MARIO DESIATI

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DARIO FO
Ci vorrebbe un minuto di silenzio come quelli per soldati, politici, vittime di catastrofi. Ci vorrebbe un minuto di silenzio anche per uno scrittore comee Dario Foo .N   on sottovalutate quel minuto di silenzio dentro uno stadio, perché esiste un paese che conosce certe storie e certi uomini solo con la commemorazione, solo con una preghiera, solo con un ricordo trafugato, oppure solo con il silenzio, anche se questo dura soltanto un minuto..
b/md - 13.10.20166

 

 

POESIA

Sono più di 13 quasi 35 ma si possono fare tante cose aspettando, oh miei diletti, voi non capite quanta poesia c'è nell'attesa.
Ps  -  Poesia finita.

fb/md - 19.3.2016

... la poesia è quanto di più vicino esista alla natura.    In effetti le poesie sono proprio come le piante, una volta seminate e una volta diventate rigogliose, donano frutti ...
fb/md - 19.12.2018

 

 

fiabe
non esiste un'immunità alle storie che ci vengono raccontate quando siamo bambini .     Di più :   le fiabe sono un modo per conoscere e raccontare se stessi e il mondo al confine onirico con il sovrannaturale o con la divinità ...
festival la città dei lettori -  montaione firenze - 2023
msn.com/it-it/viaggio-dalla-psicanalisi-alla-taranta

 

Succede questo

e capita raro, in intere vite non capita mai e hai misericordia per quelle vite che non hanno vissuto una tale corrispondenza. Ed è leggere una poesia insieme a un'altra persona. Leggerla in un letto, su un divano, sulla spiaggia, sul muretto davanti al bosco. Leggerla prima e dopo cose pazzesche da fare assieme o prima o dopo un nulla che si fa nulla. Quante volte è successo nella vita? A me è successo. E quando capita succede che tutto ciò che è in quel momento attorno a noi due si moltiplica per 12, i nostri occhi e gli occhi della poesia e gli occhi nostri che hanno letto quella poesia. Cerchiamo di dare un senso al sentimento che è stato descritto, perché si sa, una poesia è roba di sesto senso, è questo che sogno accada sempre. Leggere una poesia in due ci obbliga a non essere estranei all'altro che è con noi e soprattutto alla ricerca di un senso comune, un senso che può solo farci più aperti e profondi dunque migliori. Questo è per me memoria.
Questo è per me memoria. E centomila volte meglio lo fa Paul Celan qui:


Qualunque pietra tu alzi-
li discopri, coloro cui occorre
il riparo delle pietre:
denudati, rinnovano il loro intreccio.
Qualunque tronco tu abbatti-
inchiodi assi
d'un giaciglio, ove
di nuovo s'ammucchiano le anime
come se non si scotesse
anche quest'Era.
Qualunque parola tu dica-
rendi grazie
alla perdizione.

fb/md - 27.1.2017

Dedicate Bildnis Eines Schattens alla persona che avete amato di più o che amate ancora

Da molti è considerata una delle liriche più moderne e al contempo più classiche d'amore. La scrisse Paul Celan che di amori impossibili, disperati, ma profondi e inevitabili, se ne intendeva. Riprende uno stile simile alle preghiere molto in voga nella poesia tedesca del Seicento che enumerava in un catalogo le parti del corpo dell'amato; ma lo immerge nelle ardite metafore del surrealismo che ha sprigionato metafore potenti nei capolavori più riusciti come in Breton o nel mio amato Nezval de La donna al plurale. La fanno leggere a scuola per imparare l'uso ardito del genitivo, io la farei imparare a quelli che si innamorano perdutamente e hanno paura dell'orma finale degli addii.

Consolaci Celan.


I tuoi occhi, traccia luminosa dei miei passi
la tua fronte, solcata dai luccichii delle spade
le tue sopracciglia, margini del precipizio
le tue ciglia, ambasciate di lunghe lettere
i tuoi riccioli, corvi, corvi, corvi
le tue guance, il sigillo del mattino
le tue labbra, ospiti in ritardo
le tue spalle, statue dell'oblio
i tuoi seni, compagni dei miei serpenti
le tue braccia, ontani al portone del castello
le tue mani, tavolette di morti giuramenti
i tuoi lombi, pane e speranza
il tuo sesso, la legge d'un bosco che brucia
le tue cosce, le ali nell'abisso
le tue ginocchia, maschere della tua alterigia
i tuoi piedi, la battaglia di pensieri
le tue piante, sepolcri di fuoco
la tua orma, occhio del nostro addio.
fb/md - 22.5.2019

