatia con il duplice pensiero di Simone Weil: la verità colta nella sventura, la verità suscitata dalla bellezza. Ed il potere come violenza.
serena nono - pittrice e regista    -     italiamagazineonline.it - 2013
il film è rigorosamente diviso in tre atti, separati da frammenti di backstage, incontri e riflessioni sul lavoro della Weil e sul senso dell'arte. Cuore dell'opera filmica, che prova a reinventare la profondità del testo drammaturgico a cui si ispira, è la collisione tra tradimento e senso di colpa, tra incanto e distruzione. A fagocitare tutto la bellezza estetica di una città eternata nel suo antico splendore, ma al tempo stesso in bilico su un precipizio. La consapevolezza del dramma e il senso del pericolo che incombe vengono resi con efficacia grazie ai ritmi lenti e dilatati con cui la telecamera si prende tutto il tempo necessario per esplorare le straordinarie location.
valentina d'amico - movieplayer.it - 2013

 

questo mondo è la porta chiusa
è una barriera e nello stesso tempo
è il passaggio

 

 



... sono sempre aperte le braccia del Padre

resta spalancata la porta che conduce alla vita: Cristo; è sempre zampillante la sorgente dello Spirito». Simbolo di Cristo, segno di conversione, ponte tra l’interno e l’esterno, soglia collocata in bilico tra il luogo di culto e il mondo: lo aveva intuito l’ebrea Simone Weil . Così la filosofa francese scomparsa nel ’43 lo esprimeva nei versi de La Porta

 

la porta
aspettando e soffrendo eccoci davanti alla porta.
fissi là gli occhi nel tormento piangiamo.
non entreremo mai siamo stanchi di starla a vedere
la porta si aprì e lasciò passare un silenzio tale
che non i giardini sono apparsi né alcun fiore
solo lo spazio immenso dal vuoto e dalla luce abitato
si rese d’improvviso presente dappertutto riempì il cuore
e gli occhi quasi ciechi per la polvere ha lavato

https://youtu.be/tlVrDPR4ck8  -   https://youtu.be/d4D7RfFY5qk  -     la porta letta dalla madre selma weil -  sottotitoli in italiano - 1962
*

 

APRITE LA PORTA DUNQUE E VEDREMO I VERZIERI
BERREMO LA LORO ACQUA FREDDA
CHE LA LUNA HA TRAVERSATO.
IL LUNGO CAMMINO ARDE OSTILE AGLI STRANIERI.
ERRIAMO SENZA SAPERE E NON TROVIAMO LUOGO.
VOGLIAMO VEDERE I FIORI. QUI LA SETE CI SOVRASTA.
SOFFERENTI IN ATTESA ECCOCI DAVANTI ALLA PORTA.
SE OCCORRE L'ABBATTEREMO CON I NOSTRI COLPI.
INCALZIAMO E SPINGIAMO
MA LA BARRIERA È TROPPO FORTE.
BISOGNA ATTENDERE SFINITI GUARDARE INVANO.
GUARDIAMO LA PORTA - È CHIUSA INTRANSITABILE.
VI FISSIAMO LO SGUARDO - NEL TORMENTO PIANGIAMO
NOI LA VEDIAMO SEMPRE
GRAVATI DAL PESO DEL TEMPO.
LA PORTA È DAVANTI A NOI - A CHE SERVE DESIDERARE ?
MEGLIO SAREBBE ANDARE SENZA PIÙ SPERANZA.
NON ENTREREMO MAI. SIAMO STANCHI DI VEDERLA.
LA PORTA APRENDOSI LIBERÒ TANTO SILENZIO
CHE NESSUN FIORE APPARVE NÈ I VERZIERI .
SOLO LO SPAZIO IMMENSO NEL VUOTO E NELLA LUCE
APPARVE D'IMPROVVISO DA PARTE A PARTE
COLMÒ IL CUORE
LAVO' GLI OCCHI QUASI CIECHI

SOTTO LA POLVERE.
1941-1942

 

 

