pseudonimo di Hossein Sadjadi Ghaemmaghami Farahani
ARAK IRAN 12 DICEMBRE 1954
Il dovere di essere scrittore
ho iniziato a scrivere in olandese a 33 anni, rinunciando alla
lingua fārsī .
per uno scrittore abbandonare la lingua
madre è doloroso, ma sono contento d'averlo fatto .
sono diventato uno scrittore migliore . pordenone - 15.9.2016
Sul suo viso emergono, a prima vista,
i baffi, per quanto sporgono compatti dal profilo, come se il volto
fosse cresciuto intorno e non viceversa. Poi la precisione e la
decisione dei gesti quando parla, come se a ciascuno volesse dare un
preciso significato. La sua abitudine a parlare coi gesti arriva da
lontano, dalla sua esperienza di figlio di sordomuto, riversata in
tutte le sue sfumature nel personaggio di Ismail in 'Scrittura
cuneiforme'...
luciano minerva - rainews24 incontri
Quale può essere la funzione della poesia e
della letteratura di ponte per la costruzione di un mondo ancora con
idee universalistiche e non solo schiacciata dalla globalizzazione?
In questi tempi, in questi tempi difficili e
duri, quando si combatte, quando si è divisi, quando si ha paura
degli stranieri, nel tempo in cui c’è la guerra e il terrorismo, c’è
un solo linguaggio per capirsi gli uni con gli altri, per
raggiungersi, ed è la poesia e la letteratura. Solo con la
letteratura, la poesia e le storie posso raggiungervi e voi potete
capirmi. Devo usare questo come arma, devo usare la poesia come un
carro armato, come un cannone, la poesia è un cannone .
rainews24.it
In gioventù avevo due sogni: diventare uno
scrittore famoso e diventare presidente.
Ma la vita decise sempre
diversamente. Improvvisamente mi sono trovato ad Amsterdam, città di
nebbia, di pioggia e di freddo. Allora ho inforcato la mia bici e
sono andato a scuola. Come ogni emigrato non ho avuto tempo di
aspettare. Nella mia scrittura c’è confluenza tra olandese e
persiano: si tratta di un nuovo olandese. Ho studiato fisica e
matematica e pertanto scrivo con le regole della matematica e con la poesia della
lingua persiana che in nederlandese,
per via del suo carattere piovoso, diventa prosa che contiene
poesia. Noi immigrati abbiamo cambiato i colori dell’Olanda.
L’Italia ha ancora paura, ma non può continuare a vivere di una
bellezza superflua. Ormai la situazione è pronta per una
letteratura ed un cinema fatti anche di altri colori.
bol.it
.
HO COMINCIATO A SCRIVERE IN NEDERLANDESE CON
150 PAROLE.
LO STESSO NUMERO DI PAROLE USATE PER PARLARE CON MIO
PADRE SORDOMUTO E CHE NON SAPEVA LEGGERE.
VOLEVO USARE PAROLE SEMPLICI MA PESANTI. OGNI
PAROLA NE CONTENEVA MOLTE ALTRE.
le piramidi egiziane Sono molto semplici e
molto forti, e ci raccontano una storia molto grande e antica. Ho
provato nello stesso modo a scrivere. In modo semplice ma forte: una
pietra, una pietra, una pietra, per un libro semplice e forte. . insieme cambieremo
l’Europa e questo richiede tempo- i
prossimi cinquanta o cento anni faremo un’Europa molto forte, con
questi cattivi ragazzi che stanno arrivando qui. .
I've fought for freedom. But
for me, freedom can be a nightmare. The Dutch language in my mind is
overflowing the banks of my mother tongue. Sometimes I cry out:
help, bring in the sandbags, the dike of my mother tongue is about
to burst! But I'm the attacker. That's the tragedy of a writer on
the run. I'm a whale who can swim in Dutch waters.
web.uniud.it
.
Kader Abdolah -
scrittore iraniano perseguitato dallo
scià e da Khomeini ed esule in Olanda dal 1988.
