19 novembre 1925 Poznań Polonia - 9 gennaio 2017 Leeds
Regno Unito
TINA
ThereIsNoAlternative
margaret thatcher’s sentence
. la modernità
liquida
da un latoci rende
insicuri
e dall'altro
ci offre cancel o
delete per tornare così nella fluidità
.
. la transitorietà ha sostituito
la durevolezza
. . la velocità è potere
.
. Ognuno di noi è
artista della propria vita
che lo sappia o no
che lo voglia o no
che gli piaccia o no
.
. Consumiamo ogni
giorno senza pensare
senza accorgerci che il consumo sta
consumando
noi e la sostanza del nostro desiderio. E’ una
guerra silenziosa e la stiamo perdendo
.
. In questo mondo nuovo si
chiede agli uomini
di cercare soluzioni private a problemi di
origine sociale anziché soluzioni di origine sociale a problemi
privati
.
. alla fine
l'indipendenza porta a una vita vuota
priva di senso
e a una completa assoluta
inimmaginabile noia
.
Dobbiamo risolvere i nostri screzi
attraverso il dialogo - con pazienza ed
infiniti tentativi
perché questo è l'unico modo per vivere bene
insieme
.
. La parola
comunità evoca tutto
ciò di cui sentiamo il bisogno
e che ci manca per sentirci
fiduciosi
tranquilli e sicuri di noi
.
cosa ne pensa dei movimenti nati da internet?
possono essere un
nuovo soggetto politico e sociale? La
rivoluzione richiede organizzazione. Internet
dà una enorme capacità di creare rapidamente una rete di
contatti e comunicare velocemente. È possibile inviare
cinquecento twitters al giorno, è possibile avere cinquecento
nuovi amici al giorno senza muoversi dalla poltrona. Il problema
è che ciò che arriva facilmente sparisce altrettanto facilmente.
Questo è il motivo per cui la rete non è la stessa cosa delle
comunità vecchio stile. Mark Zuckerberg non è Karl Marx ! nadia angelucci - dazebaonews.it
- 2013 . L'amore non è un oggetto
preconfezionato e pronto per l'uso. È affidato alle nostre cure,
ha bisogno di un impegno costante, di essere ri-generato,
ri-creato e resuscitato ogni giorno. E l'amore ripaga
quest'attenzione meravigliosamente ... Il mercato ha fiutato nel nostro bisogno
disperato di amore l’opportunità di enormi profitti. E ci
alletta con la promessa di poter avere tutto senza fatica:
soddisfazione senza lavoro, guadagno senza sacrificio, risultati
senza sforzo, conoscenza senza un processo di apprendimento.
L’amore richiede tempo ed energia. Ma oggi ascoltare chi amiamo,
dedicare il nostro tempo ad aiutare l’altro nei momenti
difficili, andare incontro ai suoi bisogni e desideri più che ai
nostri, è diventato superfluo: comprare regali in un negozio è
più che sufficiente a ricompensare la nostra mancanza di
compassione, amicizia e attenzione. Ma possiamo comprare tutto, non l’amore. Non
troveremo l’amore in un negozio. L’amore è una fabbrica che
lavora senza sosta, ventiquattro ore al giorno e sette giorni
alla settimana. raffaella de santis - la repubblica
20.11.2012 simona sanseverino - agora24.it - 2016
ricerca di 'cultura europea' su Google
947 milioni di risultati
festivaletteratura - 2012
L'Europa è un'avventura, non è qualcosa che si scopre, bensì una
missione, qualcosa da fare, creare, costruire .
ZB
L’Europa
sembra non saperlo ma ha ancora molto da dare al mondo». È un
messaggio di fiducia quello che Zygmunt Bauman, contraddicendo il suo
noto pessimismo, lancia al Vecchio continente. Un cont
inente piegato su
sé stesso, avvilito e spaventato da quel mondo che fino a qualche
decennio fa dominava e organizzava a suo piacimento. «Trent’anni fa
viaggiare nel mondo da europeo significava sentirsi chiedere:
"Com’è l’Europa? Cosa accade ora laggiù?"»
ricorda Bauman, a Milano per un ciclo di lezioni organizzate da
AssoEtica, «Ora questo interesse è scemato e con esso anche il rispetto.
Perché ora il resto del pianeta non si aspetta più cose importanti
dall’Europa
Stefano Gulmanelli lavocedifiore.org
.
la globalizzazione ha prodotto anche
aspetti positivi. vent’anni fa, in
europa non c’era un africano, un
asiatico un russo. eravamo tutti bianchi, francesi, tedeschi, italiani, inglesi… ora potremmo finalmente confrontarci: riusciremo a farlo su un
terreno comune? È un compito
difficile molto difficile
L’obiettivo dev’essere quello di vivere insieme
rispettando le differenze. Da una parte ci sono governi che cercano di
frenare o bloccare l’immigrazione, dall’altra ce ne sono più tolleranti
che cercano, però, di assimilare gli immigrati. In tutti e due i casi si
tratta di atteggiamenti negativi.