E' l’immagine della porta che conclude la breve stagione lirica della Weil

La porta segnala una chiusura ma anche una apertura e ci connette al tema del vedere e dell’oltre. La porta che si apre ci svela la risorsa del mondo, ma prima di aprirsi ci resiste tenacemente e ci si oppone. Dobbiamo desistere allora? Rinunciare per sempre ? Dobbiamo accettare di restare “gravati dal peso del tempo”?11 Ma infine la porta si apre ed ecco la visione irrealizzante12: Che nessun fiore apparve, né i verzieri; Solo lo spazio immenso nel vuoto e nella luce Apparve d’improvviso da parte a parte, colmò il cuore, Lavò gli occhi quasi ciechi sotto la polvere.
inattuale.clarence.com

Una mistica del lavoro che sembra anticipare la svolta mistica dell'ultimo periodo della sua vita e che riempie le pagine dei "Quaderni" dove ,non solo il mondo della fabbrica nega l'essenza dell'uomo. ma tutto "il mondo è inabitabile. Per questo bisogna fuggire nell'altro.    Ma la porta è chiusa . Quanto bisogna bussare prima che si apra".
memex.it

 

 

La persona e il sacro  ripubblicato nel 2013
Simone Weil scrive questo testo tra il 1942 e il 1943 nel pieno della seconda guerra mondiale.
La pensatrice francese pone il tema del senso del sacro in rapporto alla persona a sua volta inserita in un contesto sociale. Il sacro è lontano dall'essere persona, proprio per l'ambig
uità stessa della parola «persona», che non coincide con l'individuo collocato nello spazio e nel tempo. Autrice di animo cristiano ripone l'essere uomo e il mistero della sua esistenza oltre il mondo:«In ogni uomo vi è qualcosa di sacro. Ma non è la sua persona. E neppure la persona umana. E' semplicemente Lui, quell'uomo…». Il vero sacro è l'impersonale: «Il bene è l'unica fonte del sacro. Solo il bene è ciò che è relativo al bene è sacro».
Simone Weil di evidente ispirazione intellettuale e morale. Scrive con efficace precisione e lucida comprensione su giustizia, verità e bellezza. Non tralascia nozioni e pensieri che si adattano perfettamente al contesto cultura e politico in cui attualmente viviamo e su quella che molti condividono come vera natura dell'uomo.

angelita palmigiano - ilsole24ore - adelphi - ibs - 2013

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C'è nell'intimo di ogni essere umano, dalla prima infanzia sino alla tomba e nonostante tutta l'esperienza dei crimini commessi, sofferti e osservati, qualcosa che ci si aspetta invincibilmente che gli faccia del bene e non del male. È questo, prima di tutto, che è sacro in ogni essere umano. Il bene è l'unica fonte del sacro .
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Non si entra nella verità senza essere passati attraverso il proprio annientamento; senza aver soggiornato a lungo in uno stato di estrema e totale umiliazione .
.
Ciò che è sacro nell'arte è la bellezza .
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Molte verità indispensabili  -  e che salverebbero gli uomini  -  non vengono dette per una ragione di questo genere; coloro che potrebbero dirle non possono formularle, coloro che potrebbero formularle non possono dirle.    Il rimedio a questo male sarebbe uno dei problemi urgenti di una vera politica .
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Giustizia, verità e bellezza sono sorelle e alleate. Con tre parole così belle, non occorre cercarne altre .

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Non solo la collettività è estranea al sacro ma fuorvia procurandone una falsa imitazione .   L’errore che attribuisce alla collettività un carattere sacro è idolatria; in ogni epoca e in ogni paese è il crimine più diffuso .

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Tra verità e sventura vi è un'alleanza naturale, giacché l'una e l'altra sono supplici mute, condannate in eterno a starsene prive di voce al nostro cospetto .
la persona e il sacro

 

 


Sediamo nelle stanze
erriamo nelle città

cuori di carne nel cuore di pietra
cercando sensi dentro i nostri segni
fili d’arpa nel nostro labirinto
sole di verità nel bagliore dell’istinto
certezza unanime nell’ansia cieca .
E nei letti posiamo
come papaveri nella corrente
spremendo da fantasmi estasi e oblio
aprendoci-chiudendoci nell’occhio del tempo
baciando nella nascita l’addio .
Poco sapere
molte gioie
molto dolore abbiamo in sorte
e conoscenza soltanto per ardore
o per paziente innocenza .