Al secolo Hossein Sadjadi Ghaemmaghami
Farahani, ha scelto come pseudonimo la fusione di due nomi –
Kader e Abdolah – che furono di due esponenti dell’opposizione
assassinati dagli ayatollah. Con questo pseudonimo ha scritto
i primi racconti in persiano. In
Olanda ha imparato la lingua e nel ‘93 il debutto con la raccolta di
novelle De adelaars (Le aquile), una panoramica dolorosa sulla
condizione degli esuli.
per lei l’olandese
è la lingua della libertà. ma scrive ancora qualcosa nella sua
lingua natale? Quando scrivo in
olandese non ho limiti di natura culturale, religiosa, politica o
linguistica. La mia penna trasforma la mia immaginazione in realtà.
Purtroppo, in questo momento, non posso scrivere la mia letteratura
in persiano. Potrei comporre migliaia di pagine ma in quelle pagine
non potrei mettere la mia anima. Sarebbe come una bottiglia vuota.
francesca del vecchio - manifesto.it
.
Gli studenti
non possono cambiare le cose, perché non esiste alcun
contatto tra loro e il popolo. Quando ero all’Università volevo
cambiare il mondo, e non funzionò . Gli studenti non possono fare
nulla in Patria, ma sono un termometro . Se oggi gridano il loro
desiderio di libertà, sappiamo che tra vent'anni la otterremo.
Quindi c'è speranza .
lastampa.it
Una volta pensavo che fosse possibile fare tutto
decidere tutto, ma poi ho capito che a volte sono gli altri a
decidere per te. Non avevo alcuna intenzione di studiare il
nederlandese, ma all'improvviso ho dovuto farlo, altrimenti sarei
morto, sia da un punto di vista creativo che spirituale. La vita ha
deciso, e io ho obbedito alla vita .
lastampa.it
cosa pensa oggi dei ragazzi delle
rivolte iraniane ? Penso che siano più saggi
sono più bravi di noi,
hanno una comprensione più profonda . E le donne in particolare hanno
un ruolo importante in Iran nel creare le condizioni per un vero
cambiamento . Noi pensavamo di cambiare il Paese con una rivoluzione,
invece loro non credono in un mezzo di rottura violenta . Hanno
ragione . La rivoluzione non fa che peggiorare le cose. È meglio
procedere passo dopo passo . La nuova generazione l’ha capito e
questa è la grande spinta verso il futuro .
simona maggiorelli - left.it
Dopo il lavoro
prendo la mia bici olandese e percorro
circa trenta chilometri al giorno . Mi serve per
recuperare la freschezza e per potermi reimmergere nella lingua
olandese il giorno dopo .
I miei personaggi sono un po’ malinconici e anche io lo sono, ma
sono anche un tipo tosto, un tipo da maratone ! sara cabitta -
mangialibri.com/intervista
- premio lattes grinzane 2021
Scrivere in clandestinità è scrivere sul
crinale fra la vita e la morte
Scrivi per far vedere che non hai paura del dittatore
che usa la violenza
contro di te
che tortura i tuoi
amici e distrugge le tue parole
Combatti usando la penna invece che le armi
.
Il pallone e la stella
- racconto inedito Se sono uno che gioca a calcio ?
No . Cioè, sì, qualche minuto all’anno lastampa.it/il-pallone-e-la-stella
- 2021
.
il faraone d'olanda Dal cantastorie iraniano-olandese Kader
Abdolah, un romanzo di humor e poesia sugli dèi egizi e i
coccodrilli del Nilo, sull'amicizia e sul senso del ritorno a casa. L'egittologo olandese Herman Raven sta
perdendo la memoria. Di una vita intera scandita da grandi imprese
archeologiche ricorda solo un segreto: nella sua cantina, decorata
ad arte come una tomba faraonica, nasconde un antico e inestimabile
sarcofago, contenente la mummia della regina Merneith, che fu
l'eletta di Thoth, il dio egizio della scrittura
e della sapienza. Da anni Herman se ne prende cura amorevolmente
insieme all'amico Abdolkarim, figlio di un restauratore di libri
antichi del Cairo ed ex operaio in una ditta di lavatrici all'Aia,
che nella sua casetta olandese sul canale ha ricreato un tipico orto
del Nilo. Ma tutto ha una fine, «tutto torna al luogo da dove è
venuto», così Abdolkarim desidera ora tornare «a casa», e se
riuscirà a riportare in Egitto anche la regina Merneith potrà dare
un senso e un valore al suo destino di emigrato, senza sentirsi
sconfitto. È questa la missione che i due vecchi idealisti,
minacciati in sogno dai coccodrilli del Nilo, devono compiere a ogni
costo prima di morire, sfidando le autorità, chi vorrebbe trarre
profitto dal prezioso reperto e chi lo considera un falso, una folle
invenzione, il capriccio infantile di due confuse menti senili. Del
resto qual è la verità quando la memoria ci tradisce? E conta di più
la realtà o una fantasia che dia luce e scopo ai nostri giorni? Da
rifugiato che non sa se potrà mai rivedere la sua terra d'origine,
Kader Abdolah racconta attraverso le avventure di due eroi al
crepuscolo della vita una storia piena di humor e nostalgia sul
diritto al «ritorno» – ritorno alla libertà dell'infanzia, ritorno
alle proprie radici – per portare a compimento un'esistenza.
