Anche il grande Giorgio Bassani autore de Il Giardino dei Finzi Contini in
una poesia - dall’onirica eppure fedele tramatura ferrarese
- immagina che sia una Rolls Royce
- inarrestabile e condotta
da un guidatore rigidoe inflessibile - a condurlo fuori dall’amata terra per l’ultimo
spaesato tragitto .
avrei voluto gridare
alt al rigido chauffeur e scendere ma la Rolls sobbalzando mollemente già
lungheggiava il Montagnone anzi ormai
fuori Porta già volava per strade ampie deserte prive affatto di tetti ai
lati e affatto sconosciute.
con bassani
nel giorno del suo compleanno la voce di Bassani dopo aver letto l’incipit della sua Rolls Royce si
interrompe e, cambiando di tono, avverte in modo quasi surreale ' sono morto
eh ! ' per poi immediatamente riprendere la lettura.
personale ' epitaffio ' e volontà espressa nel
testamento ' desidero essere
sepolto nel cimitero ebraico di Ferrara ' .
telestense.it - 2014
ROLLS ROYCE
SUBITO DOPO AVER CHIUSO GLI OCCHI PER SEMPRE
ECCOMI ANCORA UNA VOLTA CHISSÀ COME
RIATTRAVERSARE FERRARA IN MACCHINA
UNA GROSSA BERLINA METALLIZZATA
DI MARCA STRANIERA DAI GRANDI
CUPI CRISTALLI FORSE UNA
ROLLS
A SCENDERE ANCORA UNA VOLTA
DAL CASTELLO ESTENSE GIÙ PER CORSO GIOVECCA
VERSO IL ROSEO GHIRIGORO TERMINALE
DELLA PROSPETTIVA CHE INTANTO PIANO
PIANO SI FACEVA GRANDE ENTRO IL CONCAVO
RETTANGOLO DEL PARABRISE .
LO CHAUFFEUR D’ALTA E DURA COLLOTTOLA
SEDUTO A DRITTA DAVANTI
CERTO LO SAPEVA MOLTO BENE
DA CHE PARTE DIRIGERSI NÈ IO D’ALTRONDE
MI SOGNAVO MINIMAMENTE DI RAMMENTARGLIELO
ANSIOSO COM’ERO DI RICONOSCERE SULLA SINISTRA
LA CHIESA DI SAN CARLO PIÙ IN LÀ A DESTRA
QUELLA DEI TEATINI
A LEI DI CONTRO GIÀ FERMI COSÌ DI BUON’ORA
IN CROCCHIO SUL MARCIAPIEDE
DINANZI ALLA PASTICCERIA FOLCHINI
GLI AMICI DI MIO PADRE QUANDO LUI ERA GIOVANE
I PIÙ CON LARGHE LOBBIE BIGE IN CAPO
ALCUNI CON TANTO DI MAZZA
DAL POMO D’ARGENTO IN PUGNO
ANSIOSO ANZI SMANIOSO COM’ERO INSOMMA
DI RIPERCORRERE L’INTERA MAIN STREET DELLA MIA CITTÀ
IN UN GIORNO QUALSIASI DI MAGGIO-GIUGNO
ATTORNO ALLA METÀ DEGLI ANNI VENTI
UN QUARTO D’ORA AVANTI LE NOVE DI MATTINA.
QUASI SOSPINTA
DAL SUO STESSO SOFFIO LUSSUOSO
INFINE LA ROLLS SVOLTAVA
LAGGIÙ PER VIA MADAMA E DI LÌ A POCO
IN VIA CISTERNA DEL FOLLO
E A QUESTO PUNTO ERO IO
NON PIÙ CHE DECENNE
LE GUANCE DI FUOCO PER IL TIMORE
D’ARRIVAR TARDI A SCUOLA
A USCIRE IN QUEL PRECISO ISTANTE
COI LIBRI SOTTOBRACCIO
DAL PORTONE NUMERO UNO
ERO IO CHE PUR CONTINUANDO A CORRERE
MI GIRAVO INDIETRO
VERSO LA MAMMA SPENZOLATA
DALLA FINESTRA DI SOPRA
A RACCOMANDARMI QUALCOSA
ERO IO PROPRIO IO
CHE UN ATTIMO PRIMA DI SPARIRE
ALLA VISTA DI LEI RAGAZZA DIETRO L’ANGOLO
LEVAVO IL BRACCIO SINISTRO IN UN GESTO
D’INSOFFERENZA E INSIEME
D’ADDIO.
AVREI VOLUTO GRIDARE ALT AL RIGIDO
CHAUFFEUR E SCENDERE MA LA ROLLS
SOBBALZANDO MOLLEMENTE GIÀ LUNGHEGGIAVA
IL MONTAGNONE ANZI ORMAI FUORI PORTA
GIÀ VOLAVA PER STRADE AMPIE E DESERTE
PRIVE AFFATTO DI TETTI AI LATI
E AFFATTO SCONOSCIUTE
epitaffio 44–46 - opere 1974
ci sono delle poesie proprio ferraresi: una, di
grande importanza per me, che s'intitola 'rolls royce'.
questa, vedete, anche questa è un'epigrafe, un epitaffio, ma molto più
larga. Occorrerebbe una tomba di grandi dimensioni per accoglierla, ma la
larghezza significa che è una poesia che è quasi un racconto. E' una storia
dove accadono molte cose. GB - 1982 dove abitano le parole - la casa di GB oggi - fb/gb
2015
la bicicletta
poteva essere buona
per fare delle poesie .
Uno pedala
pensa ad un verso
si ferma
per annotarlo
riparte
. l'odore
del fieno
Tale e quale come questo quaderno da me scordato iersera dentro il metallico armadietto del Circolo e là rimasto nel buio pesto e stantio fra la
Dunlop
l’accappatoio di spugna, due paia di vecchie scarpe mezze rotte, l’asciugamano non proprio di bucato, quel decrepito golf stile ’38 che ti fa sempre un po’ ridere
e non so che altro
... Tu però non
venirci, ti supplico, non cercarmi di notte, lascia che riposi da solo fino a giorno pieno nel
piccolo mio letto.