Il restera de toi
ce que tu as donné .
Au lieu de le garder dans des coffres rouillés .
Il restera de toi de ton jardin secret
Une fleur oubliée qui ne s’est pas fanée .
Ce que tu as donné, en d’autres fleurira .
Celui qui perd sa vie, un jour la trouvera .
Il restera de toi ce que tu as offert
Entre les bras ouverts un matin au soleil .
Il restera de toi ce que tu as perdu
Que tu as attendu plus loin que les réveils
Ce que tu as souffert, en d’autres revivra .
Celui qui perd sa vie, un jour la trouvera .
Il restera de toi une larme tombée
Un sourire germé sur les yeux de ton coeur .
Il restera de toi ce que tu as semé
Que tu as partagé aux mendiants du bonheur .
Ce que tu as semé, en d’autres germera.
Celui qui perd sa vie, un jour la trouvera .

 *

L’attenzione è la forma più rara e più pura della generosità

A pochissimi spiriti è dato scoprire che le cose e gli esseri esistono

Fin dalla mia infanzia non desidero altro che averne ricevuto

prima di morire, la piena rivelazione

lettera a joe bousquet - 1942

.

 

Joë Bousquet - Simone Weil - une rencontre  
Simone Weil a 33 ans     -  Bousquet 45    

elle sans œuvre  -   lui une œuvre dont il se détache depuis sa  « tourne » de septembre 39  -  elle une philosophe qui rêve d’être poète -  lui  la moitié d’un philosophe et la moitié d’un poète

Nella primavera del 1942 Simone Weil

pochi mesi prima di morire nel sanatorio di Ashford, volle conoscere Joë Bousquet: la interessava la sua opera solitaria, ma forse voleva anche condividere con lui, ferito ed esiliato dalla vita, quella vicenda di sofferenza sovrumana e quel tentativo di trasfigurarla in cui anch’essa si sentiva impegnata. L’incontro avvenne alla fine di marzo del 1942, e fu un incontro intenso, una conversazione che durò un’intera notte, in cui due spiriti profondi ugualmente orientati a un’interrogazione estrema sul rapporto tra destino ed esistenza, sulla conversione mutua di poesia e filosofia, scoprirono una profonda affinità. Durante il breve periodo che seguì, si scambiarono alcune lettere. In una di queste Simone Weil scrisse al poeta infermo: «A pochi spiriti è dato scoprire che le cose e gli esseri esistono … La scoperta è in fondo il soggetto della storia del Graal. Solamente un essere predestinato ha la facoltà di domandare ad un altro: “qual è dunque il tuo tormento?” E non gli è data nascendo. Deve passare per anni di notte oscura in cui vaga nella sventura, nella lontananza da tutto quello che ama e con la consapevolezza della propria maledizione. Ma alla fine riceve la facoltà di rivolgere una simile domanda; nel medesimo istante ottiene la pietra di vita e guarisce la sofferenza altrui […] Penso di vedere abbastanza per aver potuto riconoscere in lei questo orientamento».
lapoesieetsesentours.blogspirit.com
anima.fi.it

L'amicizia in cui Joe Bousquet e Simone Weil

si riconobbero appartiene alla rara qualità sensibile di diverse esperienze sapienziali corrispondenti a modalità differenti di trovare il proprio io in stati d'ispirazione verso se stessi e il mondo, oltre l'inesaurienza sperimentata della vita.     