ibs - 2022 Ci sono milioni
di persone che vengono in Europa
in cerca di lavoro, di una casa, di pane da
mangiare, ma tutti vogliono tornare a casa, alle proprie radici.
Anch'io sto invecchiando e pensando a cosa ho fatto nella mia vita.
Fuggire è stato giusto e cambiare lingua in cui scrivevo corretto ?
È stato giusto lasciare che morisse mio padre senza essere presente.
Sono un piccolo scrittore, mille anni prima di me Omero ha scritto
l'Odissea. Dopo essere diventato eroe
Ulisse voleva tornare a casa.
Mia madre, che ha la stessa età che aveva la Regina Elisabetta, non
vuole morire prima che io torni a casa. Con la scrittura
potrò raccontare il rientro in Iran e salutare mia madre.
La letteratura è l'unico modo . -AK intervista -
redazione ansa - 10.9.2022
IL SENTIERO DELLE BABBUCCE GIALLE- FINALISTA PREMIO LATTES GRINZANE 2021 Sultan Farahangi, famoso
cineasta iraniano rifugiato in una fattoria della campagna olandese,
si immerge nei ricordi per riannodare i fili della sua avventurosa
esistenza e raccontarla in una catena di storie seguendo le orme di
Sherazade. Un viaggio nella memoria che come d'incanto ci trasporta
nell'antica città di Arak, divisa fra tradizioni secolari e la
forzata modernizzazione a stelle e strisce con cui lo scià, nel
secondo dopoguerra, importa la gomma da masticare e il seducente
mondo del cinema. Figlio di una nobile famiglia di commercianti di
zafferano e cresciuto in un castello fiabesco, tra gli spiriti
tutelari del nonno, le lotte femministe della cugina Akram jun e
l'amicizia del feroce bandito Hushang Braccio Mozzo, Sultan comincia
a osservare il mondo fuori con il cannocchiale dell'alta torre dove
ama rifugiarsi. Scopre così quella vocazione che lo condurrà alla
scuola di cinema di Teheran e poi a intrecciare il suo destino con
quello della regina Farah Diba e dell'ayatollah Khomeini, a
interrogarsi sulla libertà dell'arte e sull'etica del sacrificio per
una causa, a subire il carcere politico e a trovare la via di fuga
per la vita in Europa. Fondendo realtà, mito e fiaba orientale con
raffinatissima grazia poetica, Kader Abdolah rievoca l'antica Persia
e i mutamenti che l'hanno travolta in un romanzo di formazione che è
in realtà un viaggio interiore alla ricerca di sé, delle proprie
radici di uomo e di artista. Il percorso pieno di nostalgia di un
migrante d'eccezione per mappare i sentieri che la vita gli ha
offerto e ricomporre attraverso la letteratura il disegno di
un'esistenza destinata a farsi ponte tra due mondi. libraccio.it - iperborea - feltrinelli - 2020 . Benvenuto, Pappagallo ! Tu, nella tua bella veste con il
colletto come fuoco . Rompi la testa di Namrud e sii
l’amico di Abramo . Quando ti sarai liberato dalle
mani di Namrud, indossa il tuo manto di gloria e non temere il
colletto di fuoco . Oh, Pernice ! Tu che passeggi con tanta
condiscendenza e sei contenta quando voli sulle montagne del sapere
divino. Alzati in volo con gioia e rifletti sui vantaggi della Via.
