YV ES BONNEFOY
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 https://youtu.be/VEQFc2Yl16U

https://youtu.be/HS1XMg6Q9H8  -  les arbres  - legge YB - poesiefestival berlin 2011

  https://youtu.be/LWQf6B8Uk_U    -  legge YB

https://youtu.be/aR0nkSnaFlg -  incontri rai 



BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

 

l'arriere pays 1972

rue traversiere 1977

Un sogno fatto a Mantova 1979
L’Improbabile 1982
L’impossibile e la libertà. Rimbaud 1988

QUEL CHE FU SENZA LUCE. INIZIO E FINE DELLA NEVE  1991

Shakespeare : théâtre et poésie  1998
Lo sguardo per iscritto. arte del Novecento 2000
Trattato del pianista 2000
Seguendo un fuoco. Poesie scelte 1953-2001 2003
Osservazioni sullo sguardo 2003
Il disordine. Frammenti 2004
L’Entroterra 2004
Ieri deserto regnante seguito da Pietra scritta 2005
La civiltà delle immagini. Pittori e poeti d’Italia 2005
La comunità dei traduttori 2005
Terre intraviste. Poesie 1953-2006 2006
Goya, le pitture nere 2006
Poesia e Università 2006
Rome: 1630 2006
Le assi curve 2007
IL GRANDE SPAZIO 2008
Art et nature 2009
Edward Hopper - fotosintesi dell'essere  2009
Farhad Ostovani 2009
Il poeta e il fluire ondeggiante delle moltitudini 2009
RIMBAUD - SPERANZA E LUCIDITA 2010
L'ALLEANZA TRA LA POESIA E LA MUSICA 2010
L'ARBRE DE ALEXANDRE HOLLAN 2010
L'OPERA POETICA 2010

sotto il segno di baudelaire  - 2011

le photographe dans le train 2012 

bonnefoy traduce pascoli + CD - 2012 

l'ora presente 2013 

l'autre langue a portee de voix 2013

orlando furioso guarito  -  2014

Il Digamma e altri scritti  - 2014

miro' - 2014

POESIA E FOTOGRAFIA - 2015

SULL'HAIKU - 2015

ENSEMBLE ENCORE - 2016

IL SECOLO DI BAUDELAIRE - 2016

LUOGHI DESTINI dell'IMMAGINE - 2018

NELL'INGANNO DELLA SOGLIA - 2021

LA SCIARPA ROSSA - 2021

insieme ancora - 2022 - postumo

festivaletteratura.it
ibs.it    unilibro.it    zam.it



RICONOSCIMENTI PRINCIPALI

PRIX DE L'EXPRESS 1958
L'EXPRESS PRIZE FOR ESSAYS 1959
PRIX DES CRITIQUES 1971
CECIL HEMLEY PRIZE 1977
MONTAIGNE PRIZE 1978
ACADÉMIE FRANÇAISE GRAND POETRY PRIZE 1981
SOCIÉTE DES GENS DE LETTRES GRAND PRIZE 1987
PRIX GONCOURT-HUDSON REVIEW'S BENNETT AWARD '88
PREMIO BALZAN 1995
PREMIO GRINZANE CAVOUR 1997
PREMIO LERICI 2001
PREMIO PIER PAOLO PASOLINI 2005
PREMIO FRANZ KAFKA 2007
PREMIO POESIA PIERRETTE MICHELOUD 2011
PREMIO INTERNAZIONALE NONINO 2015
CATTEDRA INT. POESIA CENTRO
INT. SCRITTORI CALABRIA_CIS 2019

 

 



LAUREA HONORIS CAUSA


. UNIVERSITÉ NEUCHÂTEL
. AMERICAN COLLEGE PARIGI
. UNIVERSITÀ DI CHICAGO
. TRINITY COLLEGE DUBLINO
. UNIVERSITÀ DI EDIMBURGO
. UNIVERSITA ROMA TRE
. UNIVERSITA OXFORD
. UNIVERSITA SIENA
. UNIVERSITA NAPOLI L'ORIENTALE

 

 

1984 - CHEVALIER DES ARTS ET DES LETTRES

nominato dal ministro Jack Lang

http://it.wikipedia.org/wiki/Yves_Bonnefoy#Riconoscimenti

Qui, sempre qui

Qui, è il luogo chiaro .
Non è più l’alba

È già la giornata dei desideri esprimibili .
Dei miraggi di un canto nel tuo sogno non resta
Che questo scintillio di pietre future .

Qui, e fino a sera . 
La rosa di ombre

Si girerà sopra i muri . 
 La rosa di ore

Sfiorirà senza rumore .  
Le chiare lastre di pietra

Condurranno a lor grado questi passi
invaghiti del giorno .


Qui, sempre qui. Pietra su pietra
Hanno costruito il paese dettato dal ricordo .
A malapena se il rumore dei semplici frutti che cadono
In te ancora infebbra il tempo che sta guarendo .


poesia francese del novecento

ICI, TOUJOURS ICI

Ici, dans le lieu clair . Ce n'est plus l'aube

C'est déjà la journée aux dicibles désirs .
Des mirages d'un chant dans ton rêve il ne reste
Que ce scintillement de pierres à venir .

Ici, et jusqu'au soir .   La rose d'ombres
Tournera sur les murs .  La rose d'heures
Défleurira sans bruit .   Les dalles claires
Mèneront à leur gré ces pas épris du jour.

Ici, toujours ici .   Pierres sur pierres
Ont bâti le pays dit par le souvenir .
A peine si le bruit de fruits simples qui tombent
Enfièvre encore en toi le temps qui va guérir .

La voix de ce qui détruit
Sonne encor dans l’arbre de pierre  .
Le pas risqué sur la porte
Peut encore vaincre la nuit  .

D’où vient l’Œdipe qui passe ?
Vois, pourtant, il a gagné  .
Une sagesse immobile
Dès qu’il répond se dissipe  .

Le  Sphinx qui se tait demeure
Dans le sable de l’Idée  .
Mais le  sphinx parle, et succombe .

Pourquoi des mots ?
Par confiance
Et pour qu’un feu retraverse
La voix d’Œdipe sauvé .

il mirto
Eri la terra, a volte lo sapevo

sulle tue labbra bevevo l’angoscia delle fontane
sgorgante da pietre calde, e l’estate
dominava lassù pietra felice e bevitore .

Ti dicevo di mirto, a, volte, e bruciavamo
un giorno intero l’albero dei tuoi gesti .
Grandi fiammate rapide di luce vestale .
cosi t’inventavo fra i tuoi capelli chiari .

Grande e nulla un’estate ci aveva arso i sogni
arrochita la voce, cresciuto il corpo, disfatte le catene .
A volte il letto vorticava, una barca alla deriva
che si avvia lentissima verso il centro del mare .

trad luisa spaziani
LE MYRTE
Parfois je te savais la terre, je buvais
Sur tes lèvres l’angoisse des fontaines
Quand elle sourd des pierres chaudes, et l’été
Dominait haut la pierre heureuse et le buveur .