L'incontro fu preludio di una amicizia intensa e trasparente come il desiderio che la fondava; fu dialogo tra un essere martoriato dalla sofferenza fisica, costretto a ricercare nell'oppio e nella creazione l'oblio della vita assente, e un'anima torturata dalla sventura degli uomini, tesa a realizzare l'impossibile progetto di assumere nella propria carne tutto il dolore umano.
A.Marchetti . unilibro - hoepli - feltrinelli - bol

 

 

1909 - 2009
donna irrequieta e indipendente che rifiuta schemi ed etichette confezionati

da altri e impronta il suo stile di vita alla partecipazione

all’impegno  alla sperimentazione   alla testimonianza
giuliana zanelli - sabatoseraonline.it

 

 

 

 

Il pacifismo

può esser dannoso perché fa confusione tra due sentimenti di ripugnanza: la ripugnanza a uccidere e quella a morire. La prima è onorevole ma debolissima . la seconda quasi inconfessabile è molto forte . la loro mescolanza crea un movente di grande energia che non è inibito dalla vergogna e in cui agisce soltanto la seconda ripugnanza … Coloro che sono deboli davanti alla paura della morte devono esser oggetto di compassione, perché ogni essere umano se non è vittima del fanatismo è di tanto in tanto vittima di questa debolezza ma se fanno della loro debolezza un'opinione da propagandare diventano dei criminali e allora è necessario e facile disonorarli .
la prima radice. preludio a una dichiarazione dei doveri verso l'essere umano

L’educazione

abbia per oggetto bambini o adulti, individui o un popolo, o anche se stessi  -  consiste nel coltivare moventi .    L’indicazione di quel che è vantaggioso, di quel che è obbligatorio, di quel che è bene, compete all’insegnamento .    L’educazione si occupa dei moventi per l’effettiva esecuzione .   Poiché nessuna azione viene mai eseguita quando manchino moventi capaci di fornirle la quantità di energia necessaria .   Voler condurre creature umane verso il bene, si tratti di altri o di se stessi, indicando soltanto la direzione, senza essersi assicurati che ci sia il movente necessario, è come voler mettere in moto un’automobile senza benzina, premendo sull’acceleratore .    O accendere una lampada a olio senza aver messo l’olio .

sradicamento della cultura

Fra tutte le forme attuali assunte dalla malattia dello sradicamento, quella dello sradicamento della cultura è una delle più allarmanti. La prima conseguenza di questa malattia è generalmente, in tutti i campi, che essendo state troncate le relazioni ogni cosa viene considerata come fine a se stessa. Lo sradicamento genera l’idolatria .

...

Il bisogno di verità è il più sacro di tutti. Eppure non se ne parla mai .

booksgoogle   -   la prima radice

 

ATTESA DI DIO

- Mi sono sempre proibita di pensare a una vita futura ma ho sempre creduto che l’istante della morte sia la norma e lo scopo della vita.   Pensavo che per quanti vivono come si conviene sia l’istante in cui per una frazione infinitesimale di tempo penetra nell’anima la verità pura nuda certa eterna.    Posso dire di non avere mai desiderato per me altro bene -
lettera all'amico e confidente padre
Joseph-Marie Perrin pochi mesi prima di morire .
padre Perrin fu per Simone il referente di un intenso rapporto epistolare - Attesa di Dio - pubblicato postumo nel 1949.
Sei lettere in cui si parla di Dio, di religione, di vita e di morte, in cui la Weil chiarisce la sua natura libera e non-appartenente a nessuna congrega, né ai partiti né alla chiesa perché «entrare in un noi significa per me abbandonare gli altri».

Attesa di Dio portato in scena da Ilaria Drago di TSR.
alessandra bernocco - europaquotidiano.it - 2013

.

La compassione e la gratitudine discendono da Dio, e quando vengono donate attraverso uno sguardo, Dio è presente nel punto in cui gli sguardi s’incontrano ...

Compassione, gratitudine e bellezza indicano, quindi, una prospettiva diversa da quella accettata e predicata a reti unificate dall'uomo borghese. Occorre prenderne coscienza ed iniziare ad agire di conseguenza .  ' Una delle verità fondamentali del cristianesimo, oggi misconosciuta da tutti, è che lo sguardo è ciò che salva ' .

attesa di dio
.