 

SCRITTURA

Catessi è la parola con la quale si indica l'investimento delle migliori energie mentali ed emotive verso un'idea, un oggetto, una persona. Prima che essa diventi ossessione per uno scrittore la Catessi è il corpo a corpo con la storia che si sta scrivendo o progettando. Da lettore diffido da chi dice che "scrive per divertimento o per hobby o per gloria celeste o terrena", la scrittura è investimento, totale, è perdere tutto (soldi, salute, status) prima di poter riacquistare una minima parte di quella felicità provata il giorno in cui nasce l'idea di scrivere.
fb/md - 28.2.2017

Sto leggendo con disordine

e questo rispecchia il mio disordine nelle cose e nei luoghi degli ultimi tempi. Dal disordine emerge sempre la poesia, un verso che connota tutto quanto e rende quel caos un variopinto luogo di vita. Le stanze dell'addio di Yari Selvetella non è una poesia, ma è un romanzo scritto come una poesia e sono quei libri che si portano dietro tutto il senso delle nostre brevi vite, i cari che se ne vanno, quelli che restano per sempre cambiati, declinati, rotti sino a quelli mancati, nascosti in un'anima lontana, più lontana dei mari dove si nascondono le balene della preistoria. Alla fine della lettura torno indietro e cerco delle frasi da riportare nel mio diario, poi le sottolineo, le scrivo e mi accorgo che un diario non ce l'ho.
fb/md - 24.1.2018

Arrivi a metà romanzo

sai che tra gli appunti della seconda parte spicca un pezzo di circa cinque righe che ti fa dire "è talmente bello che basta questo". Poi questi appunti spariscono e spariscono le cinque righe. Quelle cinque righe magiche dove eri la persona più ispirata del mondo non ci sono più. Quando gli appunti riappaiono le cinque righe non si trovano. Forse le avevi sognate, oppure più probabilmente le avevi lette da un'altra parte ed erano di un altro libro, di un altro scrittore, di un'altra vita.
fb/md - 5.12.2018

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Ho capito cosa sono
le affollate solitudini - demoni
che non ti fanno vedere gli altri
fb/md - 2014

 

La carezza

è un atto rivoluzionario
fb/md - 2014

 

A volte l'involuzione è solo una

momentanea mancanza di coraggio
fb/md - 5.9.2015

 

Tenere a bada i propri demoni

Facile a dirsi
fb/md - 24.4.2016

Kit essenziale
per sopravvivere a una fiera del libro

1) Agenda
2) Amuchina a litri
3) Collirio per occhi secchi
4) Spazzolino da viaggio
5) Burrocacao
6) Crema idratante
7) Integratori di sali minerali
8) Libri da farsi firmare
9) Sacca di tela che conterrà a sua volta altre sacche di tela
10) Alcol
11) Alcol
12) Alcol
13) Alcol
fb/md - 19.5.2017
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amuchina
...  mille mani untuose da stringere nel mondo editoriale italiano tra cui la mia


RIVOLTA
Se avessi il coraggio
andrei sotto il tribunale
con candele candelotti
e candelabri.
Se avessi il coraggio
brucerei le mie tessere
le mie tasse le mie carte
nel caminetto.
Se avessi il coraggio
ma non ho i candelotti
non ho i candelabri
non ho il caminetto
non ho, no.

fb/md - 2014

Dieci cose smarrite in fiera :
1) Occhiali da sole Rayban regalo del mio trentatreesimo genetliaco
2) Una borsa con libri comprati sabato sera (Parrella, Gustafsson, Camenish, Alajmo)
3) Chiave elettronica della stanza d'albergo
4) Talloncino identificativo per il deposito borsa
5) Un pacco di cingomme
6) Penna bic punta fine blu
7) Cuffie auricolari
8) Sciarpa Juve rosa
9) Un blister contenente pillole di Magnesio e Potassio
10) La boccetta di Amuchina comprata in stazione.