Parfois je te disais de myrte et nous brûlions
L’arbre de tous tes gestes tout un jour .
C’étaient de grands feux brefs de lumière vestale .
Ainsi je t’inventais parmi tes cheveux clairs .

Tout un grand été nul avait séché nos rêves
Rouillé nos voix, accru nos corps, défait nos fers .
Parfois le lit tournait comme une barque libre
Qui gagne lentement le plus haut de la mer .

 

PER SOPRAVVIVERE CI VUOLE POESIA

PREMIO INTERNAZIONALE NONINO 2015
LA POESIA DI YVES BONNEFOY È UNA LIRICA DI PRESENZA CHE ALBERGA NEGLI INTERROGATIVI SUSCITATI DAL MONDO. SOLLEVANDO TALI QUESITI ED ELEVANDOLI AL MASSIMO LIVELLO, ESSA ILLUMINA IL CAMMINO E DISPIEGA VASTI ORIZZONTI PER RINNOVARE LA VISIONE DEL MONDO, LA RICERCA E IL CONFRONTO - CON I SUOI VERSI RISVEGLIA L’ENERGIA UMANA PIÚ CREATIVA, TRASCENDENDO L’ASSENZA DEL MONDO D’OGGI. NELLA NEBBIA UNIVERSALE SOLLEVATA DALLA GLOBALIZZAZIONE APRE ORIZZONTI PER RINNOVARE LA VISIONE DELLA REALTÀ.

ADONIS - MEMBRO DELLA GIURIA
librimondadori.it - 2015

 

OGNI FORMULAZIONE LINGUISTICA, PUÒ ESERCITARE UN POTERE SOTTILE E FEROCE, CHE CONSISTE NEL FAR SPARIRE 'CE QUI EST' - CIÒ CHE È - NELLA PAROLA CHE LO NOMINA, NELLA CONCATENAZIONE DEI CONCETTI. MA È PROPRIO A QUESTO PUNTO CHE INIZIA IL COMPITO DELLA POESIA, NEL METTERE IN DISCUSSIONE IL SUO STESSO STRUMENTO, LA LINGUA, CON LO SCOPO DI RIGENERARE LE PAROLE, DI TRASFORMARE L'ASSENZA DELL’OGGETTO NOMINATO IN PRESENZA.    LA POESIA SI OPPONE COSÌ ALLA CONCETTUALIZZAZIONE, LA QUALE SLEGA L’IDEA DAL CORPO CHE LA ESPRIME.
lorena zaccagnino - mondodomani.org - 2015

NEI FRANGENTI PEGGIORI DOBBIAMO INSISTERE PER LA LIBERTÀ DELLA PAROLA, PERCHÉ ESSA È L'ORIGINE DI TUTTE LE ALTRE, CHE RAPPRESENTANO IL FERMENTO ESSENZIALE NELLA MATURAZIONE DI CIASCUN COMPITO - SENZA ECCEZIONI - CHE L'ANIMO DEVE DARSI. LA POESIA, ESERCIZIO DI LIBERTÀ, NON È UN DIVERTISSEMENT. È CIÒ CHE CI PERMETTERÀ DI CHANGER LA VIE.

lucia aviani - messaggeroveneto.gelocal.it - 2015

.

LA LETTERATURA È UNA POSSIBILITÀ DEL LINGUAGGIO - LA POESIA È UN MODO DI RISVEGLIARE LA PAROLA .

...

La poesia sgorga da profondità inconsce e non da fatti contingenti : è sempre un gesto del tutto imprevisto e imprevedibile  .

.

 

 

ENSEMBLE ENCORE

car c'est vrai que rien n'est réel, de cette salle
où nous somme ensemble, vous et nous,
a-t-elle des cloisons, elles s'effacent
dès que je m'en approche.  je ne sais
si c'est dedans, dehors, cette nuit claire
je prend la coupe, je l'élève, elle n'est plus.

ensemble encore - 45 esemplari numerati - 2016

.

 

INSIEME ANCORA

... edizione per la prima volta al pubblico italiano  . postumo .


Questo sole nella stanza vuota, è la notte
Accetta di brancolare nella luce
Entra, perché i tuoi occhi s’aprano di più
Perfino perché dardeggino

.

 Bella la luce

Che avvolge, a sera
Questi mandorli che avevamo piantato
Ah, amica mia
Credo, quasi so
Che la bellezza esiste e significa .  Credo
Che abbia ancora senso far nascere
Attesto che le parole hanno diritto al senso
Comunque quando è difficile
Fare di questa fede un pensiero
Quanto sembra naturale averne vergogna !

.

 

 

Amici miei, amate mie
Vi lego i doni che mi faceste
Questa terra vicina al cielo, ad esso avvinta
Da queste innumerevoli mani, l’orizzonte  .
Vi lego il fuoco che guardavamo
Ardere nel fumo delle foglie secche
Che un giardiniere dell’invisibile aveva spinto
Contro uno dei muri della casa perduta
.

.






Si erano scorti da lontano tra la folla
Si conoscevano solo di vista
Si sedettero uno accanto all'altra per ascoltare
La musica sublime di quella sera .
L'opera sapeva molto dell'uno e dell'altra
Parlava a ciò che non osavano essere
Prese loro le mani, affinché farne
Riconoscenza e condivisione e desiderio .
Di mani che s'uniscono s'accresce lo spirito
E ancor più penetrante è la musica .
Ancor più essa è il vero che è il semplice .
Una barca i loro corpi avvinti che solleva
L'ardore che farà nascere, e vicina è l'alba
Quasi già sorto il loro secondo giorno .

 

Ciascuno dei testi raccolti nella silloge riflette l’esigenza di rivolgersi a qualcosa o a qualcuno :  una luce, un amico, una donna amata, un luogo custode di ricordi, il cielo stellato .    Ma il dire che il poeta sperimenta non si riduce a una ricostruzione di sensazioni o memorie, non costituisce un mero significato; Bonnefoy rintraccia innanzitutto un suono, un ritmo, una dimensione in cui il senso profondo della sua stessa esistenza, del suo lavoro, divenga armonico e, in accordo con l’universo, si faccia musica .    Una musica che, nonostante la mortalità a cui ogni cosa è soggetta, non si estingue e continua ancora a farsi legame e «lascito», come sottolinea Fabio Scotto nell’Introduzione, per le future generazioni dell’umanità .
ilsaggiatore.com - ibs - hoepli - maremosso.lafeltrinelli.it - 2022
glistatigenerali.com/questa-terra-vicina-al-cielo

 

 

 

 

 

L’écharpe rouge   -  LA SCIARPA ROSSA
un'idea di racconto
Ciò di cui avevo disposto, fin dai primi giorni, era una poesia, di un centinaio di versi. La mia idea di racconto stava in parole portate, per non dire prodotte, dalle esigenze di un ritmo. Ma quando avevo constatato di non saperla interamente comprendere, per eliminare l’ostacolo avevo immaginato di darmi a una scrittura in prosa.
...
L’ampia sciarpa rossa che portavate  !
Me ne sono ricordato in certi momenti della mia vita   .
La paura, ah, di più ancora  !
Un brivido
Lo spavento che nasce
Da un passo udito in una casa vuota  .
...

ibs -  liminarivista.it/sciarpa-rossa  -  2021

 

 

 

 

NELL'INGANNO DELLA SOGLIA

Io grido, Ascolta
Una musica è cessata .
Ovunque, in quel che è
S’alza il vento e scioglie .
Oggi la distanza tra le maglie
Esiste più delle maglie
Noi buttiamo una rete che non pesca .
Finire, ordinare
Più non lo sappiamo .
Tra l’occhio che s’accresce e la parola più vera
Si strappa la fodera del terminabile .

tratto da 'la terra'
Pace, sull’onda che va. Il tempo scintilla .
Si direbbe che la barca si sia fermata .
Si sente solo il lanciarsi, il frangersi
Contro il fianco deserto, dell’acqua infinita .