Le diaspore di questi anni debbono essere accettate senza cancellare le
tradizioni e le identità degli immigrati. Dobbiamo crescere insieme, in
pace e con un comune beneficio, senza cancellare la diversità che
rappresenta invece una grande ricchezza.
massimo di forti - il messaggero -
temi.repubblica.it - 2012
.
Le frontiere
materiali o mentali, di calce e mattoni o
simboliche, sono a volte dei campi di battaglia, ma sono anche dei
workshop creativi dell'arte del vivere insieme, dei terreni in cui
vengono gettati e germogliano (consapevolmente o meno) i semi di forme
future di umanità.
zb
Ogni
città è una collezione di diaspore: di
religione, di linguaggio, di culture, di etnie. Non esiste una
ricetta per l’integrazione … Impariamo a
vivere insieme .
zb
Le frontiere,
materiali o mentali, di calce e mattoni o simboliche, sono a
volte dei campi di battaglia, ma sono anche dei workshop
creativi dell'arte del vivere insieme, dei terreni in cui
vengono gettati e germogliano (consapevolmente o meno) i semi di
forme future di umanità . nascono sui confini le
nuove identità corriere della sera - 24 maggio 2009
l’odierna crisi finanziaria
non è il risultato del fallimento delle
banche
al contrario. è il frutto prevedibile del loro
successo
che consiste nell’aver trasformato milioni di persone
in debitori cronici
2012
'limiti naturali ormai
vicini' e un futuro di guerre climatiche
non più condotte per
ideologie
ma per le più brutali necessità di risorse
Guerre che ci potrebbero
riportare agli orrori di settant´anni fa marco andrea ciaccia - formiche.net -
2012
Vi consiglio vivamente di rimanere in
Europa
Non mi sembra che ci siano prospettive
migliori per voi.
si rivolge al giovane partecipante e risponde alla domanda che
attraversa in questi mesi un Portogallo in profonda crisi
economica ... Bauman
entra con la sua aria sempre un po' sperduta e la capigliatura
in aria e riceve l'ovazione di un teatro strapieno. Poi si siede
e guarda i suoi interlocutori con aria impaziente. Il suo
intervento ricalca i suoi studi sulla
modernità liquida soffermandosi in particolare su alcuni
concetti che possono essere utili per interpretare il periodo
storico che stiamo vivendo. Stiamo vivendo una fase di interregno
Il vecchio che non muore e il nuovo che
non nasce. In questo interregno si verificano i
fenomeni più morbosi. E sicuramente il più "morboso" è la separazione tra potere e politica -
un divorzio come lo
definisce lui stesso che ha di fatto distrutto la sovranità
degli stati-nazione svuotando la politica di ogni egemonia e
capacità di decisione ... Il potere è globale e la politica è
locale
e chiude con una domanda : come
far si che potere e politica si sposino nuovamente ?. terzo festival letterario di madeira - nadia angelucci -
dazebaonews.it - 2013
.
Cittadini distanti - L’UE deve
riconciliare potere e politica
- elezioni 2014
l’europa stenta ad appassionare — quando non suscita aperta
ostilità. cosa c’è all’origine di questo senso di estraneità?
Si tratta di sentimenti che non sono rivolti solo alle
istituzioni europee, fisicamente lontane dai luoghi dove i
cittadini affrontano le difficoltà della vita quotidiana e
regolarmente invocate dalle capitali per spiegare decisioni
impopolari.
La sfiducia riguarda il sistema politico
nel suo insieme, i cittadini stanno
perdendo la fede nella capacità delle istituzioni di rispettare
le promesse. Le radici di questa tendenza vanno ricercate
nell’ultimo mezzo secolo, nel corso del quale i processi di
deregolamentazione promossi e supervisionati dai governi che
hanno aderito alla rivoluzione neoliberale hanno portato alla
graduale separazione tra potere, inteso come capacità di fare, e
politica, ovvero capacità di decidere cosa fare. maria serena natale -
dirittiglobali.it - corriere sera - 26.5.2014
.
quali prospettive vede per la democrazia? Quelle che sapremo
inventare
la Storia non finisce
qui. Per quanto pervasive siano le forme di manipolazione che
dobbiamo affrontare, nessuno potrà mai privarci della libertà di
scegliere e immaginare altri mondi possibili . ZB - eddyburg.it - 2015
.
possiamo davvero salvarci moltiplicando i muri? Costruire muri
per tenere i migranti fuori dai nostri cortili ricorda la storia
dell’antico filosofo Diogene che rotolava avanti e indietro
nella botte in cui viveva sulle strade della nativa Sinope .