.
TENNISTA E TIFOSO DELLA SPAL
A Ferrara giocai a
tennis con Bassani, al Circolo Marfisa. Eravamo amici, entrambi soci al Parioli
di Roma, ma in quella occasione giocai a Ferrara. Un bel ricordo. nicola pietrangeli - lanuovaferrara.gelocal.it - 2014
.
Ricordo un uomo irrequieto, estremamente
balbuziente soprattutto in quel periodo: in seguito aveva imparato a
tenere la pipa in bocca e, grazie ad essa, riusciva a controllare
meglio questo problema. Era molto impulsivo e si arrabbiava con
facilità con noi ragazzi. Rammento un particolare e purtroppo sono
rimasto il solo sopravvissuto che lo può raccontare: Bassani era
campione di tennis e lo studio dove noi andavamo a lezione era
proprio di fronte ai campi da gioco. Nonostante le finestre fossero
chiuse, si sentivano le voci dei giocatori e il tipico rumore delle
palline. Vedere la faccia di Bassani in quei momenti era uno
spettacolo, perché si capiva che stava soffrendo, voleva andare a
giocare. La sua vita era il tennis e parte della sua tensione
nervosa derivava dal fatto che non era lì con la racchetta in mano. da una intervista a cesare finzi di domenico salazar_settesere.it -
2019
il campo da tennis del circolo
"Marfisa" rimasto sempre nel suo cuore, le vie e le piazze della grande città
estense, difficilmente, potranno essere trascurati da tutti coloro che vorranno,
visivamente, fisicamente, immedesimarsi nelle atmosfere suggestive dell'opera
bassaniana.
comune.codigoro.fe.it
Ero un ragazzo dotato di un fisico eccellente
(giocavo a tennis niente affatto male, ormai posso dirlo senza falsa
modestia), e la vita per me era tutta da scoprire: qualcosa di aperto,
di vasto, di invitante, che mi stava dinanzi, e a cui mi abbandonavo con
impeto cieco, senza mai voglia di ripiegarmi su me stesso un momento
solo. - GB
.
WIMBLEDON - IL VATICANO DEL TENNIS
- GB
negli spogliatoi del
tennis quest'oggi - borbotta invisibile -
è meglio
di no - mi riposo .
ma domani gioco però
e con coso.
tennisclubparioli.it -
stpauls.it
repubblicaletteraria.it
.
... passione
per il tennis. che cosa gli piaceva di questo sport? Gli piaceva fare il servizio. Lanciava la palla nel
campo avversario come se pregasse, se cantasse. Sentiva il tennis come un’arte,
un talento che bisognava coltivare. Un po’ come la scrittura, lo distoglieva dai
pensieri, gli svuotava la testa. E poi gli piaceva vincere. Aveva un dritto
eccezionale e un forte rovescio. Ed era molto bravo nell’anticipo. Prima che la
palla arrivasse, ne intuiva la traiettoria. Era molto mobile con le gambe e si
spostava facilmente. Su un piano simbolico, il tennis per lui era uno sport di
un’incredibile eleganza. Un combattimento educato, civile. Un dialogo fra due
avversari. Un modo per organizzare gli spazi e calcolare le distanze. C’è un
passaggio, nel romanzo ‘Il giardino dei Finzi-Contini’, nel quale si evoca un
campo da tennis all’imbrunire. Una cosa forte e bellissima. intervista di giuseppe
malaspina alla figlia paola - listonemag.it - 2015
dal 2006 'Pedalate artistiche' nel 'giardino dei Finzi Contini’
"Un giardino tra finzione e realtà: luoghi e personaggi di Ferrara nei racconti
di Giorgio Bassani" … sui luoghi e i personaggi immortalati . ma anche alla
scoperta delle tracce biografiche del grande scrittore ferrarese, incrociando
letteratura e vita, finzione e realtà …
accesso al Tennis club Marfisa d'Este… luogo esclusivo nel cuore della città
frequentato da Giorgio Bassani e Michelangelo Antonioni, che proprio lì ebbero
modo di conoscersi. estense.com
Per il Parco di Ninfa
Perché dell’avvenire cui si assume esitante
ancora la mia vita verrà un riso? Oh distante
isola del passato, là, che chiama, che invita!
Quel suo lume non è il tuo, morte, intriso e tremante.
In rima e senza 1982 Mondadori. repubblicaletteraria.net
Brindisi per l’anno nuovo Da oggi in poi le mie poesie
voglio farle
giuro
sulla prima cosa che mi verrà in
mente sul
niente
di tutti i minuti d’ogni mia
ora d’adesso sul nulla
del mio
futuro
giorgio
bassani 1916-2000
Poeta y novelista vinculado
al neorrealismo literario italiano, corriente desde la que mantuvo una posición
comprometida y crítica contra
cualquier forma de extremismo. Nacido en Bolonia el 4 de marzo de 1916, paso la
infancia y la juventud en Ferrara, donde hizo transcurrir gran parte de sus
historias. En 1943 los fascistas lo arrestaron como partisano (guerrillero) y
judío, pero logró salvarse en los tumultuosos enfrentamientos de la época. Fue
director de la editorial Feltrinelli, vicepresidente de la RAI, la
radiotelevisión estatal italiana, y durante quince años
presidente de Italia Nostra,
la entidad que dio batalla en defensa del ambiente, el clima y la naturaleza de
la Península. Perteneció a la generación del neorrealismo de la posguerra
italiana junto a Vittorini, Pavese y Moravia. Considerado uno de los escritores
más populares de Italia de la segunda mitad del siglo XX, se consagró por El
jardín de los Finzi-Contini (1962), una novela que describía la burguesía judía
de Ferrara (norte de Italia), antes de que el fascismo decretara las leyes
racistas y de que estallara la Segunda guerra mundial. Recuperó Il Gattopardo,
la obra de Giuseppe di Lampedusa. Entre sus obras se cuentan: Cinco historias
ferraresas (1956), Los anteojos de oro (1958), llevada al cine en 1988 por
Giuliano Montaldo, Detrás de la puerta (1964), La garza (1968) y El olor del
heno (1972). En poesía, Historias de pobres amantes (1946), El alba en los
cristales (1963), Epitafio (1974) y En gran secreto (1978). El jardín de los
Finzi Contini fue llevada al cine por Vittorio de Sica en 1971. Sus últimos años
los vivió recluido en la residencia de su compañera, la estudiosa norteamericana
Portia Prebys, debido al mal de Alzheimer. Falleció en Roma el 13 de Abril de
2000
epdlp.com
BIOGRAFIA Giorgio Bassani
nacque a Bologna
il 4 marzo del 1916 da una famiglia della borghesia ebraica, ma trascorse
l'infanzia e la giovinezza a Ferrara, destinata a divenire il cuore pulsante del
suo mondo poetico...