 

Ogni poesia scalfisce una resistenza, eleva il linguaggio, ripudia la banalità, si misura con la vita. È questo l’insegnamento di Nell’inganno della soglia, raccolta che ha segnato la poesia del Novecento e un capitolo straordinario della vicenda artistica di Yves Bonnefoy, il quale qui più che mai piega il linguaggio e si getta nella materia che lo nutre: l’esperienza sempre tesa del vivere. Nell’inganno della soglia è una riflessione sulla natura, sulla memoria e sullo scorrere del tempo: la parola di Bonnefoy non può esistere senza un accordo con il paesaggio, con gli umani e gli oggetti che lo abitano, e fa i conti con la condanna della nostra mortalità. Pubblicato per la prima volta nel 1975 e qui presentato in nuova traduzione, Nell’inganno della soglia raccoglie il frutto di decenni di sperimentazione poetica e conserva ancora tutta la sua potenza, mostrando, come scrive Fabio Scotto nell’introduzione, che «scrivere è varcare una soglia, quella dell’indicibile, scontrarsi a una porta coriacea, ingannevole, chiusa».
saggiatore - 2021 - nuoviargomenti.net/nellinganno-della-soglia

 

 

 

 

Luoghi e destini dell'immagine   -   Un corso di poetica al Collège de France 1981-1993
Yves Bonnefoy propone in questo libro i riassunti delle lezioni tenute dal 1981 al 1993 presso la cattedra di "Études comparées de la Fonction poétique" al prestigioso Collège de France. Già dalla lezione inaugurale "La presenza e l'immagine" si delinea il vasto e suggestivo itinerario di pensiero che lo conduce, attraverso un costante confronto fra la poesia, l'arte e la filosofia, da Giacometti a Shakespeare, da Carracci e Caravaggio a Laforgue, da Baudelaire a Mallarmé. Ne risulta un percorso illuminante capace di levare uno sguardo lucido e acutissimo sulle questioni nodali della poesia in rapporto all'immagine e agli inganni della rappresentazione, alla ricerca di quel «vero luogo», che è la terra, e della «verità di parola» cui è legato il senso stesso della «presenza» come unico modo di vivere pienamente l'essere nel mondo e la relazione con la natura e con gli altri esseri. Lezione di un grande maestro, da meditare e sempre rivivificare nel tempo.
IV di copertina - amazon - 2018

 

 

IL SECOLO DI BAUDELAIRE

In questo libro Bonnefoy racconta un suo personale viaggio nell’Ottocento, cogliendo quanto di più profondo in questo secolo la poesia, la letteratura e la filosofia hanno saputo esprimere. In tale viaggio gli fa compagnia Baudelaire, l’autore che per primo ha avuto l’intuizione della pienezza della letteratura, considerata come un “lavoro” da portare avanti fin nell’oscurità della psiche. Non solo: fino a misurarsi con la scomparsa del divino, oltre che con l’intricata morale del tempo. Cosa che lo avrebbe condannato all’incomprensione di chi lo circondava e all’infelicità.
lafeltrinelli.it - 2016
Nel XIX secolo nasce la poesia della modernità e Yves Bonnefoy ne traccia in questo libro il profilo. Lo delinea dialogando con i testi poetici di alcuni tra gli autori più significativi dell'Ottocento: da Poe a Baudelaire, da Mallarmé a Rimbaud, da Laforgue a Valéry, fino a Hofmannsthal. La grande innovazione di questi poeti consiste nell'aver compreso che la scomparsa del divino dai significati e dalle figure della struttura linguistica non può determinare che vada anche perduto il senso della trascendenza. Ecco perché nei loro testi mantengono vivi entrambi questi aspetti conferendo alla poesia una natura completamente nuova, assolutamente inedita: una natura in grado di connettere l'infinitezza all'esistenza ordinaria. Il compito al quale questi poeti non si sottraggono è di percepire nelle più semplici parole un residuo dell'originaria atemporalità, dell'infanzia del mondo, quando l'invisibile era ancora visibile. 'Quant'è difficile' esclama Bonnefoy 'condurre questa battaglia!'. E non si può non concordare con lui osservando come nel XX secolo la poesia dell'Ottocento non abbia avuto molti eredi, avendo preferito strade meno ardue, più familiari. L'invito è chiaro: torniamo a fare attenzione a ciò che hanno scritto autori come Baudelaire e Rimbaud. 'È in gioco la poesia' avverte Bonnefoy.
dalla postfazione di Flavio Ermini
ibs - 2016

pangea.news/bonnefoy-baudelaire

.

 

 

 

SULL'HAIKU
Sono qui raccolti per la prima volta quattro saggi fondamentali del poeta e critico francese Yves Bonnefoy, che costituiscono la summa della sua riflessione intorno agli haiku portata avanti nel corso degli anni.
Rileggendo l’opera del poeta giapponese
Bashō, Bonnefoy ci conduce direttamente al cuore dell’irriducibile differenza tra la poesia occidentale e quella orientale, tra la volontà di concettualizzare il reale attraverso la lingua della prima e la ricerca di un’esperienza immediata e transitoria della seconda. Esistono forme brevi analoghe a quelle degli haiku nelle nostre letterature? La traduzione nelle lingue occidentali può restituire la sintesi e il gesto contenuti nelle diciassette sillabe dell’haiku?
Attraverso un approccio linguistico e filosofico, Bonnefoy espone alcune questioni essenziali che pongono il pensiero occidentale di fronte a un diverso essere al mondo poetico.
obarrao.com - 2015

 