Alla domanda sul perché del suo strano comportamento rispose che
vedendo i vicini occupati a blindare le porte e sguainare le
spade sperava di dare il suo contributo alla difesa della città
contro l’avanzata delle truppe di Alessandro il Macedone.
francesca paci - lastampa.it - 2016
.
di fronte alla catena di attacchi di questi giorni, l’europa si
trova a fare i conti con un abisso di paura e di insicurezza.
quali risposte possono colmarlo? Le
radici dell’insicurezza sono molto profonde.
Affondano nel nostro modo di vivere, sono segnate
dall’indebolimento dei legami interpersonali, dallo
sgretolamento delle comunità, dalla sostituzione della
solidarietà umana con la competizione senza limiti, dalla
tendenza ad affidare nelle mani di singoli la risoluzione di
problemi di rilevanza più ampia, sociale. La paura generata da
questa situazione di insicurezza, in un mondo soggetto ai
capricci di poteri economici deregolamentati e senza controlli
politici, aumenta, si diffonde su tutti gli aspetti delle nostre
vite. E quella paura cerca un obiettivo su cui concentrarsi. Un
obiettivo concreto, visibile e a portata di mano.
davide casati - corriere.it - 2016
.
eutopia
- ideas for europe mahazine da aprile 2014
Zygmunt Bauman - una delle firme di Eutopia, la prima webzine
europea che si propone di affrontare in maniera rigorosa,
articolata, ma sempre accessibile, i temi essenziali per il
futuro dell’Europa. . Perhaps Europe is a utopia... But it is
an active utopia - struggling
to coalesce and consolidate the otherwise disconnected
- multidirectional actions.
How active that utopia will ultimately
turn depends on its actors.
zygmunt bauman
- eutopiamagazine.eu
Europa laboratorio per soluzioni politiche e sociali Auditorium
Roma - dialogo con Eric Jozsef
corrispondente italiano di
Liberation e direttore della
rivista Eutopia - Ideas for Europe
...
i precedenti governi che hanno provocato negli elettori una
fatica da frustrazione dovuta alle continue promesse politiche
disattese ... Occorre ripensare l’Europa come un processo ancora
non portato a termine e, partendo dai valori di collaborazione e
scambio che si sono fino ad ora costruiti, modificarne gli
aspetti ancora carenti. Solo interpretando l’Europa
come un laboratorio in cui lavorare
per trovare soluzioni politiche e sociali adatte ai bisogni dei
cittadini si potrà iniziare a parlare veramente di Comunità
abbandonando l’ottica dei singoli
continenti. marina capasso - italiamagazineonline.it - 2014
società dell'essere non
dell'apparire "Guardo il mondo globalizzato. È pieno di uomini
costantemente in cerca di qualcosa d'altro.
Sembra che corrano invece sono fermi, in
una condizione di angosciante staticità. Credono di intercettare, di
interpretare il cambiamento. Stanno bene solo quando arrivano prima
degli altri, e questo indipendentemente da quale sia la meta. Ma
pensiamoci un attimo: in realtà non progrediscono mai. Inseguono
qualcosa che è fuori da sé, un modello che non esiste e che non possono
raggiungere, perché non ha radici nella propria identità: un nuovo
taglio o un nuovo colore di capelli, una nuova macchina, un nuovo
lavoro, un nuovo corpo, una casa nuova. Una volta conquistati, sono già
vecchi. E la corsa non finisce mai."
"Proviamo a riflettere su un concetto semplice:
la globalizzazione ci ha alienati ma ci ha
fornito anche conoscenze fino a qualche anno fa insospettabili. E la
conoscenza è di per se stessa libertà. Le nostre possibilità di scelta
sono cresciute a dismisura. Adesso tocca capitalizzare questa libertà:
invece di uniformarci a comportamenti sociali stereotipati abbiamo tutte
le carte in regola per trovare una morale fatta di solidarietà e
capacità di comprendere che ciascuno gioca un ruolo insostituibile. Il
meccanismo della delega ad autorità sociali e religiose altre da noi è
crollato? Bene, fatta tabula rasa di tutto ciò, possiamo dare alla
modernità una valenza positiva. Non sta nei diktat eterodiretti la
nostra possibilità di riscatto, né in una religiosità da hooligans,
capaci di dichiararsi cristiani e devoti di Giovanni Paolo II e anche di
uccidere, ma in un nuovo socialismo. Abbiamo inseguito il mito dell'Io.