Dopo un lungo periodo di malattia, segnato anche da dolorosi contrasti
all'interno della sua famiglia, Bassani si spense a Roma il 13 aprile del 2000. http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=83&biografia=Giorgio+Bassani
Sono stato
molte volte infelice, nella mia vita, da bambino, da ragazzo, da giovane, da
uomo fatto
molte volte,
se ci ripenso, ho toccato quello che si dice il fondo della disperazione
Ricordo
tuttavia pochi periodi più neri, per me, dei mesi di scuola fra l’ottobre
del 1929 e il giugno del ’30
quando facevo
la prima liceo dietro la porta - pag 581 -
liceoariosto.it
racconti - diari - cronache - 1935/1956
il volume
di editi e inediti che tanta parte dei lettori di Giorgio Bassani attende da
tempo. In questa raccolta è testimoniata la
lenta e formidabile formazione di uno dei nostri scrittori più grandi. .a cura di piero
pieri
Giorgio Bassani non nasce con le Cinque storie ferraresi che lo vede imporsi nel
1956 come uno scrittore maturo, sicuro dei propri mezzi e dei propri obiettivi.
C’è un Bassani ricchissimo che precede il suo esordio e che in questo volume è
finalmente testimoniato nella sua completezza. Come dice
Piero Pieri, che ha curato l’edizione di questa Cometa: “Quando dovrà
ricordare la collaborazione al ‘Corriere padano’, ne parlerà con un riserbo
quasi risentito, affermando di non avere più letto i suoi racconti. Gli sembrano
lontane, quasi estranee, le prime prove, esploranti stili diversi di narrazione.
Solo nel ’56, con le Cinque storie ferraresi, Bassani conquista la sua scrittura
e giunge alla piena maturità: nasce Il romanzo di Ferrara. Eppure – e questo è
uno dei tratti distintivi dell’avventura di Bassani – Il romanzo è stato
preceduto da ventun anni di testi proteiformi, spesso legati alla crescita
affettiva e psicologica di chi scrive o alle sue diverse identità storiche, come
quella del discriminato razziale e del perseguitato politico. Questo Bassani,
tormentato da segreti fiotti di sangue, ricco di tonalità fantastiche o
polemiche, a volte riflessivo, altre volte in tumulto, è riunito in questo
libro: sono racconti, lettere, diari, cronache politiche, riflessioni
sociologiche e abbozzi che prepareranno le opere maggiori”. feltrinellieditore.it - books.google.it -
2014
ferrara - biblioteca comunale
ariostea - 2015
.
Giorgio
Bassani - agente del Soe, lo Special Operations Executive,
arruolato come “ufficiale di collegamento”,
con il nome di Oriolo o Ruffo - documenti desecretati dal 2008.
IL NOME RUFFO APPARE SULLA CARTA D'IDENTITA' CON CUI GIORGIO BASSANI è
ENTRATO IN CLANDESTINITA' PRIMA A FIRENZE, POI A ROMA fb/gb - 2015
.
difficoltà
economiche Qui a Roma tra
Ufficio stampa del P.A., giornali ed editori me la cavo discretamente. Non che
riesca a bastare completamente a me e a Val. però. Ci vogliono dalle 7 alle 8
mila lire al mese, solo per mangiare e dormire. Io
arriverò si e no a 6. Dei nostri capitali non è
restato pressoché nulla. Temo che
presto dovremo vendere i primi orologi ... lettera del 27 settembre 1944 a suo padre .
GB vendette anche un quadro che il pittore morandi gli aveva regalato. GB
e la moglie valeria - estense.com - fb/gb
- 2016
.
.
.
non avrei mai potuto scrivere i miei romanzi
senza aver scritto prima le poesie che ho
composto durante la guerra
è nato
a Bologna nel 1916, ma ha trascorso l'infanzia e la giovinezza a Ferrara,
città della sua famiglia, di origine etica. Si è laureato in lettere
all'università di Bologna. Dopo avere sperimentato per qualche tempo il
carcere per il suo antifascismo, si è trasferito alla fine del '43 a
Roma, dove ha insegnato all'Accademia d'arte drammatica, ha lavorato nel
cinema come sceneggiatore, e ha diretto la rivista internazionale «Botteghe
oscure». Sì è anche occupato, a livello dirigenziale, di editoria e di
televisione.
Gli esordi narrativi e poetici di Bassani risalgono agli inizi degli anni
Quaranta, ma è con le Storie ferraresi del 1956 che egli attira
l'attenzione dei critici e dei lettori. Temi di fondo ne sono la
rievocazione del mondo chiuso della provincia, la descrizione di esistenze
solitarie, emarginate e "diverse" o di episodi della storia
recente (La lunga notte del '43), la condanna di una società priva di
tensione civile e di memoria storica, anzi pronta a rimuovere un passato
problematico, tutta presa dal desiderio di un "ritorno alla normalità".