POESIA E FOTOGRAFIA
In queste pagine, Yves Bonnefoy indaga gli effetti dell'introduzione del processo fotografico sulla società, e in particolare sulle opere e il pensiero degli artisti che per primi, spesso inconsciamente, ne subirono la fascinazione. E lo fa a partire da un'attenta rilettura di testi quali "Igitur" di Mallarmé e "La notte" di Maupassant. Come rileva Antonio Prete nell'introduzione, tutti i grandi temi che attraversano la scrittura di Bonnefoy, "l'assenza e la presenza, la parola e l'immagine, lo sguardo e il visibile, la singolarità irripetibile del vivente e il caso, l'istante e il fuggitivo", vengono qui dispiegati per far luce su un passaggio chiave nella formazione della sensibilità moderna e cogliere, attraverso la lente della poesia, i pericoli e le potenzialità insite nell'invenzione di Daguerre.
obarrao.com - 2015
Nelle immagini dei fotografi affiora cioè l'inconscio del poeta, trasfigurato nella materia stessa che si proponeva di superare. E più in generale un livello inconscio collettivo: distogliendo la mente da ciò che esprime la composizione, il caso mostra che le cose esistono in quanto tali, "in una materialità irriducibile allo spirito". Come il poeta, conclude Bonnefoy, solo il fotografo è colui che accoglie e custodisce la presenza, dialogando con il tempo e lo spazio, presentificando anche il nulla, allontanando l'orrore attraverso lo sguardo meravigliato del primo giorno, strappando al non senso un frammento di senso.
michele lauro - panorama.it - 2015

 

 

 

MIRO'

ripubblicato dopo la  prima edizione degli anni sessanta

Miró, come la maggior parte dei grandi pittori, non lavora per esprimere un modo di essere, felice o angoscioso che sia, ma per capire e superare un conflitto. Il sole della vita fisica e l'inquietante luna che presiede alle metamorfosi dell'inconscio vengono nella sua opera a mescolare le loro luci, e Miró dipinge per poter sfociare nella pura luce del giorno. Tenterò dunque di rivivere e di interpretare per sommi capi una storia, quella di uno spirito che lotta contro il turbamento che è in lui e che chiede all'arte di soccorrerlo.
ibs - 2014

 

 

 

L'ORA PRESENTE 
Un grande poeta, una delle voci in assoluto maggiori della poesia del Novecento e contemporanea, giunto al traguardo dei novantanni, prosegue la sua straordinaria avventura intellettuale con un nuovo libro che apre alla meditazione, che coinvolge una serie impressionante di immagini, brandelli di immagini e simboli, che lavora con intatto vigore sulla realtà cangiante della forma e sull'essenzialità di una parola sempre più asciutta e potente, in un tono al tempo stesso solenne e discreto, controllatissimo. Yves Bonnefoy, in "L'ora presente", compone un testo articolato in una serie di componimenti in versi (con prevalenza di sonetti) e di prose poetiche (o veri e propri microracconti lirici) nelle quali sembra veder riaffiorare - o voler recuperare - quelle impressioni o quei bagliori misteriosi, onirici (e rivelatori), che la mente reprime o allontana nel normale tempo di veglia. Il pensiero del poeta si muove liberamente in un intrico di visioni, oscillanti tra ricordo e invenzione, o contemplazione, poiché infatti "la memoria non la smette di rialzarsi", e dove il problema e l'equivoco dell'essere e del non-essere, del senso e del non-senso, che assalgono la nostra epoca, risulta sempre più pervasivo e stringente. Bonnefoy introduce le figure di Amore e Psiche, di Eros e della morte, che diviene, quest'ultima, un'ombra ricorrente, un'immagine di strenua vigilanza, più che di minaccia, che si rinnova quasi di pagina in pagina.

ibs - 2013

QUELLE MANI
CHE SI AVVINGHIAVANO A LEI DI NOTTE
LE SENTIVA INNUMEREVOLI, NON CERCAVA
DI DAR LORO UN VOLTO. LE OCCORREVA
NON SAPERE, DESIDERANDO NON ESSERE.
ANIMA E CORPO, PER STRINGERE LE VOSTRE DITA

UNIRE LE VOSTRE LABBRA
DAVVERO OCCORRE L’APPROVAZIONE DEGLI OCCHI ?
PENSANO I NOSTRI OCCHI, CHE IL LINGUAGGIO OBBLIGA
A SVENTARE SENZA POSA TROPPI INGANNI !
PSICHE AVEVA AMATO CHE IL NON VEDERE
FOSSE COME IL FUOCO QUANDO AVVOLGE
L’ALBERO DI QUI DEGLI ALTRI MONDI DELLA FOLGORE.
EROS, LUI DESIDERAVA TENERE TUTTO QUEL VOLTO
TRA LE MANI, NON L’ABBANDONAVA
CHE CON VIVO RAMMARICO AI CAPRICCI DEL GIORNO.
trad. f. scotto

 

LA SCIARPA ROSSA 
IN ALTO UN ATRIO NEL CIELO.
IL SOLE, AL DI LÀ. IL COMANDANTE
DEL VECCHIO MERCANTILE RICEVE UN VIAGGIATORE.
UN OBLÒ È APERTO, LE ONDE SONO VICINE.
E LUI CHE FA? SI È ALZATO, LANCIA
DA QUESTO OBLÒ UNA COSA, POI ALTRE.
COSÌ: PERCHÉ, MI DICE, QUESTA SCIARPA
MIO PADRE ME LA DONÒ, ALLA MIA PARTENZA
PER IL PRIMO DI TANTI VIAGGI.
L’HO AMATA, MI È PARSO CHE MI DICESSE,
L’HO SERBATA PER QUESTO GIORNO IN CUI MUOIO.
LA SPINGE FUORI, ESSA SI RIPIEGA
SULLA SUA MANO, E SI RIGONFIA, POI SI DISPIEGA.
PER UN ISTANTE SU NOI DUE TUTTO IL CIELO È ROSSO.

.   LA SCIARPA ROSSA

 

L'ora presente

è un libro di inquietudine, ma anche di speranza aperta. Vi si affronta il problema dell'essere e del non essere, del senso e della mancanza di senso, in rapporto alla realtà del nostro tempo. È un libro che prosegue, senza il minimo cedimento e con nuove acquisizioni, la ricchissima avventura di pensiero poetico dell'autore.
lafeltrinelli.it - 2013

 

Avec L'heure présente, proses et poèmes alternent également : les proses pour remuer le sol de la conscience qu'on prend du monde, où restent vives des impressions et des intuitions que la pensée diurne réprime, les poèmes pour tenter d'employer les mots ainsi rénovés et mieux poser les problèmes de l'être, du non-être, du sens et du non-sens, comme ils assaillent notre époque, à «l'heure présente». Poèmes qui sont des questions, mais se laissent pénétrer par des fragments de réponse. Parmi eux le plus important est celui qui donne son titre à l'ensemble, l'auteur y reconnaît ses inquiétudes et ses espérances.
franceculture.fr - 2014

 

 

 

 

 

DUE TORRI
E’ ACCADUTO COSÌ IN FRETTA! IMMAGINATE!
UNA TORRE, E DI FRONTE SE NE INNALZA UN’ALTRA,
E DUE UOMINI, A DUE FINESTRE,
CHE S’INTRAVEDONO, PRIMA E ULTIMA VOLTA!

E PER ANGOSCIA, IMMAGINATE! PER PAURA,
PER DESIDERIO DI GIUSTIZIA E D’ASSOLUTO,
L’UNO HA BRANDITO UN’ARMA! L’ALTRO È FERITO,
LA STESSA FIAMMA HA CINTO I DUE VOLTI.