fb/md - 22.5.2017

I libri che amo leggere sono molto lontani da ciò che si trova facilmente in libreria. Non ho gusti elitari. Di più. Amo gli errori e i dubbi, le marche e la scrittura tonda, ricca, a volte difficile, ma non ampollosa e fine a se stessa. Quando propongo i nomi dei miei scrittori italiani che leggo con acribia e attenzione penso ai percorsi di Vincenzo Pardini o Cosimo Argentina che pubblicai in Fandango, agli esordi di Barbara di Gregorio e alle certezze di uno scrittore come Giosuè Calaciura. Sellerio ha pubblicato il suo ultimo romanzo che ha come protagonista un luogo invece di un personaggio. Borgo Vecchio è un quartiere a ridosso del porto palermitano e ci vivono Mimmo, Cristoforo, Carmela, sua figlia Celeste e Totò. Anche se ambientato solo sessanta anni fa, l'atmosfera è quella di un'epoca ancestrale, dove gli uomini si mischiano agli animali, il crimine ha i suoi codici e la legge impone le sue eccezioni, il sesso nei corpi e nei bisogni come consolazione dei miseri. La scrittura di Calaciura non è semplice, è fatta per essere letta con lentezza, assunta come un prezioso liquore da decantare, gustare, amare.
fb/md - 26.5.2017

Piaghe del presente
la moria dell'ironia

fb/md - 19.5.2017

' al sorteggione del megadirettore galattico si presentò anche la commissione interna  ' -  citazione letteraria che masticavo alla cerimonia del Premio Calvino per i 9 scrittori finalisti.      Io nei panni di Fantozzi.
fb/md - 1.6.2017

 

 

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L'espressino esiste solo in Puglia

e anche le catene nazionali e internazionali prevedono nel menù dei loro locali in Puglia la sua presenza. La grande frustrazione per un pugliese e spiegare che cos'è l'espressino a un barista forestiero. Voi come lo spiegate? Io ormai ci ho rinunciato e dico solo "caffè con schiuma di latte in vetro". Ma ovviamente è inesatto.
fb/md - 13.4.2017

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Il segno di questi tempi

a Centocelle, invece di petardi e cicche il quartiere è disseminato di bustine di Gaviscon Advance.
fb/md - 3.1.2017

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La mia stagione preferita è sempre stata l'autunno.     Temo siano i colori degli alberi e la sua umiltà.     È una stagione che non sembra promettere nulla e invece lascia traccia e colori, dà respiro .
fb/md - 6.10.2018

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MARINA SERRA - https://ricerca.repubblica.it/2018/questa-mia-marina-serra-sconvolta-dal-tornado

... uno dei luoghi della mia anima .
fb/md - 8.2.2019

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TELEFONINO
Gli zombi col telefonino in mano compulsanti sulle soglie delle porte in metro che si stanno aprendo e la folla è pronta a calpestarli ma loro se ne infischiano beati perché commentano uno status di Cippa Lippa.    Quanto li invidio.     A me basta uno sguardo in tralice e mi vanno storti i pranzi dei prossimi mesi.
fb/md - 20.4.2017

 

Ognuno ha un muro dentro e quando questo cade si torna a essere se stessi.
fb/md - 24.3.2018

 

 

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INTERVISTA

...  il suo rapporto con i social network?
Mi sono tolto da twitter e forse tra un po’ mi toglierò da Facebook, ho il terrore di essere raggiunto da tutti, ma so anche che non si può fare a meno di quel minimo contatto con una parte del mondo che oggi esiste lì. È come essere senza telefonino, ma presto forse perderò anche quello.
perché   u wagnòne se n'i scióute ...  addirittura  in Germania?
Berlino, è molto diversa dal resto delle città che conosco, Berlino è anche molto diversa dalla Germania. È una città aperta, trasgressiva, dove io sono più libero di quanto non lo sia nel resto del mondo.
rosa maria messia - extramagazine.eu - 2016

 

 

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Noi, capaci di essere diversi

a proposito dell’educazione. ha un’incidenza forte sulla formazione di chi siamo ?
Sono il più vecchio qui, ho quarantaquattro anni. Sono cresciuto in una società patriarcale e mi rendo conto che ce l’ho dentro, il patriarcato. Cerco di tirarmelo fuori da anni, ma è un processo lungo e complesso. Quindi sì, l’educazione ricevuta è fondamentale  .

mattia insolia - www.corriere.it/otto-ritratti-nuovi-maschi-noi-capaci-essere-diversi

 

 

 

 

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Sono un collezionista di gaffe da quasi 39 anni
l'ultima in ordine di tempo è davvero epica.
fb/md - 2.6.2016

Perché fare una cosa oggi se la possiamo fare domani ?  

O dopodomani ?  

O mai ?
fb/md - 27.6.2016

Pericoloso quando racconti solo le cose che ti accadono

peggio quando le cose che hai raccontato cominciano ad accaderti

fb/md - 1.7.2015

Ridere sui propri difetti è arte sopraffina e non comune

fb/md - 8.3.2016

Ok. Parliamone. Dicesi tentazione, poi lo so che mi tradirai e si soffrirà
fb/md - 15.2.2017

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#Primogiorno di scuola a Martina Franca nel 1983:

già con le spalle al muro, un corvo sulla cartella e vestito praticamente da pulcino pio.   