Non dimentichiamo che la portata etica di una società si misura nella sua capacità di offrire a
tutti pari opportunità di scelta e pari libertà, di proteggere i deboli,
gli emarginati. Io ce l'ho un sogno, è quello di perseguire l'ideale
rinascimentale di armonia. Per Leon
Battista Alberti la bellezza era strettamente connessa all'equilibrio
fra le parti. La centralità dell'individuo è una risorsa. Felicità non è
correre e poi fermarsi di botto. Ma saper star fermi, progredire,
lentamente, consapevolmente. È una felicità solo all'apparenza più
difficile da perseguire. In realtà sta lì, alla nostra portata. E
riguarda tutti." laura rufini - pontediferro.org
Società come le nostre, mosse da milioni di
uomini e di donne in cerca di felicità
diventano sempre più ricche ma non è affatto chiaro se con ciò
diventino più felici - zb
ISTRUZIONE
La visione balistica
dell’istruzione, in cui la conoscenza veniva ‘sparata’ direttamente
dall’insegnante ‘nelle teste’ degli studenti non funziona più. Definire
cosa è rilevante resta una sfida difficile in quanto la società e le sue
priorità mutano in continuazione: la risposta sta nell’aggiornamento
costante - Lifelong education - degli insegnanti e del sistema
educativo.
ZB a firenze - ansa - ott 2014
GIOVANI CHE
NON INVIDIO - mai nella storia tanta
incertezza Siamo tutti mortali,
tutti di passaggio e fino ad ora chi veniva dopo di noi ha sempre avuto
il compito di criticare e cambiare ciò che abbiamo fatto. Fino ad ora i
nuovi nati sono stati in qualche modo sempre diversi dai loro
predecessori, sia dal punto di vista dell’ambiente sociale che delle
esperienze collettive, per cui c’è sempre stata una tensione tra le
generazioni che si sono susseguite, e “andare avanti” era la parola
chiave; le nuove generazioni erano un’incognita che seguiva comunque un
percorso di progresso.
bauman a gorizia sui 'giovani' - 2015
- pietro spirito -
ilpiccolo.gelocal.it
.
CELEBRITA
la celebrità, lo star system è in realtà una costruzione
sociale .. Esatto. È una sorta di ideologia che deriva dalla
necessità della società consumistica di creare i suoi prodotti. È la
società consumistica che crea la domanda di celebrità, e ricostruisce lo
star system.
Le faccio l'esempio dei cosiddetti
tabloid: lei
pensa che esisterebbero senza la costruzione sociale del sistema delle
celebrità? E viceversa. Io penso di no. Quel prodotto di consumo,
particolare, deve rispondere al 'sogno' dei suoi lettori, i quali però
devono trovare difetti, vogliono entrare nella vita quotidiana delle
star, sentirli in qualche modo come fossero i nuovi vicini di casa.
Insomma, non si può, oggi, diventare una celebrità per nostra volontà, o
per effetto del solo talento.
Deve mettersi in moto un intero
apparato produttivo. In fondo, la persona celebre nella società liquida
non è altro che una merce. pino salerno - ilvelino.it - 2014
.
I poveri di oggi - e cioè coloro che costituiscono un
"problema" per gli altri - sono prima di tutto e soprattutto dei'non
consumatori', più che dei 'disoccupati'. Essi vengono definiti
innanzi tutto dal fatto di essere consumatori difettosi: infatti, il
più basilare dei doveri sociali cui vengono meno è il dovere di
essere acquirenti attivi ed efficaci dei beni e servizi offerti dal
mercato. consumo dunque sono
.
Karol il PAPA messaggero
della libertà E DELLE COSE BUONE
Era anche il messaggero della libertà. Ovunque lo
conducessero i suoi pellegrinaggi, gridava ...
non abbiate paura, non siate timorosi. Liberatevi della paura, poiché la
paura è l'alleato più sinistro del male e il nemico più terrorizzante
della libertà. La lotta per la libertà - libertà di vivere e di amare - comincia
dalla vittoria sulla paura.
PAPA FRANCESCO___BERGOGLIO
PREZIOSO DONO PER LA CHIESA
Sono incantato da quanto Francesco
va facendo: credo che il suo pontificato costituisca una chance, non
solo per la Chiesa cattolica, ma per l'umanità intera.
è intrepido nel suo modo di procedere: penso ai gesti che ha compiuto a
Lampedusa, ai discorsi dedicati ai fuori casta del mondo globalizzato.
rimango in attesa con molta speranza e ansia, direi degli sviluppi
futuri di questo Pontificato. Mi ha anche colpito l'enfasi che Bergoglio
pone sulla pratica del dialogo: un dialogo effettivo, che non va
condotto scegliendo come interlocutori coloro che, più o meno, la
pensano come te, ma diviene interessante quando ti confronti con punti
di vista davvero diversi dal tuo; in questo caso, può davvero succedere
che i dialoganti siano indotti a modificare le proprie idee, rispetto
alle posizioni iniziali.