CESSA D’ESSERE SPERANZA CIÒ CHE NON HA POTUTO
ANNIENTARE L’ABISSO TRA DUE TORRI.
CIÒ CHE AVREBBE DOVUTO ESSERE NON SARÀ.

CHE L’UNO VIVA; E CHE L’ALTRO, DI MATTINA,
RACCOLGA LA SUA FATICA, I SUOI ATTREZZI,
E S’ALLONTANI LUNGO LE VIE, NEL SUO SILENZIO!
l'ora presente - 2013

 

 

IL CUORE
L'ACQUA NON INTORBIDITA

SEI ALLEGRA O TRISTE?
– COME SAPERLO
SALVO CHE NULLA PESA
AL CUORE SENZA RITORNO.

NESSUN PASSO D'UCCELLO
SU QUESTA VETRATA
DEL CUORE ATTRAVERSATO
DA GIARDINI ED OMBRA.

UN PENSIERO DI TE
CHE HA BEVUTO LA MIA VITA
MA TRA QUESTE FOGLIE
NESSUN RICORDO.

SONO L'ORA SEMPLICE
E L'ACQUA NON INTORBIDITA.
HO SAPUTO AMARTI,
NON SAPENDO MORIRE ?
pietra scritta 1965

 

 

 

 

UN SOUVENIR
IL SEMBLAIT TRÈS ÂGÉ, PRESQUE UN ENFANT,
IL ALLAIT LENTEMENT, LA MAIN CRISPÉE
SUR UN LAMBEAU D´ÉTOFFE TREMPÉE DE BOUE.
SES YEUX FERMÉS, POURTANT. AH, N´EST-CE PAS

QUE CROIRE SE SOUVENIR EST LE PIRE LEURRE,
LA MAIN QUI PREND LA NÔTRE POUR NOUS PERDRE ?
IL ME PARUT POURTANT QU´IL SOURIAIT
LORSQUE BIENTÔT L´ENVELOPPA LA NUIT.

IL ME PARUT ? NON, CERTES, JE ME TROMPE,
LE SOUVENIR EST UNE VOIX BRISÉE,
ON L´ENTEND MAL, MÊME SI ON SE PENCHE.

ET POURTANT ON ÉCOUTE, ET SI LONGTEMPS
QUE PARFOIS LA VIE PASSE. ET QUE LA MORT
DÉJÀ DIT NON À TOUTE MÉTAPHORE.
raturer outre - 2010

.
UN RICORDO
SEMBRAVA MOLTO ANZIANO, QUASI UN BAMBINO,
SE NE ANDAVA LENTAMENTE, LA MANO SERRATA
S’UN LEMBO DI STOFFA ZUPPO DI FANGO.
GLI OCCHI CHIUSI, PERÒ. AH, CREDER DI RICORDARSI
NON È FORSE IL PEGGIOR DEGLI INGANNI,
LA MANO CHE PRENDE LA NOSTRA PER PERDERCI?
MI PARVE PERÒ CHE SORRIDESSE
GIÀ QUASI INGHIOTTITO DALLA NOTTE.
MI PARVE? NO DI CERTO, MI SBAGLIO,
IL RICORDO È UNA VOCE SPEZZATA,
LO SI SENTE MALE, ANCHE CHINANDOSI
E PERÒ ASCOLTIAMO, E COSÌ A LUNGO
CHE TALORA LA VITA PASSA. E LA MORTE
GIÀ NEGA OGNI METAFORA.

cancellare oltre  -  l’ora presente
tours / francia - 24.6.1923



GUARDA !
UN LAMPO INVADE IL CIELO STASERA ANCORA
PRENDE LA TERRA NELLE SUE MANI MA ESITA
QUASI SI IMMOBILIZZA .
SI È CREDUTO .
UNA FRASE - UNA FIRMA - NO - VACILLA
LO VEDIAMO CHE CADE ILLUMINANTE
NELLE BRACCIA L’UNO DELL’ALTRA
SONNO E MORTE .
IL LAMPO UN’ILLUSIONE
ANCHE IL LAMPO.
UN’ILLUSIONE LA FORMA
CHE SI DISPIEGA UN SOGNO
CHE ABBRACCIA LA FORMA
E CADRÀ
CON ESSA SPEZZATA
SPOSSATA DI SE STESSA
A QUEI CONFINI
LAGGIÙ LA NOSTRA NOTTE DI QUI
L’ORA PRESENTE .
GUARDA
VEDI
...

l'ora presente

 



IL FULMINE
QUESTA NOTTE È PIOVUTO.
IL SENTIERO HA ODORE DI ERBA BAGNATA
POI NUOVAMENTE LA MANO DEL CALORE
SULLA NOSTRA SPALLA, COME
PER DIRE CHE IL TEMPO NON CI PORTERÀ VIA NIENTE.
MA LÀ
DOVE IL CAMPO INCIAMPA NEL MANDORLO
ECCO, UN ANIMALE È BALZATO
DA IERI A OGGI ATTRAVERSO LE FOGLIE.
E NOI CI FERMIAMO, AL DI FUORI DEL MONDO.
E IO TI VENGO VICINO
FINISCO DI STRAPPARTI DAL TRONCO ANNERITO,
RAMO, ESTATE NEL FULMINE
DA CUI LA LINFA DI IERI, DIVINA ANCORA, SCORRE.
.
LA FOUDRE
IL A PLU, CETTE NUIT.
LE CHEMIN A L'ODEUR DE L'HERBE MOUILLÉE
PUIS, À NOUVEAU, LA MAIN DE LA CHALEUR
SUR NOTRE ÉPAULE, COMME
POUR DIRE QUE LE TEMPS NE VA RIEN NOUS PRENDRE.
MAIS LÀ
OÙ LE CHAMP VIENT BUTER CONTRE L'AMANDIER
VOIS, UN FAUVE A BONDI
D'HIER À AUJOURD'HUI À TRAVERS LES FEUILLES.
ET NOUS NOUS ARRÊTONS, C'EST HORS DU MONDE.
ET JE VIENS PRÈS DE TOI
J'ACHÈVE DE T'ARRACHER DU TRONC NOIRCI
BRANCHE, ÉTÉ FOUDROYÉ
DE QUOI LA SÈVE D'HIER, DIVINE ENCORE, COULE.
ce qui fut sans lumière 1987

 

NON AVEVAMO FORSE L’ESTATE

DA VALICARE COME UN LARGO
OCEANO IMMOTO, E IO SEMPLICE, STESO
SUGLI OCCHI E LA BOCCA E L’ANIMA DELLA PRUA
AMANDO L’ESTATE, BEVENDO I TUOI OCCHI SENZA RICORDI