Nonostante questo ce l'ho fatta, mi sono anche laureato.
fb/md - 16.9.2015

 

Quando ero bambino

inghiottivo volutamente i semi della frutta. Sceglievo i più piccoli e innocui. Uva, Mela, Pera, Limone. Poi passai ai semi di zucca e i girasoli. Erano molto saporiti e riempivano delle piccole ciotole ovali che venivano tirate fuori quando a casa c’erano visite importanti. Non avevo mai visto un girasole, ma se c’erano i semi, voleva dire che esisteva qualcosa che cresceva da quella minuscola ostia grigia che sgranocchiavo. Mangiavo tutti questi semi perché pensavo che un giorno dentro di me sarebbero germogliati e avrebbero trasformato la mia vita in un giardino di frutta e fiori. Quando fui portato per la prima volta in un campo di girasoli, avevo sei anni, non avevo mai visto dei fiori così alti, erano tondi e gialli come il sole che ci facevano disegnare le maestre, ma se li toccavi non scottavano. Rimasi un po’ in mezzo ai loro gambi verdi, mi pungevano, accarezzai i petali e anche le punte dei petali pizzicavano sui polpastrelli, punture piacevoli da sentire lungo il dorso delle mie mani. Il giorno dopo ho ricominciato a mangiare semi, ma ancora non mi sono trasformato in un giardino di frutta e fiori
fb/md - 19.12.2015

Quando ero alle elementari

facevo i compiti a casa della nonna di un amico che viveva in un sottano. Avevo diversi amici con i nonni nei sottani ; all'epoca il centro storico del mio paese traboccava di umanità e diverse famiglie ancora sceglievano di vivere nei bassi chiamati sottani. Sono monolocali al piano terra, il televisore decideva la disposizione dei tavoli e dei mobili, la buffetta, ossia il tavolo sul quale avveniva tutta la vita del piccolo nucleo familiare era di legno con una copertura di vetro pesante, di solito l'area notte era divisa da una tenda. In quegli anni tutti usavano la stessa tenda con una fantasia di girasoli e uno sfondo ocra. Nonostante lo spazio angusto, il lieve rumore di un orologio con la carica manuale e lo scalpiccio dei passi sulle chianche, oggi tutte sostituite da orrendi lastroni di pietra (mi chiedo che fine abbiano fatto quelle chianche che trapuntavano le strade del mio paese), vigeva una concentrazione, una quiete, che ancora oggi fatico a trovare.
fb/md - 27.4.2016

Quando avevo 16 anni

fui cacciato da una libreria. E' stato uno dei momenti in cui mi sono più vergognato di me. Ero in una piccola libreria di un posto di mare e sfogliavo l'edizione da mille lire del De Rerum Natura di Lucrezio. Era l'unico autore familiare tra quelli esposti e mi ero messo a leggiucchiare alcune pagine, devo ammettere che non lo feci con molta grazia, ero inquieto, mi sentivo osservato.
"I libri non si sfogliano, si comprano." mi disse una voce perentoria, una donna dalle dita grandissime e cicciotte mi stava rimproverando. (Riuscii a vedere solo le sue dita)
"Lo volevo comprare." Dissi e toccandomi le tasche cercai la mille lire, ma c'era soltanto un pacco di gomme.
Il libro mi cadde per terra, mi piegai per raccoglierlo, ma feci cadere inavvertitamente la colonnina dei libri di Stampa Alternativa che era alle mie spalle. Non trovai i soldi, non trovai neanche più le gomme, non trovavo nulla se non il mio imbarazzo. Intanto mi piegai sui libri di Stampa Alternativa che si sfaldavano tra le mie mani perché erano stati a lungo esposti all'aperto.
"Ora esci di qui, i libri non si sfogliano, non si leggono, i libri si comprano."
Per giorni prima di dormire una voce veniva nelle mie orecchie e sussurrava. I libri non si sfogliano, non si leggono, si comprano.
Oggi io i libri prima di comprali non li leggo e non li sfoglio. Li annuso.

fb/md - 3.2.2016

*

  

Ieri ho brigato a lungo per annodarmi questa cravatta.

Credo di aver ottenuto un risultato accettabile.

Ho cominciato al mattino, quando ho finito era diventata sera.
fb/md - 5.2.2016

 

 

           

 

 

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