Umilia le montagne dei tuoi desideri personali così che il cammello
possa uscire . Benvenuto, Astore ! Tu, dalla vista penetrante, per
quanto ancora vuoi essere così violento e passionale? Afferra con i
tuoi artigli la lettera dell’amore eterno, ma non spezzare il
sigillo fino all’eternità. Unisci il tuo spirito alla ragione, vieni
con noi e stabilisci la tua dimora nella spelonca dell’unità. Chi
vola in testa e chi vola in coda, formiamo tutti una cosa sola . Oh, Quaglia ! Quando senti la mancanza
d’amore nel tuo animo, il tuo corpo mostra desiderio. Abbine
rigetto, consuma il tuo corpo di desiderio come l’asino di Cristo,
poi, come il Messia, libera te stessa con l’amore per il tuo re. E
vieni con noi . ...
Scrivere in
un'altra lingua dà allo scrittore un'enorme libertà, ma con
il suo approccio Sultan è andato oltre . I suoi
quaderni sono ora sulla mia scrivania e nel frattempo ne ho ricavato
un mucchio di appunti miei . All'inizio pensavo
che i suoi fossero stati raccolti in modo libero e disconnesso, ma
quando mi ci sono addentrato ho scoperto una serie di linee
invisibili che univano il tutto . Quelle linee
sono i sentieri su cui la vita l'ha portato di volta in volta. E io
ho intenzione di seguirli .
... Mi chiamo Sultan
e vivo da molto tempo ormai con il mio cane in una vecchia fattoria
fuori Delft, un’antica città storica dove dal 1572 ha risieduto il
principe d’Orange, padre della patria, e dove è stato assassinato
nel 1584. Avere un cane è inusuale nella mia cultura, ma
faceva parte della fattoria e l’ho tenuto . Si chiama
Gorghi, il nome gliel’ho dato io e significa lupo .
Come e perché gli abbia dato un nome persiano lo spiegherò più
avanti . tolinoreader.ibs.it
- iperborea ed. - 2020
... flussi migratori in europa di
rifugiati in fuga dai conflitti in medio oriente ... la sua idea a
riguardo?
L’Europa non può fare nulla, il mondo non è in grado di cambiare
questa situazione . È la Storia, e la Storia sta
facendo il suo corso . Vedremo cosa otterremo .
Bisogna lasciare che succeda .
-ak
Uno scià alla corte d’Europa
- salam europa ! un metaromanzo dalla duplice narrazione:
quella di uno studioso orientalista esule all’estero che ritrova
l’antico diario di viaggio in Europa dello scià e quella
dell’esplorazione del sovrano in terra europea. Il romanzo
ripercorre le tappe di questa spedizione ma anche le fasi di
scrittura della storia attraverso il racconto di due epoche e di
due culture. francesca del
vecchio - manifesto.it - 2018 Il nuovo romanzo
del grande narratore iraniano Kader Abdolah ispirato al viaggio
dello scià Nadir attraverso l’Europa del XIX secolo. Un racconto
senza tempo sulla curiosità dell’essere umano e sul suo
interesse verso l’altro. Orientalista all’Università di Amsterdam,
Seyed Jamal ritrova il diario di viaggio di uno scià che a fine
’800 lascia la Persia e con un infinito stuolo di principi,
funzionari e mogli dell’harem intraprende il suo Grand Tour alla
scoperta dell’Europa. Armato di curiosità e ironia, Seyed si
unisce alla carovana del re e come una moderna Sherazade,
fondendo realtà storica e fiaba orientale, narra le mille e
un’avventura di questo viaggiatore d’eccezione, despota crudele
e ingenuo, colto e infantile, facile preda del Grande Gioco
europeo per il controllo del Medioriente, sovrano di un regno
millenario e retrogrado a confronto con il progresso vorticoso
che cambierà il mondo e plasmerà il nostro presente. Accolto