C'è in queste Storie - caratterizzate sul piano formale da un sapiente
uso del discorso indiretto libero accanto ai toni malinconicamente
elegiaci una tensione civile che, pur se approda a uno sfiduciato giudizio
sul presente, testimonia nell'autore un complesso retroterra ideologico.
Nella posteriore produzione si ha l'impressione di una semplificazione o
comunque di una riduzione delle istanze iniziali al tema della solitudine,
dello scacco, della sconfitta. Esemplare è in questo senso II giardino
dei Finii-Contini (1962), che disegna prima l'isolamento e poi
l'estinzione di una famiglia aristocratica ebraica di Ferrara, in
conseguenza delle leggi razziali e della deportazione; all'interno di
questo quadro d'assieme c'è posto poi per una storia d'amore irrealizzato,
e per una figura femminile, Micol, di suggestiva inquietudine. Temi già
presenti nelle Storie- l'isolamento e la solitudine dei personaggi,
l'inesorabile legge di sfaldamento e di decadimento degli esseri umani e
delle cose, lo "scacco" del vivere rítornano in questo ROMANZo
ma con un sospetto di enfatizzazione e con una scrittura spesso incline a
compiacimenti sentimentalistici. D'altra parte, forse anche per questo IL ROMANZo ebbe particolare successo, configurandosi, dopo la parabola del
neorealismo, assieme al Gattopardo come realizzazione di una letteratura,
se non di intrattenimento, certamente consolatoria e priva di quelle
tensioni ideologiche che - esiti artistici a parte - erano presenti nei
testi neorealistici. Dopo il racconto lungo Dietro la porta (1964), IL ROMANZo L'airone (1969) approfondiva il tema della morte. Assieme alla
narrativa Bassani ha continuato a coltivare la poesia, con le raccolte
L'alba ai vetri (1963), Epitaffio (1974), In rima e senza (1982).
un sopravvissuto
La rievocazione, ora elegiaca, ora dolorosa, del passato, una visione
dolente della vita, il senso acutamente avvertito del passare delle cose -
famiglie che si estinguono, sentimenti e ideali che nel giorno dopo giorno
si sfaldano - sono i temi più frequenti della narrativa di Bassani. In
tutto ciò «ha notevole peso il dato autobiografico, la componente
israelitica e l'esperienza del perseguitato politico che contribuiscono
alla delineazione di un mondo solitario e chiuso, negato alla speranza di
una effettiva comunicazione sociale»
Tre osservazioni che possono servire da punto di partenza per ulteriori
approfondimenti:
a) il brano è percorso da una particolare tensione civile, che si traduce
in amarezza per l'oblio che una società si affretta a stendere su un
recente passato (quello delle persecuzioni e dei campi di sterminio), in
inclemente giudizio su una ripresa della vita basata sul solito
conformistico perbenismo. Di conseguenza tra una società che vuole
dimenticare e il protagonista del racconto che invece vuole ricordare, si
stabilisce quel rapporto di contrasto che porta all'estraneità, alla
solitudine del protagonista: una situazione tipica di tanti personaggi
delle Storie ferraresi;
b) viene qui adottata una particolare soluzione stilistica: Bassani,
ricorrendo al discorso indiretto, accosta frasi e battute di conversazione
come tessere di un mosaico e dà un quadro d'assieme dell'atteggiarsi di
una comunità. Si tratta di un «uso del discorso indiretto sociale con
funzione demistificante, col quale lo scrittore riesce a far dire, dal
coro della società borghese, colpevole depositaria dell'oppressione
politica del fascismo, delle leggi razziali e tenace coltivatrice, anche
dopo la liberazione, degli stessi mali, le sue ragioni di interesse, di
viltà, di profitto, costringendola a confessare la struttura negativa su
cui si regge con la naturalezza dell'autodifesa e dell'autoapologia» (Bàrberi
Squarotti);
c) la situazione che Bassani descrive in queste pagine (disperato impegno
di ricordare e di testimoniare al quale viene opposto quasi un muro di
colpevole indifferenza e di edonistico qualunquismo) trova riscontro in
quanto avveniva nella società italiana degli anni Cinquanta, orientata
verso una restaurazione cui l'incipiente mitologia consumistica forniva
occasioni e alibi..
ciaoweb.it/novecento
non fu solo scrittore
ma fondatore e presidente nazionale di Italia Nostra dal 1965 al
1980
In ' Italia da salvare ' sono raccolti gli scritti civili e
gli interventi che Bassani portò avanti per almeno 15 anni senza mai
rassegnarsi al fatto che fosse impossibile conciliare progresso
tecnologico e salvaguardia dell'ambiente e che non si potesse
smettere di pensare a un sistema fondato sul puro profitto e sulla
onnipotenza dei consumi.
Ferrara, Venezia, Roma, Messina, Taranto e
tanti altri casi di battaglie per l'ambiente si rincorrono nel
libro. E' un viaggio in quello che tutti dicono essere il posto più
bello del mondo a patto di conservare una forte dose di autoironia.
repubblica.it
2005
.
era un uomo riservato, timido, schivo, un uomo
discreto. Lo definirei un uomo di
buone maniere. Queste buone
maniere non erano casuali . erano buone maniere che affondavano in un
profondo senso civile e nella cultura. giorgio montefoschi - scrittore - rai.letteratura.it
.
ITALIA NOSTRA ISTITUISCE IL PREMIO BIENNALE GIORNALISTICO
DEDICATO A GIORGIO BASSANI
la presidente di Italia Nostra Alessandra Mottola
Molfino annuncia che il premio e destinato al
giornalista/scrittore che si e distinto
per
i propri scritti a favore della tutela del patrimonio storico artistico naturale paesaggistico dimostrando
sensibilità e attenzione verso queste tematiche. adnkronos - 13 aprile 2010
decennale della morte di gb
italianostra.org
.