Di questo tipo di confronto abbiamo oggi un urgente bisogno, perché
siamo chiamati a gestire problemi di immensa portata, per cui non
disponiamo di soluzioni già pronte: pensiamo alle questioni relative al
divario tra i ricchi e una parte cospicua della popolazione mondiale,
che ancora vive in miseria; o alla necessità di arrestare lo
sfruttamento indiscriminato delle risorse del pianeta, di trovare
un'alternativa a un modello di sviluppo che risulta chiaramente
insostenibile. osservatore romano - vaticaninsider.lastampa.it - 2014
Ecco perché le parole di papa
Francesco sull’aprire le porte e andare incontro a tutti,
pronunciate ad Assisi, e più ancora le sue parole sul comunicare non
per far proseliti ma per capirsi, mi hanno così toccato. Mi hanno
commosso perché succede molto di rado, per non dire mai, nei
monologhi a puntate spacciati per dialoghi, che si accetti in
teoria, e ancor meno in pratica, che un dialogo degno del nome
richiede la disponibilità a dialogare con gli avversari; a
dialogare non solo con chi è d’accordo con noi
e dello stesso avviso su ciò che ci sta a cuore, ma con chi ha idee
che ci ripugnano. Non è a queste forme
molto comuni di finto dialogo che Francesco guarda.
roberto righetto - rivista.vitaepensiero.it
- 2017
...
il vero dialogo non è parlare con gente che la pensa come te
...
Entrare in dialogo significa superare la soglia dello specchio,
insegnare a imparare ad arricchirsi della diversità dell’altro .
A differenza dei seminari accademici, dei dibattiti pubblici o delle
chiacchiere partigiane, nel dialogo non ci sono perdenti, ma solo
vincitori . Il dialogo non è un caffè istantaneo,
non dà effetti immediati, perché è pazienza, perseveranza,
profondità . ...
Parliamoci. È vera rivoluzione culturale
...
MORALITA = MERCE
è evidente che
stiamo vivendo al di sopra dei nostri mezzi, sulle spalle dei nostri
figli ... Ci sono
enormi risorse di felicità umana che non vengono sfruttate ... Fino a quando il nostro senso morale verrà
mercificato, l’economia crescerà perché messa in moto dai bisogni umani
e dai desideri che è chiamata a soddisfare, bisogni e desideri
apparentemente ‘buoni’, come dimostrare l’amore per gli altri ... le risorse sono sempre limitate. Forse il
momento della verità è vicino. Ma possiamo fare qualcosa per
rallentarlo: intraprendendo un cammino autenticamente umano, un cammino
fatto di reciproca comprensione. festival economia trento -
lantidiplomatico.it - 2015
UMANO
DISUMANO Il maître a' penser polacco ha parlato della drammatica attualità del
tema delle disuguaglianze al centro del suo ultimo libro
La ricchezza
di pochi avvantaggia tutti. Falso !.
bauman appena atterrato in italia dopo una
giornata di voli - ha cambiato tre aerei - la prima cosa che ha chiesto
è stato un luogo dove poter fumare una sigaretta e indicazioni per lo
spazio wireless. Umano/Disumano - lectio
magistralis
Al centro della sua analisi
il cortocircuito determinato durante il secolo breve dalla corsa cieca
verso il falso mito della modernità, sul cui altare si è compiuto
l'orrore dell'Olocausto: "L'era moderna è stata anche un'era di
distruzione. Raggiungere la perfezione richiedeva la soppressione di
coloro che questo paradiso terreno non poteva accogliere". Parole
CHE riecheggianoquelle
rispetto a un "capitalismo parassitario" che - attraverso fenomeni come
la negazione della meritocrazia nell'accesso al diritto allo studio, la
disoccupazione e lo sgretolamento dei diritti dei lavoratori - sta
inseguendo delle pratiche di espulsione sociale.
"Quello stesso capitalismo parassitario che ora,
come un organismo ospite, si sta nutrendo della crisi nell'Europa
mediterrana, dalla Grecia fino all'Italia". antonio di giacomo -
bari.repubblica.it - 2013
Le persone che collaborarono all’Olocausto erano persone comuni come
voi, come me. Erano padri di famiglia, vicini di casa, amici, doveva
esserci perfino qualcuno che aiutava le vecchiette ad attraversare la
strada. Non c’è bisogno di mostri per fare cose mostruose. nel mondo continuano a consumarsi genocidi. Si
parla di curdi iracheni, di cinesi, di indiani, e di tante altre
aggregazioni umane vittime di operazioni di pulizia etnica. Quando qualcuno gli chiedeva come
faceva a creare tanta bellezza, Michelangelo era solito rispondere che
lui non faceva altro che prendere un pezzo di marmo e liberarlo di tutti
gli orpelli, di tutto ciò che riteneva inutile. Ebbene, quel passaggio i nazisti lo hanno
compiuto con gli esseri umani . Ormai esistono armi che ci liberano
perfino della responsabilità di scegliere le nostre vittime
. Parla dei missili intelligenti, di quella nuova generazione di armi
che può permettersi di colpire una famiglia inerme come si trattasse
d’un obiettivo sensibile, esonerando i mandanti da qualunque
scrupolo. Per lui, che si era dapprima costruito una
professionalità da sociologo del lavoro per poi diventare forse il più
grande teorico della modernità, la vicenda dell’Olocausto
diviene occasione di riflessione più complessa soltanto dopo la lettura
delle memorie di sua moglie Janina - reduce da un campo di
concentramento.