NON ERO FORSE IL SOGNO DALLE PUPILLE ASSENTI
CHE PRENDE E NON PRENDE, E SOLO VUOL SERBARE
DEL TUO COLORE D’ESTATE L’AZZURRO DI UNA PIETRA
DIVERSA PER UN’ESTATE PIÙ VASTA, DOVE NIENTE HA FINE ?
.
N’AVIONS-NOUS PAS L’ÉTÉ À FRANCHIR
COMME UN LARGE
OCÉAN IMMOBILE, ET MOI SIMPLE, COUCHÉ
SUR LES YEUX ET LA BOUCHE ET L’ÂME DE L’ÉTRAVE
AIMANT L’ÉTÉ, BUVANT TES YEUX SANS SOUVENIRS
N’ÉTAIS-JE PAS LE RÊVE AUX PRUNELLES ABSENTES
QUI PREND ET NE PREND PAS, ET NE VEUT RETENIR
DE TA COULEUR D’ÉTÉ QU’UN BLEU D’UNE AUTRE PIERRE
POUR UN ÉTÉ PLUS GRAND, OÙ RIEN NE PEUT FINIR ?
trad diana grange fiori 

 

 

 

E GUARDA QUESTI OCCHI !
GLI OCCHI SONO L’ENIGMA DEL MONDO .
PERCHÉ È UNO SGUARDO CIÒ CHE VEDI IN QUESTA VITA
CHE TIENI TRA LE MANI
COMINCIANDO A CHIEDERTI QUEL CHE NE FARAI
SÌ, RENDERLE LA LIBERTÀ, MA INNANZITUTTO COS’ALTRO ?
TANTO NÉ TU NÉ IO SAPPIAMO DARLE UN NOME .
la bestia spaventata - l’ora presente


SPIEGAMI
COSA SONO QUESTI GRANDI RAGGI ROSSI
CHE SI URTANO
RADENTI AL CIELO, A PETTO IN FUORI
COME UN ALTRO AVVENIRE PER LA LUCE.
AMICO MIO, È IL FONDO
D’IMPENETRABILE INDIFFERENZA DELLA NOTTE.
IL PITTORE HA CAVALCATO QUESTI OCCHI CIECHI
LI LANCIA SU DI NOI. E CON LA SUA FRUSTA
INFIAMMA LE LORO SCHIENE. PER LA PITTURA
VI È VIRTÙ DIVERSA DALLA VERITÀ ?
QUESTO PITTORE CHE NON ESISTE ANCORA CI PROTEGGE.
E COSA FA? DIPINGE UN PAESAGGIO.
QUI FUOCO, ALTROVE NOTTE, E PER NOI
QUESTA BELLEZZA, QUESTE MANI CHE CI ACCOLGONO.

per capire meglio - l’ora presente

 


ON DIT QUE LA LUMIÈRE EST UN ENFANT
QUI JOUE, QUI NE VEUT RIEN, QUI RÊVE OU CHANTE.
SI ELLE VIENT À NOUS C’EST PAR JEU ENCORE
TOUCHANT LE SOL D’UN PIED DISTRAIT, QUI SERAIT L’AUBE.

 l’ora presente

 

 

 

Una mano che s’arrischia, anelante
Nei vortici di un’acqua sia chiara sia cupa
La sua immagine si sbriciola, si potrebbe credere
Che non abbia più la forza di trattenere .
E quest’altra, nello specchio? Si avvicina
Alla tua, che le va incontro, le loro dita si toccano
Quasi, ma nel nulla di questa distanza
S’apre l’abisso tra essere e apparenza.
Queste dita, almeno, che scuotono corde .
Un’altra mano salirà, dal fondo dei suoni
A prenderli nei suoi, per guidarli ?
Ma verso cosa? Io non so se è amore
O miraggio, e nient’altro che sogno, le parole
Che non hanno che acqua o specchio, o suono,

per tentare d’essere .
 l’ora presente

 

*****

 

 

Une parole, qui ait magistralement faire la place du sens et du chant, s'élève, à la fois affirmée et fragile, inquiète et souveraine. Les planches courbes auxquelles le titre se réfère sont celles de la barque du passeur qui tente encore une avancée entre les deux rives du fleuve, les deux rives du rêve, les deux rives de la vie.
evene.fr     -    artic.ac-besancon.fr   -  terresdefemmes.blogs.com

 

 

i sentieri dei papaveri
Ogni dolcezza ogni ironia si riunivano
Per un addio di cristallo e di bruma.
I colpi del ferro quasi tacevano
La luce della spada si era offuscata.
Io celebro la voce venata di grigio
Che indugia nelle lontananze del canto perduto
Come se al di là di ogni forma pura
Tremasse un altro canto e il solo assoluto.
Oh luce e nulla della luce, oh lacrime
Sorridenti più in alto dell’angoscia o della speranza.
Oh cigno, luogo reale nell’irreale acqua cupa
Oh fonte, quando fu profondamente sera !
Sembra che tu conosca le due rive
L’estrema gioia e l’estremo dolore.
Laggiù, tra quei giunchi grigi nella luce
Sembra che tu attinga all’eterno.
***
Il semble que tu connaisses les deux rives
L’extrême joie et l’extrême douleur.
Là-bas, parmi ces roseaux gris dans la lumière
Il semble que tu puises de l’éternel.

hier régnant désert 1958
- la poésie la présence 1986  - seguendo un fuoco 2003

 

 

 

 

NE CESSE PAS - VOIX DANSANTE - PAROLE
DE TOUJOURS MURMUREE - AME DES MOTS
QUI COLORE ET DISSIPE LES CHOSES
LES SOIRS D'ETE OU IL N'EST PLUS DE NUIT

les planches courbes - le assi curve   -   https://youtu.be/4NT40J-iQpo    -  voce YB


 

 

 

Douve

è l'agente di trasgressione che ha il compito di liberare la parola poetica dalla trappola dell'immagine

dalla fissità a cui questa la costringe. Le immagini sono per il poeta l'equivalente di ciò che è la figura per l'artista: l'esempio di Giacometti, al quale Bonnefoy ha dedicato molti anni di studio, dimostra come le figure debbano essere pressate, scavate, assottigliate, affinché ciò che esse nascondono abbia la speranza di apparire

lorena zaccagnino - mondodomani.org

Le dessin c'est tout

disait Giacometti qui fut aussi un grand peintre. Il avait connu la maîtrise, dès l'enfance, il y renonça, il se sut alors, et enfin, un dessinateur au degré d'intensité qu'il fallait, il ne cessa plus de chercher, de déchirer, de recommencer, de vivre son absolu dans quelques lignes presque détruites à coups de gomme. Et il dessinait encore, "des yeux", rapporte son frère, quelques heures à peine avant la fin.       yb

remarques sur le dessin   -   portesurletoit.canalblog.com

 Douve même morte
sera lumière encore

n’étant rien

.

Je me réveille, il pleut

LE VENT TE PENETRE, DOUVE, LANDE RESINEUSE ENDORMIE PRES DE MOI
JE SUIS SUR UNE TERRASSE, DANS UN TROU DE LA MORT 
DE GRANDS CHIENS DE FEUILLAGES TREMBLENT
LE BRAS QUE TU SOULEVES, SOUDAIN, SUR UNE PORTE, M'ILLUMINE A TRAVERS LES AGES 
VILLAGE DE BRAISE, A CHAQUE INSTANT JE TE VOIS NAITRE, DOUVE
À CHAQUE INSTANT MOURIR

douve

Mi sveglio, piove. Il vento ti penetra, Douve, landa resinosa sopita accanto a me.