Non avevo mai letto nulla dei mistici, perché non avevo mai sentito nulla che m'imponesse di leggerli.     Anche nelle letture mi sono sempre sforzata di praticare l'obbedienza.     Nulla è più favorevole al progresso intellettuale, poiché io leggo, per quanto è possibile, soltanto ciò di cui ho fame, nel momento in cui ho fame, e allora non leggo: mi nutro.

.

Come Kant ha detto molto bene è una finalità che non contiene alcun fine .

.

La bellezza è la sola finalità quaggiù.
attesa di dio

.

 

  

 

simone weil ha pubblicato anche con lo pseudonimo_anagramma ' Émile Novis '

 

tutti i peccati sono tentativi per colmar dei vuoti
all sins are attempts to fill voids

 

Il grande enigma della vita umana non e' la sofferenza

e' la sventura

The great enigma of human life is not suffering but affliction.

It is not surprising that the innocent are killed, tortured, driven from their country, made destitute . . . since there are criminals to perform such actions. It is not surprising either that disease is the cause of long sufferings, which paralyze life and make it into an image of death, since nature is at the mercy of the blind play of mechanical necessities. But it is surprising that God should have given affliction the power to seize the very souls of the innocent and to take possession of them as their sovereign lord. At the very best, he who is branded by affliction will keep only half his soul.

pag 69

God alone has this power, the power really to think into being that which does not exist. Only God, present in us, can really think the human quality into the victims of affliction, can really look at them with a look differing from that we give to things, can listen to their voice as we listen to spoken words. Then they become aware that they have a voice, otherwise they would not have occasion to notice it . . . God is present at the point where the eyes of those who give and those who receive meet.
pag.93-94

the love of god and affliction - google - amazon

.

la tradizione cristiana ellenistica è la mia.    la tradizione ebraica mi è estranea.     nessun testo di legge può decretare il contrario.      se nondimeno la legge esige che io consideri il termine 'ebreo'    - di cui ignoro il senso -    come un epiteto applicabile alla mia persona sono disposta a sottomettermi in ogni caso.
l'indomabile simone weil - laure adler pag 69


***

 

'Riusciva seducente per un'autorevolezza dolcissima, e molto semplice; era certamente un essere ammirevole, asessuato, con qualcosa di nefasto. Nera sempre, neri i vestiti, i capelli come ali di corvo, la carnagione bruna. Era senza dubbio molto buona, ma nutrita da un pessimismo impavido e un coraggio estremo attratto dall'impossibile, aveva ben poco umorismo'.
si inflisse la morte per eccesso di rigore e per la sua 'asprezza geniale'.

georges bataille - scrittore antropologo e filosofo francese 1897-1962

marcello veneziani - corriere.it - 2014

.

Non voleva essere baciata, si rifiutava di mangiare certe cose o di toccarne altre. A volte non voleva neppure sfiorare quel che era stato toccato da altri. In questi casi faceva appello al suo 'disgusto' e per sottrarsi diceva: Non posso a causa del mio disgusto.
simone pétrement - vita di simone weil - 1973
claudio bertocci - doppiozero.com - 2018
she didn’t want them touching her. She wouldn’t link arms in that fraternal way, and she did not freely kiss and hug even her friends – which must’ve been strange in France... if you pronounce her surname with a German pronunciation, Weil is a homonym for Vile. Disgusting. Distasteful. She refers to herself and other aspects of her life as 'disgusting' in a number of places ...
thetipofmyaspergers.wordpress.com

.

 

 

 

***

 

 

la fragilità è il segno più certo dell'esistenza

 

 

 

la gioia è la nostra fuga dal tempo

 

 

 

 

 

    weil 1       weil 2   

 

 

 

links

http://biografieonline.it/home.htm

www.filosofico.net/weil.htm

http://en.wikipedia.org/wiki/Simone_Weil

http://it.wikipedia.org/wiki/Simone_Weil - bio/biblio

www.pangea.news/simone-weil-saggio

https://it.aleteia.org/simone-weil-monastero

 

 

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