Oltre a essere narratore e poeta,
consulente editoriale per Feltrinelli e vicedirettore della Rai,
Giorgio Bassani fu tra i fondatori di Italia Nostra, associazione
nazionale che ha tutt’oggi l’obiettivo di diffondere nel Paese la
cultura della conservazione del paesaggio urbano e rurale, dei
monumenti, del carattere ambientale delle città. “L’Italia è un Paese sacro non soltanto
per noi, ma per il mondo intero,” scriveva Bassani, ai vertici di
Italia Nostra per quasi trent’anni. La sua posizione e il suo
impegno sono evidenti in questi testi, raccolti e ripresentati in
una nuova edizione ampliata e corretta: interventi, discorsi,
lettere, interviste e articoli scritti o pronunciati dal grande
intellettuale nell’ambito della sua attività di presidente
dell’Associazione, dal 1965 al 1980, e come presidente onorario
negli anni seguenti. In filigrana emerge, attraverso un impegno
donchisciottesco, faticoso e scomodo, a cui lui non è mai venuto
meno, anche la sua attività letteraria, intellettuale. “In Bassani,” sottolinea Cristiano Spila,
“la questione ambientale è, anzitutto, una questione morale. Dunque,
pratica. Egli, infatti, pone la salvaguardia ambientale sotto
l’egida dell’etica, sottolineando alcune costanti che sono anche la
cifra stilistica della sua ideologia: la vocazione alla memoria e al
passato, l’ambiente come protagonista, la storia come chiave di
lettura, il rapporto dell’uomo con il tempo e lo spazio. Questi
scritti ambientalisti aprono uno squarcio inusuale sul lavoro
intellettuale di Bassani e indicano come lo scrittore si muova su un
autentico crinale fra testimonianza e impegno, come su una linea tra
essere e dover essere.” In apertura, una premessa di Paola
Bassani e una breve presentazione di Oreste Rutigliano, attuale
presidente nazionale di Italia Nostra. feltrinelli - 2018
L’Italia è un Paese sacro non
soltanto per noi ma per il mondo intero
...
ABBIAMO IL DOVERE DI SALVARE LE NOSTRE RADICI
PERCHE' IL TERRITORIO, OGNI CENTIMETRO DI TERRITORIO ITALIANO
E' STORIA
LA TUTELA DEL PAESAGGIO E' DIFESA DELLA NOSTRA IDENTITA' NAZIONALE
gb
come
leggere bassani
dall' Introduzione di roberto
cotroneo
Un
mondo visivo, dunque, prima ancora che narrativo, sta alla base dei racconti e
dei ROMANZI di Bassani; un mondo in cui il descrivere ha un suo equilibrio
formale, una sua logica
all’interno della trama narrativa. Ciò che si racconta
prende una forma inaspettata, assume valore
di prospettiva, valenza spaziale. In
poche righe Bassani ha cercato di sintetizzare una delle due idee
che fondano il
lavoro letterario di una vita. Sono le due facce del passato, della memoria (la
"memoria
delle cose" cara a Micòl Finzi-Contini, ed è chiaro quanto le «cose» si
facciano oggetti disposti in uno
spazio narrativo inventato per essere dipinto). La memoria come luogo visibile,
e la memoria come
ferita che non si può rimarginare. Sulla prima accezione Bassani utilizza una
metafora nell’Odore del fieno:
Il passato non è
morto [...], non muore mai. Si allontana, bensì: ad ogni istante. Recuperare il
passato
dunque è possibile.
Bisogna, tuttavia, se proprio si ha voglia di recuperarlo, percorrere una specie
di corridoio ad ogni
istante più lungo. Laggiù, in fondo al remoto, soleggiato punto di convergenza
delle nere pareti
del corridoio, sta la vita, vivida e palpitante come una volta, quando
primamente si produsse.
Eterna, allora?
Eterna. E nondimeno sempre più lontana, sempre più sfuggente, sempre più restia
a
lasciarsi di nuovo
possedere.
Queste righe sono la conferma di un modo di vedere il tempo, di leggere gli
eventi. Là, in fondo a quel corridoio, dove le pareti scure convergono, luogo da
cui ci allontaniamo come da un punto di fuga prospettico, c’è il passato. Ma
comunque «palpitante», «quando primamente si produsse». La memoria – il luogo da
cui parte la costruzione prospettica e narrativa di Bassani – illumina i
personaggi, forma ombre, permette vicinanze e distanze. E' lieve e discreta nel
flash-back di Lida Mantovani quando la protagonista ricorda quel David che le
diede un figlio, e aspetta Oreste Benetti, il legatore. Ma se la scelta delle
parole ha un senso, allora la prima ferita non rimarginabile, la perdita
irreparabile compare subito nella narrativa di Bassani. Arriva già da questo primo racconto, Lida Mantovani, che apre il volume delle Cinque storie
ferraresi. C’è la ferita di Lida abbandonata da David con un figlio. C’è la
ferita della madre per «Tardozzi Andrea, il fabbro di Massa Fiscaglia che era
stato il suo amante e avrebbe potuto diventare suo marito». C’è la duplice
simmetria di due donne in una
stanza, che in qualche modo hanno vissuto destini simili, offese del tempo, e
sono vittime della memoria. È un
racconto di interni, in cui pare già che Bassani descriva quadri, indugiando su particolari e
oggetti che non sono soltanto racconto, ma spazi, luoghi, dettagli: Alle loro spalle, il tavolo, i letti, l’armadio, il buio accidioso della
stanza sempre più denso man mano che l’occhio si avvicinava al soffitto, la
scala che saliva fino alla porticina di legno non verniciato, e lassù, sospesa
sopra il vano della porta a un braccio di lamiera flessibile, una campanella. La
quale, essendo collegata con l’esterno per mezzo di una lunga corda la cui
estremità usciva da un foro del portone di strada, preannunciava le rare visite
con squilli improvvisi, acutissimi. Sedute di fronte alla finestra sopra due scalcagnati
seggioloni di paglia, ogni tanto madre e figlia trasalivano con violenza, si
voltavano di scatto indietro. Si noti il modo di descrivere, che è già quello tipico, fatto di volumi e di
equilibri spaziali.