Sono sulla terrazza, in una buca della morte. Grandi cani di foglie tremano.
Il braccio che tu sollevi, subitaneo, su una porta, m’illumina attraverso i tempi.

Villaggio di brace, ad ogni istante ti vedo nascere, Douve,
Ad ogni istante morire

.

 

 

 

 

colloque Yves Bonnefoy
Écrits récents 2001-2009  - Université Zürich
Or les quelques colloques récents et importants consacrés à l'oeuvre d'Yves Bonnefoy, qui ont donné lieu à
des volumes d'actes : Lumière et nuit des images (M. Gagnebin dir., 2005) ou Yves Bonnefoy. Poésie, recherche et savoirs (P. Née et D. Lançon dir., 2007), n'avaient pas centré leur objet d'étude sur les livres d'Yves Bonnefoy les plus récents, mais sur la problématique générale de son oeuvre, considérée dans son ensemble et de manière achronique. C'est le cas aussi du Cahier de l'Herne en préparation sous la direction d'Odile Bombarde (co-organisatrice du colloque Yves Bonnefoy. Écrits récents) et de Jean-Paul Avice. Les références utilisées par les spécialistes de l'oeuvre qui ont participé à ces rencontres et à ces volumes vont, le plus naturellement et le plus normalement du monde, à des textes essentiels d'Yves Bonnefoy, mais souvent de préférence aux textes les plus anciens, qui ont été les premiers à impressionner ses lecteurs, mais ne sont pas ceux qui peuvent le mieux rendre compte de la capacité propre à Yves Bonnefoy – capacité étonnante et paradoxale – de fidélité à soi-même et de régénération. Pour ne prendre qu'un exemple, Plotin est un auteur qui a beaucoup compté dans l'oeuvre de Bonnefoy jeune, à l'époque de Du mouvement et de l'immobilité de Douve et des essais réunis dans L'Improbable. Mais il serait trompeur de rapporter à Plotin ses livres récents, car ses lectures, ses références philosophiques et ses points d'appel ont considérablement changé en quarante ans. De même Shakespeare, qui a été et qui demeure un auteur central, n'est ni traduit, ni lu par Bonnefoy selon des axes semblables à ceux qu'il suivait dans les années soixante, période d'intense activité de traduction.
Pour saisir le dynamisme de cette oeuvre incroyablement vivante et protéiforme, qui refuse de se cantonner à des positions autrefois adoptées, tout en mettant toujours au premier plan l'acte poétique, avec une fidélité et une constance stimulantes en notre époque à laquelle fait défaut l'espérance, il nous paraît important de réunir des chercheurs de plusieurs pays – où la relève scientifique suisse figure également – qui se donneront pour règle de centrer leur réflexion sur les oeuvres publiées depuis une dizaine d'années, afin de mesurer à la fois la richesse de cet ensemble considéré en lui-même, et la distance qu'il prend avec son propre passé : dans l'oeuvre du poète, dans celle du critique, et dans celle du traducteur.

Florian Pennanech - Dagmar Wieser - fabula.org    -  rose.uzh.ch  

 



Che cos'è poesia? Che cosa è per lei che la pratica da tanto tempo? Ha sempre fede nella poesia lei che ha scritto che essa libera la realtà dalle forme che la imprigionano e la distruggono e restituisce all'essere umano una piena presenza e una piena dignità?
«Cos'è la poesia? È dare alle parole la loro capacità di descrivere la pienezza delle cose, la loro luce, la loro vita e questo accade solo quando noi riusciamo a divenire un corpo unico con il luogo e l'istante della nostra esistenza. Per me è il modo di dare senso alla mia vita e questo significa che ho fede in lei, perché non vedo motivo di dubitare del fatto che la poesia riesca ad essere insieme verità e bellezza e di questo sono ogni giorno più convinto».
Dove va la poesia? Si parla spesso di morte della poesia. Ma lei allude ad un sorta di suo valore salvifico, in un tempo che troppo spesso, magari colpevolmente, se ne allontana.
«Credo che con l'andare del tempo la poesia si avvicinerà sempre più ad una sorta di riflessione filosofica e insieme psicanalitica. Ovviamente non per dare vita a dei poemi farciti di pensieri e di idee, perché questo è proprio quello che va assolutamente evitato, bensì perché la conoscenza di sé stessi è ciò che permette di destrutturare le visioni stereotipate del mondo, che sono quanto di più soffocante possa esistere per la poesia stessa. Deve fare apparire la realtà come la cosa fondamentale, la più semplice, ma per fare ciò deve passare attraverso una prova, quella di vivere fino in fondo il pensiero della propria epoca. Baudelaire lo sapeva bene e Leopardi ancora prima di lui».
ilmessaggero.it

 

 

 

 
ANDRE BRETON
"Je n'ai pas rompu avec André Breton. J'ai simplement refusé, à un moment donné, de signer un manifeste qui me semblait entraîner le surréalisme dans une certaine direction ésotérique et pseudo-mystique qui me paressait dangereuse pour la poésie.
Mais ce n'était pas pour autant une façon de rompre avec André Breton pour lequel j'ai toujours gardé la plus grande sympathie et j'ai même fini par écrire, il y a trois ou quatre ans, un petit livre sur lui qui montre, je crois, d'une façon tout à fait claire mon profond attachement à son oeuvre. "

Václav Richter - radio.cz/fr

 

 

 

WE
THE VOICE DRIVEN BACK
BY THE WIND OF WORDS.
WE
THE WORK TORN APART
BY THEIR WHIRLING.
FOR
IF I COME TO YOU WHO HAVE SPOKEN
RUBBLE STREAMINGS
ECHOES THE ROOM IS EMPTY.
IS IT 'ANOTHER' THIS CALL THAT ANSWERS ME
OR AGAIN MYSELF ?
AND MULTIPLIED UNDER THE ECHO’S ARCH
AM I NO MORE
THAN ONE OF ITS ARROWS
SHOT INTO THINGS ?
the lure of the threshold

*

Laurea Honoris Causa

Fondazione Premio Napoli - Premio Speciale per la Letteratura Straniera

Università degli Studi di Napoli  l’Orientale

rainews24.it - 2011

https://youtu.be/XyX7zvrn9Vo   

 https://youtu.be/svAJmz_lmRY   -   la poésie est fondatrice d'être -  IB

https://youtu.be/HSqN4-QIoh8  - parte I  -  https://youtu.be/qNkgD---gFg  - parte II   -   2014

 

 


TU VAI
E TI SEMBRA ANCORA CHE DILAGHI
IL FIUME DELLA LUNA SUGLI ALBERI.
FORSE UNA VITA SUSSULTA, NELLO SPECCHIO
DELLA FORESTA CHE RIFLETTE I MONDI ?
MA NO, ASTRI E RAMI SI CONFONDONO
E SOGNI E SENTIERI. LA NOTTE È UNA PIETRA
CHE SCINTILLANTE SBARRA IL CORSO DEL FIUME.
ALLE QUATTRO IL GIORNO GIÀ SI LEVA.