come un vecchio amico dagli zar e dalla regina Vittoria, con cui
condivide la via del tramonto in un decadente rituale di corte,
lo scià attraversa la Germania di Bismarck e la Francia
repubblicana, incontra Tolstoj, il padre di Stalin, Debussy e
Monet, testa l’aspirina della Bayer e sperimenta le scoperte di
Siemens e di Pasteur, capisce la portata rivoluzionaria della
catena di montaggio e delle industrie inglesi, e assiste
impotente alla ribellione di Banu, sua moglie prediletta, che ha
letto, pensato e sognato troppo per non cercare in questo
viaggio una fuga verso la libertà. Ma lo smarrimento dello scià
di fronte al formarsi dell’Europa moderna si riflette in quello
di Seyed per la crisi dell’Europa attuale, dove la Storia, con
la stessa inesorabilità, lungo lo stesso tragitto seguito dal re
persiano, conduce ondate di profughi intrecciando sempre più i
destini di Oriente e Occidente, e dove uno scrittore rifugiato
come Kader Abdolah, che con la «magia dell’immigrazione» si è
ricostruito un’identità, cerca nella letteratura nuovi territori
di incontro. iperborea.com per scrivere il suo
romanzo ha utilizzato un’antica forma orientale di racconto:
l’hekayat. che cos’è? e perché lo ha scelto? È uno dei primi e più antichi modi di
narrare dell'intera tradizione persiana. Questo tipo di
narrazione era originariamente orale, più antico dell'invenzione
della penna e della carta. L'hekayat è una
storia in un'altra storia,
a sua volta raccolta in un'altra storia: una catena di incontri
e racconti. Quando stavo scrivendo questo libro avevo
tanti personaggi e innumerevoli piccole storie e incontri a cui
dare spazio. Mi serviva quindi una forma di narrazione che mi
permettesse di raccontare tutte queste storie. Così,
improvvisamente, ho pensato a uno
storytelling sul modello di Le
mille e una notte e il risultato è questo romanzo, costruito
proprio nella stessa maniera .
andrea bressa - panorama - 2018 PRESENTATO AL SALONE DEL
LIBRO TORINO 2018
Un pappagallo volò
sull'Ijssel
Lungo le placide sponde del fiume IJssel, quattro paesini
dell'Olanda profonda si ritrovano ad accogliere un gruppo di
rifugiati. Provenienti da diversi angoli del Medioriente ma uniti
dalla comune cultura islamica, sono i primi stranieri ad arrivare
negli anni '80 in questi centri di rigorosa tradizione protestante,
incontrando la spontanea solidarietà dei locali e un nuovo mondo che
li obbliga a interrogarsi sulla propria identità. Dall'affascinante
Memed, che allaccia una difficile relazione con un'olandese,
all'interprete Lina, che si adopera per l'integrazione fino a essere
eletta in Parlamento, a Khalid, discendente da una famiglia di
miniatori del Corano, che si fa strada come restauratore museale e
"pittore di gay". Dai fieri "dodici anziani" che tengono vive le
antiche radici, alla ribelle Pari, che lascia il marito, studia
l'olandese e comincia a scrivere per un giornale, pagando a caro
prezzo la propria emancipazione. Ma le nuove ondate di profughi e
populismi, l'11 settembre e l'omicidio di Theo van Gogh rompono i
loro precari equilibri. In un imponente
romanzo corale Kader Abdolah racconta dall'interno, con gli occhi
degli immigrati, l'Olanda della proverbiale tolleranza che degenera
in contrapposti radicalismi. E trasportando nell'Europa di oggi la
poesia delle fiabe persiane, affida al pappagallo di una vecchia
guaritrice olandese il ruolo di testimone delle umane vicende e
mediatore, attraverso la letteratura, tra Oriente e Occidente.