Un critico d’arte della scuola di Longhi avrebbe parlato
nello stesso modo di un dipinto, che fosse Cosmè Tura oppure Francesco Casorati.
Proprio in un breve scritto su Casorati, ora in Di là dal cuore, si può leggere una
descrizione pittorica che ha molto della scrittura narrativa di Bassani:
La luna nel frattempo è tramontata, si è fatto giorno. Sul deserto del mare
pende da un canto un sole
rosso, da saga nordica. Piombato giù a capofitto in
un’acqua verde che folate di vento striano a tratti
di piccole onde puntute,
l’oppressore giace capovolto e semisommerso, bigio-chiaro e bigio-scuro nel piumaggio, e rosso
(dello stesso rosso del sole) nell’orrido rostro spalancato.
E' la descrizione di un quadro di Casorati stampata per la prima volta in una
plaquette del 1971. Lo sguardo di Bassani è ancora lo stesso che,
all’inizio della sua carriera letteraria, descriveva la casa di Lida Mantovani e
di sua madre. L’idea è che la narrativa sia spazio, interno ed esterno: giardini
chiusi da un muro di cinta, camerette da cui ascoltare, nascosti, gli
imbarazzanti racconti di Luciano Pulga, oppure stanze inaccessibili come quella
da cui Pino Barilari può assistere al massacro repubblichino del 1943. Per non
dire poi degli spazi esterni, del gran teatro di Ferrara così vivido, eppure
così lontano. Anzi, tanto vivido quanto lontano; come fosse un quadro di Van Dyck,
persino inverosimile
nella sua precisione descrittiva.
La prospettiva narrativa di Bassani, il suo modo di raccontare, sono
soprattutto un continuo aggiustamento delle distanze, sia temporali sia
spaziali. Ferrara è la memoria: in un continuo lavoro di sincronizzazione
narrativa, dove non c’è una Ferrara del passato e una di oggi. In Bassani non si
legge una descrizione della città che assuma un valore temporale: una Ferrara di
prima, dove si possa rimpiangere un tempo
passato (anche urbanisticamente). Se
il tempo è dato, non viene dai luoghi, ma dai personaggi: che vivono un tempo
interno, il tempo della loro coscienza, dei loro dolori, delle ferite
inguaribili. Si pensi, ad esempio, a Geo Josz, che ricompare a Ferrara
nell’agosto del 1945, unico superstite dei centottantatré membri della comunità
israelitica che i tedeschi avevano deportato fin dall’autunno del ’43. Geo non
ha storia, ma soprattutto è fuori dalla memoria della città. Quando ricompare
«non rammentavano nemmeno chi fosse, a dire il vero». Anche la sua casa di via Campofranco,
occupata dai partigiani per adibirla a caserma e prigione,
sembra non avere una storia, pare ferma nel tempo. Così il tempo di Geo, il suo
passato, rimane come
chiuso ermeticamente dentro di lui, senza che ci sia nulla che lo faccia
affiorare, nessuna dimostrazione
fisica, geografica e narrativa che renda evidente l’«insofferenza acuta,
profonda, che lui, Geo, aveva subito
provato per ogni segno che gli parlasse, a Ferrara, del passaggio del tempo, e
dei mutamenti anche minimi da
esso portati nelle cose».
In questo senso, Bassani è uno scrittore atipico: costruisce un’intera opera,
fatta di più ROMANZI e di racconti, ambientati spesso tra poche vie di una
piccola città come Ferrara, in un arco di tempo che va dalla fine degli
anni
Venti alla fine degli anni Quaranta. E lascia che la città rimanga come sospesa,
immutabile, un luogo incantato che non ha storia, che nelle sue pietre, nei suoi
palazzi, nei suoi quartieri mostra poco o nulla di cambiato. Come un
palcoscenico sempre uguale sul quale gli attori recitano la stessa parte, ma in
anni diversi, e li si vede cambiare dentro, senza che all’esterno nulla muti.
Solo la storia cambia, e pare voler trasformare e travolgere come un fiume in
piena. Ma poi? In Una notte del ’43 tutto questo è ancora più evidente. Non muta
lo sguardo, dalla finestra di Pino Barilari; non muta il caffè, con le sue
tende, che ha ospitato Bruno Lattes e il fascista Sciagura, l’avvocato Bottecchiari o il professor Fadigati,
anche se lì di fronte sono stati barbaramente uccisi uomini
comuni, ferraresi che non avevano colpe. Eppure quella scia di sangue che i
fascisti di Salò arrivati da Padova
hanno lasciato come vendetta per l’assassinio del Console Bolognesi sembra una
parentesi: della storia
e delle coscienze. E lascia dietro sé soltanto quei segni dei proiettili, lievi, sì, ma però chiaramente visibili, che nonostante
un recente restauro si vedono ancor oggi butterare qua
e là l’antica spalletta contro la quale furono allineati i condannati a morte?
L’epoca dei massacri, di quelli veri, è ormai così lontana, che non c’è da meravigliarsi se un occhio distratto, sfiorando appena questi
segni, ne riconosca tanto poco la natura da attribuirli facilmente all’esclusiva
opera del tempo, il quale non
risparmia proprio nulla, ahimè, nemmeno i vecchi muri. Saggio e opportuno dunque
un restauro, sia detto ciò di
passata, che sorvolando sulle minori scalfitture, ha badato a turare soltanto i
buchi più grossi... Per Bassani tutto è immutabile.