.
TU VAS, ET IL TE SEMBLE ENCORE QUE S'ÉLARGIT
LE FLEUVE DE LA LUNE SUR LES ARBRES.
PEUT-ÊTRE QU'UNE VIE TRESSAILLE, DANS LE MIROIR
DE LA FORÊT QUI REFLÈTE LES MONDES ?
MAIS NON, ASTRES ET BRANCHES SE CONFONDENT
ET RÊVES ET CHEMINS. LA NUIT EST UNE PIERRE
QUI BARRE ÉTINCELANTE LE COURS DU FLEUVE.
À QUATRE HEURES DÉJÀ LE JOUR SE LÈVE.
la nuit d'été

 



una pietra
Le nostre ombre davanti a noi, sul sentiero
Avevano colore per la grazia dell’erba
Esse rimbalzarono contro delle pietre.
E ombre d’uccelli le sfioravano
Gridando, oppure indugiavano
qui dove le nostre fronti
Si chinavano l’una verso l’altra
quasi toccandosi
Per via di parole che volevamo dirci.
le assi curve 2001

.

UNE PIERRE
Nos ombres devant nous, sur le chemin
Avaient couleur, par la grâce de l'herbe
Elles eurent rebond, contre des pierres.
Et des ombres d'oiseaux les effleuraient
En criant, ou bien s'attardaient, là où nos fronts
Se penchaient l'un vers l'autre, se touchant presque
Du fait de mots que nous n'osions dire.




LA PIOGGIA D'ESTATE
I
MA IL PIÙ CARO, MA NON
IL MENO CRUDELE
DI TUTTI I NOSTRI RICORDI, LA PIOGGIA D’ESTATE
IMPROVVISA, BREVE.
ANDAVAMO, ED ERA
IN UN ALTRO MONDO
LE NOSTRE BOCCHE S’INEBRIAVANO
DELL’ODORE DELL’ERBA.
TERRA
LA STOFFA DELLA PIOGGIA S’INCOLLAVA SU DI TE.
ERA COME IL SENO
CHE UN PITTORE AVREBBE SOGNATO.

II
E SUBITO DOPO IL CIELO
CI ACCORDAVA
QUELL’ORO CHE L’ALCHIMIA
AVEVA TANTO CERCATO.
LO TOCCAVAMO, BRILLANTE
SUI RAMI BASSI
NE AMAVAMO IL GUSTO
D’ACQUA SULLE NOSTRE LABBRA.
E QUANDO RACCOGLIEVAMO
RAMI E FOGLIE CADUTE
QUEL FUMO LA SERA, DI COLPO, QUEL FUOCO
ERA ANCORA L‘ORO.

la pioggia d’estate - 1999


 

GLI ALBERI
GUARDAVAMO I NOSTRI ALBERI, ERA DALL’ALTO
DELLA TERRAZZA CHE CI FU CARA, IL SOLE
SI TENEVA VICINO NOI QUELLA VOLTA ANCORA
MA RITIRANDOSI, OSPITE SILENZIOSO
SULLA SOGLIA DELLA CASA IN ROVINA
CHE GLI LASCIAVAMO IMMENSA, ILLUMINATA.

VEDI, TI DICEVO, FA SCIVOLARE SULLA PIETRA
DISUGUALE, INCOMPRENSIBILE, DOVE SIAMO APPOGGIATI
L’OMBRA DELLE NOSTRE SPALLE CONFUSE
QUELLA DEI MANDORLI VICINI
E QUELLA DELL’ALTO DEI MURI CHE SI UNISCE ALLE ALTRE
BUCATA, BARCA BRUCIATA, PRUA CHE VA ALLA DERIVA
COME UN SOVRAPPIÙ DI SOGNO O DI FUMO.

MA LAGGIÙ LE QUERCE SONO IMMOBILI
NEPPURE L’OMBRA SI MUOVE, NELLA LUCE
SONO LE RIVE DEL TEMPO CHE SCORRE QUI DOVE NOI SIAMO
E IL SUOLO È INAVVICINABILE TANTO È RAPIDA
LA CORRENTE GONFIA DI SPERANZA DELLA MORTE.

ABBIAMO GUARDATO GLI ALBERI UN’ORA INTERA.
IL SOLE ASPETTAVA TRA LE PIETRE
POI DISTESE PIETOSAMENTE
VERSO GLI ALBERI, PIÙ GIÙ NEL BURRONE
LE NOSTRE OMBRE CHE SEMBRAVANO RAGGIUNGERLI
COME ALLUNGANDO LE BRACCIA SI PUÒ TOCCARE
A VOLTE, NELLA DISTANZA TRA DUE PERSONE
UN ISTANTE DEL SOGNO DELL’ALTRA, CHE NON HA FINE.

trad mario benedetti

 

 

 

 
ESTATE DI NOTTE
A MI SEMBRA, STASERA,
CHE PIÙ VASTO IL CIELO STELLATO
A NOI SI AVVICINI; E LA NOTTE
SIA DIETRO TANTI FUOCHI MENO OSCURA .
SPLENDONO ANCHE LE FRONDE SOTTO LE FRONDE
SI È RAVVIVATO IL VERDE, E L’ARANCIO DEI FRUTTI MATURI
LUME D’ANGELO PROSSIMO; UN BÀTTITO
D’OCCULTA LUCE COGLIE L’ALBERO UNIVERSALE.
A ME SEMBRA, STASERA
CHE SIAMO ENTRATI NEL GIARDINO, E L’ANGELO
NE HA RICHIUSO LE PORTE SENZA RITORNO.

.
L’ETE DE NUIT
IL ME SEMBLE, CE SOIR
QUE LE CIEL ETOILE, S’ELARGISSANT
SE RAPPROCHE DE NOUS; ET QUE LA NUIT
DERRIERE TANT DE FEUX, EST MOINS OBSCURE .
ET LE FEUILLAGE AUSSI BRILLE SOUS LE FEUILLAGE
LE VERT, ET L’ORANGE DES FRUITS MURS, S’EST ACCRU
LAMPE D’UN ANGE PROCHE; UN BATTEMENT
DE LUMIERE CACHEE PREND L’ARBRE UNIVERSEL.
IL ME SEMBLE, CE SOIR
QUE NOUS SOMMES ENTRES

DANS LE JARDIN, DONT L’ANGE
A REFERME LES PORTES SANS RETOUR.

pierre écrite 1965 - poèmes 1945-1974 
trad diana grange fiori


AVEVO PER MARIO LUZI TANTA AMICIZIA
E ALTRETTANTA AMMIRAZIONE
ERA PER ME UNO DEI PIÙ BEI VOLTI D'ITALIA
LA POESIA EUROPEA HA SUBITO UNA GRANDE PERDITA
MA CI RESTA LA SUA OPERA

così lo ricordano - poesia - aprile  2005

 

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