rossella trabace -
corrieredelmezzogiorno.corriere.it - 2013
... sospettiamo (anche se ci
rifiutiamo di ammetterlo) che l’Olocausto
possa semplicemente aver rivelato un diverso volto di quella stessa
società moderna della quale ammiriamo altre e più familiari
sembianze; e che queste due facce aderiscano in perfetta armonia al
medesimo corpo . Ciò che forse temiamo
maggiormente è che ciascuna delle due non possa esistere senza
l’altra, come accade per le due facce di una moneta ...
-ZB .
Usare la parola 'verità' al singolare in
un mondo polifonico
e un po’ come pretendere di applaudire
con una mano sola ...
Con una mano sola si possono dare pugni
sul muso, ma non applaudire
2014
ABBIAMO TUTTI PAURA
Dalle catastrofi
naturali alla chiusura improvvisa della fabbrica dove si lavora da 20
anni, da un crollo in borsa che manda in fumo la pensione e risparmi
accumulati per anni a un attacco terroristico. Nessuno ha più la
situazione sotto controllo. Le paure di oggi sono sparse, sono diffuse e
non siamo in grado di individuare con precisione le fonti da cui
provengono.
repubblica.it - 2014
Abbiamo paura
perché
abbiamo perso la capacità di prevedere quello che ci riserva il futuro.
La paura è anche legata al fatto di sentirci impotenti di fronte alle
cose che prendono il sopravvento. Paura e ansia
si legano a un terzo sentimento che è quello dell’umiliazione,
un vero e proprio colpo alla nostra autostima, perché ci fa sentire dei
falliti. aldo bertagni -
laregione.ch . 2014
Changes/cambiamenti - Centro per l’arte
contemporanea Luigi Pecci ... è un programma, quasi una speranza e un sogno auspicabile e
necessario alla convivenza pacifica della civiltà odierna.
Vivere nella promiscuità fisica con persone
diverse da noi crea pericolo, paure e ansie.
I nostri
problemi sono globali. I nostri strumenti sono locali. Dobbiamo trovare
un dialogo autentico per comunicare con chi non la pensa come noi.
La democrazia come ideologia politica è desueta,
non basta più. La più grande sfida dell’umanità oggi è inventare
nuove istituzioni politiche che siano in grado di dialogare su un
terreno di interessi diversi ma condivisi - zb
federica falchini - insideart.eu - 2015 Siamo ostaggi del nostro
benessere per questo i migranti ci fanno paura
Anche se il prezzo dei sacrifici che pagheremo sarà molto alto,
la solidarietà è l'unica strada per arginare futuri disastri
... ... sembrano spaventosamente imprevedibili
nei loro comportamenti, a differenza delle persone con cui abbiamo a che
fare nella nostra quotidianità e da cui sappiamo cosa aspettarci. Gli
stranieri potrebbero distruggere le cose che ci piacciono e mettere a
repentaglio i nostri modi di vita. Degli stranieri sappiamo troppo poco
per essere in grado di leggere i loro modi di comportarsi, di indovinare
quali sono le loro intenzioni e cosa faranno domani. La nostra ignoranza
su che cosa fare in una situazione che non controlliamo è il maggior
motivo della nostra paura.
wlodek goldkorn - repubblica.it - 2015
Non c’è più una forza in grado di
risolvere i problemi e così non sappiamo quale direzione prendere, siamo
privi di certezze e punti di riferimento.
giornaledibrescia.it - 2015
PROBLEMA IMMIGRATI l'unico modo per uscirne è rinnegare con forza le viscide
sirene della separazione, smantellare le reti dei campi per i
"richiedenti asilo" e far sì che tutte le differenze, le disuguaglianze
e questo alienamento autoimposto tra noi e i migranti si avvicinino, si
concentrino in un contatto giornaliero e sempre più profondo. Con la
speranza che tutto questo provochi una fusione di orizzonti, invece di
una fissione sempre più esasperata ... una
rivoluzione simile presuppone tanti anni di
instabilità e asperità. Anzi, in uno stadio iniziale, potrà
scatenare altre paure e tensioni. Ma, sinceramente, credo che non ci
siano alternative più facili e meno rischiose, e nemmeno soluzioni più
drastiche a questo problema. L'umanità è in crisi.