Gli eventi, anche le immani tragedie, sono transitori: entrano nel profondo, ma
non possono essere detti. E i personaggi, costretti dalla storia a subire
discriminazioni, arresti, deportazioni, se tornano nel mondo ROMANesco costruito per loro da Bassani – c’è tuttavia anche
chi non torna, i sommersi come Micòl e Alberto Finzi-Contini, Malnate e Clelia
Trotti – debbono tacere: per i salvati, come Bruno Lattes e Geo Josz, questo è
l’unico modo per riprendere ad abitare un luogo che vuole cancellare ad ogni
costo quella ferita. E' per questo che Una notte del ’43, ultima delle Cinque
storie ferraresi, ma anche storia a sé, non può che chiudere la prima fase
narrativa di Bassani. Qui lo sguardo pietoso ma assolutamente distaccato su un
mondo che sembra stia per perdersi lascia il posto a un io narrante che deve
ripercorrere un’altra volta quelle stesse strade di Ferrara, per capire fino in
fondo quegli anni senza vie di uscita, forse disperati, ma proprio per questo positivi. Come racconta l’autore del Giardino dei Finzi-Contini nell’intervista
citata: Che cosa si aspetta Micòl? Si aspetta veramente il futuro, la vita, l’amore.
Quindi c’è una antitesi fra i personaggi, ma l’unico personaggio positivo di
questo ROMANZo è quello che parla continuamente in modo negativo, è Micòl: Micòl dice
che ama solo il presente, o semmai il passato, il caro, il pio, il dolce
passato: ma in realtà è carica di vita e anela
al futuro.
mondadori.it
IL PROFUMO
DEL PASSATO
NELLA NARRATIVA DI
GIORGIO BASSANI
La memoria poetica è identificata
da Proust non più in una facoltà volontaria che ordina gli avvenimenti del
passato in modo logico, in un archivio di facile consultazione, da parte della
razionalità, ma in un'attitudine spontanea e istintiva in grado di collegare
elementi percettivi e sensoriali, particolarmente intensi del presente, con
eventi apparentemente sepolti nel passato. Ecco che il "tempo perduto" viene
immediatamente recuperato dalle cosiddette "intermittenze del cuore", momenti
intuitivi dotati di un potere epifanico nei confronti di un passato che
altrimenti sarebbe irrecuperabile per una memoria guidata esclusivamente dalla
ragione. Passato e presente si fondono nella dimensione umana della "coscienza
come durata" di Bergson ...
codigoro.net
giorgio bassani- bologna 4 marzo 1916 – roma 13
aprile 2000
Aveva 84 anni ed era
gravemente malato. Dal "Giardino dei Finzi Contini" alla scoperta del
"Gattopardo": una delle figure più
rappresentative della letteratura italiana del secondo Novecento
...Se «Le storie» rappresentano i personaggi portatori di valori e di una storia
vittima della
violenza del momento e della dittatura nazifascista di cui
conservare memoria, «Il giardino» punta sulla nostalgia e gli entusiasmi di
un'età che vuole vivere il presente, sentendo su di sè un destino di fine che
permea una società borghese incosciente, prima che la guerra arrivi a
distruggere tutto, e la protagonista Micol venga deportata in Germania. Tema centrale
di Bassani è quello della «diversità, una diversità che è certo quella dell'identità ebraica, ma che ha il merito di sapersi allargare anche a una
valenza etica di universale dolore esistenziale, specie nel confronto col male
della storia.
Esemplare per questa sua poetica, oltre a "Gli occhiali d'oro" in cui affronta
il tema dell'omosessualità nel 1958, proprio per la delusione delle speranze
postbelliche in cui matura anche un 'idea di impotenza e di morte come unica
liberazione, è quindi UN ROMANZo come "L'airone", chiuso dal suicidio del
protagonista.
Gli altri suoi libri di narrativa sono "Dietro la porta" e "L'odore del fieno"
e quasi tutti vennero da lui pubblicati nel 1974 in un unico volume sotto il
titolo "Il ROMANZo di Ferrara". A questo si aggiungono raccolte di versi e intervernti critici. Tutto il suo lavoro è da poco stato riunito in un
Meridiano Mondadori a cura di Cotroneo.
quotidianonet.ilsole24ore.com
ferrara - casa minerbi - Il dattiloscritto de
Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, con le
correzioni e l’editing in originale di Giorgio Bassani è da questi giorni
esposto al Centro Studi Bassaniani del Comune di
Ferrara, a Casa Minerbi. estense.com - 2022
Lo scrittore Giorgio Bassani è morto
stamattina nel reparto di medicina "Bassi" all'ospedale S.Camillo, a
Roma. Aveva 84 anni ed era gravemente malato.
Bassani era una delle figure più rappresentative della letteratura italiana
del secondo Novecento, quella formatasi sotto il fascismo e che ha aiutato la
crescita della nuova identità del paese dopo la Liberazione. Nato a Bologna il
4 marzo 1916, di famiglia ebraica, Bassani studiò con Longhi e Calcaterra e nel
'43 fu arrestato come partigiano e ebreo. Al gran pubblico è noto specie per IL ROMANZo Il giardino dei Finzi Contini del 1962, anche per l'omonimo film di De
Sica.
Davanti alla morte dello scrittore, la prima moglie Valeria Sinigallia e
l'attuale compagna, l'insegnante americana Portia Prebys hanno messo da parte i
contrasti giudiziari che le opponevano da anni. Al momento della morte, entrambe
era vicino a lui, insieme ai due figli avuti con la prima moglie e ad un
fratello. Al fianco dello scrittore c'era anche un rabbino. Le condizioni
respiratorie e cardiache di Bassani, hanno precisato dall'ospedale, si erano
aggravate negli ultimi giorni a causa dell'insorgere di una broncopolmonite.