E l'unica via di uscita da questa crisi catastrofica sarà una nuova
solidarietà tra gli umani.
antonello guerrera - repubblica.it - 2015
.
La paura più temibile è la paura diffusa, sparsa,
indistinta, libera, disancorata, fluttuante, priva di un indirizzo o di
una causa chiari; la paura che ci perseguita senza una ragione, la
minaccia che dovremmo temere e che si intravede ovunque, ma non si
mostra mai chiaramente. 'Paura' è il nome che diamo alla nostra
incertezza, alla nostra ignoranza della minaccia, o di ciò che c'è da
fare .
...
La guerra moderna alle paure umane -
sia essa rivolta contro i disastri di origine naturale o artificiale
- sembra avere come esito la redistribuzione sociale delle paure,
anziché la loro riduzione quantitativa .
...
La comprensione nasce dalla capacità di
gestire . Ciò che non siamo in grado di gestire ci è 'ignoto' e l'
'ignoto' fa paura . La paura è un altro nome che
diamo al nostro essere senza difese . paura liquida
- 2007
.
stiamo passando dall’età
della paura a quella dell’odio? ... Paura e odio
hanno le stesse origini e si nutrono dello stesso cibo: ricordano i
gemelli siamesi condannati a trascorrere tutta la vita in compagnia
reciproca: in molti casi non solo sono nati insieme ma possono solo
morire insieme. La paura deve per forza cercare, inventare e costruire
gli obiettivi su cui scaricare l’odio mentre l’odio ha bisogno della
spaventosità dei suoi obiettivi come ragion d’essere: si rimpallano a
vicenda, possono sopravvivere solo così. francesca paci - lastampa.it - 2016
.
In un mondo inquieto
il turismo è l'unica forma
accettabile, umana, di irrequietezza dentro la globalizzazione: le conseguenze sulle persone
Fuggito nel 1939 con la famiglia in URSS in seguito all’invasione
del suo Paese per sfuggire alla persecuzione contro gli ebrei, si
arruola in un corpo di volontari polacchi per combattere contro i
nazisti.
Finalmente rientrato a Varsavia, cerca di realizzare il suo
sogno di studiare fisica.
Ma davanti alla distruzione della sua terra,
Bauman decide di dedicarsi ai “buchi neri” del Paese e “del big bang
della sua resurrezione” e sceglie così di occuparsi di sociologia.
Oggi, Zygmunt Bauman, considerato il teorico della postmodernità,
insegna Sociologia nelle Università di Leeds e di Varsavia.
Nelle sue
opere si occupa di una serie di temi rilevanti per la società e la
cultura contemporanea: dall’analisi della modernità e postmodernità, al
ruolo degli intellettuali, fino ai più recenti studi sulle
trasformazioni della sfera politica e sociale indotti dalla globalizzazione. prom.it
muore a leeds - regno unito - il 9.1.2017 a 92 anni.
aveva continuato a scrivere sino a qualche mese prima.
.
E dunque non si può imparare ad amare; così come
non si può imparare a morire. Né si può imparare l'elusiva,
inesistente, per quanto ardentemente desiderata arte di
non rimanere impigliati e tenersene alla larga.
A tempo debito l'amore
e la morte
colpiranno.solo
che non abbiamo la benché minima idea di quando tale ora scoccherà .
In qualsiasi momento giunga ti coglierà
impreparato . amore liquido - liquid love
*
il suo 90° compleanno ci ricorda che lei è una sorta
di “secolo breve” incarnato: la sua vita (è nato nel 1925) ci richiama
(quasi) quel 1915-1989 dipinto da Eric Hobsbawm. Lei ha vissuto le
grandi tragedie del Novecento: nazismo, Shoah, Hiroshima, comunismo.
Questi eventi le hanno fatto perdere l’ottimismo verso il genere umano?
Finché vivo spero:
questa è la massima che ho imparato da piccolo. E ancora credo, alla
fine di questo mio “secolo breve”, che finché spero vivo. Ma ammetto che
comunque in questo secolo siamo riusciti a lasciarci alle spalle molti
tipi di miseria umana, ma molti altri misfatti e catastrofi, se non più,
e non meno, tossici, minacciosi e creati dall’uomo li hanno rimpiazzati,
come le leggendarie teste dell’idra che rinascevano subito dopo che ne
veniva tagliata una. Non nego che avrei
preferito finire la mia vita in un mondo meno oscuro e meno ostile verso
gli esseri umani rispetto a quello in cui vivo e, penso, morirò. quindi ne deduco che lei non sia ottimista per il
futuro...
Nonostante
sia un pessimista a breve termine, rimango ottimista sul lungo periodo.
Quando si tratta di lottare per un mondo più luminoso e più amichevole,
la frustrazione per quanto si ama e si spera non è un motivo per
abbandonare questo impegno. Ed essa – come mi ha insegnato la vita –
rimane impotente nel far vincere la rassegnazione fino a quando noi
volontariamente non lo permettiamo. lorenzo fazzini - avvenire.it - 2015
.
la pace potrà essere raggiunta
solo se daremo ai nostri figli le armi del dialogo
se gli insegneremo a lottare per l'incontro
per cooperare insieme
per il negoziato e non per la vittoria
.
Se pensi all'anno prossimo semina il granturco Se pensi ai
prossimi 10 anni pianta un albero Se pensi ai prossimi 100
anni istruisci le persone
zb
La felicità è uno stato mentale
corporeo, che
sentiamo in modo acuto ma che è ineffabile. Una sensazione che non è
possibile condividere con altri.
Ciononostante, la caratteristica principale della felicità è quella di
essere un'apertura di possibilità, in quanto dipende dal punto di vista
con il quale la esperiamo. Nell'antichità la felicità era una ricompensa
per pochi eletti selezionati. In un momento successivo venne concepita
come un diritto universale che spettava a ogni membro della specie
umana. Successivamente, si trasformò in un dovere: sentirsi infelici
provoca senso di colpa. Dunque chi è infelice è costretto, suo malgrado,
a trovare una giustificazione alla propria condizione esistenziale . il paradosso della felicità
La nostra vita
è un'opera d'arte - che lo sappiamo o no, che ci
piaccia o no . La nostra vita è un’opera d’arte – che lo sappiamo
o no, che ci piaccia o no.Per viverla come esige l’arte della vita
dobbiamo – come ogni artista, quale che sia la sua arte – porci delle
sfide difficili (almeno nel momento in cui ce le poniamo) da contrastare
a distanza ravvicinata; dobbiamo scegliere obiettivi che siano (almeno
nel momento in cui li scegliamo) ben oltre la nostra portata, e standard
di eccellenza irritanti per il loro modo ostinato di stare (almeno per
quanto si è visto fino allora) ben al di là di ciò che abbiamo saputo
fare o che avremmo la capacità di fare. Dobbiamo tentare l’impossibile. E possiamo solo sperare – senza poterci
basare su previsioni affidabili e tanto meno certe – di riuscire prima o
poi, con uno sforzo lungo e lancinante, a eguagliare quegli standard e a
raggiungere quegli obiettivi, dimostrandoci così all’altezza della
sfida. L’incertezza è l’habitat naturale della vita umana, sebbene la
speranza di sfuggire ad essa sia il motore delle attività umane.
Sfuggire all’incertezza è un ingrediente fondamentale, o almeno il
tacito presupposto, di qualsiasi immagine composita della felicità. È
per questo che una felicità «autentica, adeguata e totale» sembra
rimanere costantemente a una certa distanza da noi: come un orizzonte
che, come tutti gli orizzonti, si allontana ogni volta che cerchiamo di
avvicinarci a esso.
corriere.it - l'arte della vita
Basta pensare al
cambiamento di valore della parola amico
tra ieri e oggi in
internet per capire come i rapporti siano diventati facili e
superficiali. I nuovi rapporti
vivono di monologo e non di dialogo, si creano e si cancellano
con un clic del mouse, accolti come un momento di libertà
rispetto a tutte le occasioni che offre la vita e il mondo. In
realtà, tanta mancanza d'impegno e la selezione delle persone
come merci in un negozio è solo la ricetta per l'infelicità
reciproca. Una relazione, specie se d'amore, può andare di pari
passo con la felicità, ma mai con la convenienza, che ne fa
qualcosa di superficiale e frustrante, rispetto alla cosa vera
che poi ognuno continua invece a desiderare .
festival della filosofia di modena - 2012
*
Nel dare forma alla nostra vita
siamo la stecca da biliardo
il giocatore o la palla?
Siamo
noi a giocare o è con noi che si gioca
? ZB
- l'arte della vita
.
AL GIORNO D'OGGI OGNI ATTESA OGNI DIFFERIMENTO OGNI RINVIO
SI TRASFORMA IN UNO STIGMA DI INFERIORITA'
vite di scarto -
pag 129
QUESTO UNIVERSO SFUGGE A OGNI
COMPRENSIONE . LE SUE INTENZIONI SONO IGNOTE, I SUOI PROSSIMI
PASSI IMPREVEDIBILI . SE VI È UN PIANO PREORDINATO O UNA LOGICA
NELLA SUA AZIONE, QUESTI SFUGGONO SENZ’ALTRO ALL’UMANA
COMPRENSIONE . E COSÌ IL
TIMORE COSMICO È ANCHE
L’ORRORE DELL’IGNOTO : IL
TERRORE DELL’INCERTEZZA .