Dalle 8 di stamane lo scrittore è entrato in coma e la sua morte, spiega il
prof. Gasparro, "è stata serena, come se stesse dormendo". Verso le
12, scrittore è stato esposto nella camera mortuaria del S. Camillo e i
familiari sono stati scortati da una guardia giurata per evitare il contatto con
i giornalisti. "Vogliamo vivere il nostro dolore in silenzio - hanno
chiesto i familiari ai medici - fuori dai clamori"
cnn - italian.vassar.edu
2004 - muore la sorella
eugenia detta jenny - ispiratrice de ' il giardino dei finzi contini ' 2013 - muore la moglie
valeria sinigallia
CENA DI PASQUA
E quando nel giro del ballo oscuro che ci rimorchia
dimenticate ombre nostalgiche a fingere la vita spirito della notte
ci riavrai, dopo le ultime risa i baci sulle guance, gli auguri, gli
addii sulla porta e là dalla soglia a scroscio rompendo un vento
crudele dissiperà le fioche ed esili voci come capelli incanutiti,
nel vuoto portico di tra i cancelli cieco soffiando sulle deboli
fiamme delle candele forse torneremo in un muto patto d’intorno a
questa tavola, sotto la lampada, commensali distratti fermi, le
labbra sigillate, seduti di contro ai ritratti pallidi dei nostri
morti, ad una eterna festa
SERA SUL PO Sei solo, ormai: in un fumo amaro sopra funeste
solitudini d'acque arrossa languido il fuoco
di nostalgici incendi le solenni foreste.
COMMIATO Scordarmi qui, disteso coi più vecchi, assopito
nel campo tutto arreso a uno sguardo infinito.
m. cristina nascosi sandri - cronacacomune.it -FE - 2013
La Fondazione
volendo onorare e mantenere viva la memoria di Giorgio Bassani, ha per scopo la
raccolta, tutela, conservazione, gestione e valorizzazione di documentazione, nonchè la promozione di studi e iniziative culturali di vario genere e di ampio
respiro con riferimento alla multiforme attività e agli svariati interessi dello
scrittore.
art.3 dello statuto
bassanite al premio bassani 2018 'bassanite'
intensa con molte manifestazioni che rimandano alla presenza centrale
dello scrittore nella vita e nell’esperienza cittadine ... uscirà
il film dedicato da Noa Karavan al romanzo bassaniano:Il giardino che non c’è. gianni venturi - ferraraitalia.it - 2018
. .
Intranima Lieder
-
teatro liederistico - sala estense ferrara 2019 primo Ciclo rappresentativo per voce recitante,
mezzosoprano, pianoforte e violino - sui testi poetici di giorgio
bassani e definito dalla figlia 'Il più elegante lavoro musicale
mai realizzato ' sulle poesie del padre .
cronacacomune.it - 2019 .
A Man of Letters
: Giorgio Bassani in North America - Seminario
-
https://iicnewyork.esteri.it
- 2023 youtube.com/watch?v=xz_37nF6l7c
.
.
POESIE COMPLETE - PRIMA EDIZIONE DIGITALE postumo - E
una sorta di "magico scrigno", come scrive Paola Bassani nella sua Premessa,
questa raccolta che dischiude l'opera poetica completa di una delle voci più
significative e originali del nostro secondo Novecento. Opera poetica
che per conoscere Giorgio Bassani è necessario leggere, accanto al Romanzo
di Ferrara, e che è altrettanto importante, impegnata, coinvolgente dei suoi
testi in prosa. In rima (negli anni giovanili, che precedono la
pubblicazione dei romanzi) e senza rima (in forma di epitaffio, in quelli
che li seguono), i suoi versi, con crescente intensità, ci parlano dell'io e
di quanto lo circonda, restituendo città, paesaggi, memorie familiari,
frammenti di storia collettiva, inquietudini esistenziali. Il poeta assume
su di sé il compito di testimoniare un mondo sepolto nelle forme di uno
straordinario e inusuale Spoon River. Il volume, affidato ad Anna Dolfi, la
maggiore studiosa di Giorgio Bassani, ne offre l'intera opera poetica,
secondo l'ultima sistemazione voluta dall'autore, con l'aggiunta distinta di
alcune sezioni del tutto inedite o disperse. Ad accompagnare il corpus
poetico, la storia delle singole raccolte, notizie sui testi, un commento
capillare che ricostruisce la fitta trama delle letture, dei rapporti, dei
significati di un complesso e coltissimo mondo lirico. "Pochi scrittori,"
suggerisce Anna Dolfi nella sua accurata e appassionata Introduzione, "sono
così coerenti eppure così felicemente nuovi come Bassani, capaci,
soprattutto in poesia, di mutare registro e modelli." Concepite in tal modo,
le Poesie complete rappresentano una svolta nel percorso editoriale e
critico delle liriche dell'autore ferrarese, ponendosi come punto di
riferimento fondamentale per i lettori e per gli studiosi. mondadori - 2021 ilgiornale.it/canto-bassani-libero-dalle-rime-fino-agli-epitaffi ilsole24ore.com/art/giorgio-bassani-e-sua-parola-immortale
di matteo
bianchi Le Poesie complete
rappresentano una svolta nel percorso editoriale e critico delle liriche
dell’autore ferrarese, ponendosi come punto di riferimento fondamentale per
i lettori e per gli studiosi.
Davvero cari non saprei dirvelo attraverso quali strade così di lontano io sia riuscito dopo talmente tanto tempo a tornare Vi dirò soltanto che mi lasciai pilotare nel buio da qualcheduno che m’aveva preso in silenzio per la mano
ibs - 2021 .
il vero
ferrarese si esprime in italiano
ma termina ogni suo ragionamento con una
frase in lingua dialettale