amazon Kader Abdolah per la sua opposizione a
Khomeini fu costretto a lasciare il suo Iran natale, fece tappa in
Turchia per poi chiedere asilo politico in Olanda, dove si è
impossessato della lingua ed è diventato uno degli scrittori più
apprezzati del paese. In Un pappagallo volò sull’Ijssel affronta i
temi dell’immigrazione e dell’integrazione. I personaggi devono fare
i conti con l’emancipazione delle donne e degli omosessuali,
l’undici settembre, gli omicidi politici e l’emersione del populismo
islamofobico. Le nubi si addensano nelle pagine finali, ma il
romanzo si chiude comunque su una visione euforica e paradisiaca. internazionale.it - 2016
PRESENTATO A MILANO DALL'AUTORE - 2016
The King - De koning - IL RE- 2012 Kader Abdolah’s book The King places him in a
tradition that goes back centuries, the tradition of great
storytellers with their tales and legends about the illustrious
rulers of Persia. There is a particular reason for his choice of
material: his great-great-grandfather, Mirza Kabir, was the vizier
of Shah Naser, who ruled at the turn of the nineteenth century. nlpvf.nl
About the book Abdolah is
best-known for his international bestseller THE HOUSE OF THE MOSQUE,
in which he explored the way in which the people of Iran coped with
the changes of the second half of the 20th century. In his new
historical novel, THE KING, he explores how Persia opened its doors
to the West. THE KING begins in 1848, when Nasser al-Din
Shah ascended to the Persian throne, and runs until 1896 when he was
murdered.
Nasser al-Din Shah (1831-1896) was a born diplomat. In the mid-19th
century, it was he who opened up Persia to outside influences.
During his reign he promoted technological and educational
innovations, such as a postal system, banks, railways and newspapers.
He admired the European arts and made it possible for many Persian
students to study abroad.
Nasser al-Din Shah not only opened Persia’s doors to Europe, he was
also the very first shah to travel through Europe. Through his story
this novel brings to life the interaction between Europe and Persia
over a century ago. There are also references to present-day
relations. degeus.nl When
I write, I think of the people in Iran who fight against
dictatorship. When I write I am on the frontline, in the vanguard
against dictatorship. My books can be seen as literature, but they
are also the true fight against the ayatollahs. After
22 years I am no longer able to write in Persian. I can’t put my
soul into it. I can only produce literature in Dutch. It’s painful,
but that’s the turn my life has taken
- ka
rnw.nl
Ho lasciato morti dietro di me, i miei compagni di lotta sono in
carcere o sono sepolti in qualche cimitero, mentre io vengo ricevuto
ovunque come un re. Ho un obbligo verso di loro e devo onorarlo, o
la mia fuga sarà una sconfitta.
La letteratura è la sola che
può cambiare il mondo - lo ha sempre fatto e gli scrittori sono più
importanti dei presidenti.
Il potere è sempre il potere e se a volte è positivo spesso diventa
pericoloso. Ma come scrittore puoi dare il potere ai tuoi lettori. tmnews - 2012
Ho lasciato morti dietro di me,
i miei compagni di lotta sono in carcere o sepolti in qualche
cimitero, mentre io vengo ricevuto ovunque come un re". Come i
precedenti romanzi di Kader Abdolah, anche "Il re" è frutto di una
febbrile urgenza di scrivere, di un dovere etico della memoria.
Siamo nella Persia a cavallo tra Otto e Novecento, al centro del
Grande Gioco tra Russia, Francia e Inghilterra per il dominio
asiatico. Ma è anche l'alba della globalizzazione, una brezza
incessante spazza via tradizioni millenarie per portare modernità e
profondi cambiamenti. Debole, ostinato, vendicativo, più interessato
alle duecentotrenta donne del suo harem e alla gatta Sharmin che ai
problemi dell'Iran, lo scià Naser non sa intercettare gli snodi
cruciali della storia, ma proprio per questo mantiene il fascino
umano del perdente legato a un mondo che scompare. A lui si
contrappone il visir Mirza Kabir trisavolo dell'autore - che lotta
invece per un futuro di progresso, sognando la costruzione di
scuole, fabbriche, ferrovie, ospedali e il diffondersi dei vaccini.
Con "Il re" si ritrova l'Abdolah de "La Casa della Moschea", il
cantastorie affabulatore che rievoca profumi e atmosfere da mille e
una notte, ma soprattutto un interprete del suo tempo, capace di
cogliere il parallelo tra l'arrivo del telegrafo nella Persia di
Naser e quello di internet nell'Iran di oggi. ibs -
chiassoletteraria.ch - 2013
lo scrittore alla libreria lirus di
milano - maggio 2013
e Chiasso Letteraria - Festival internazionale
di letteratura - 2013
.
IL CORVO -
Nei racconti della tradizione persiana c’è sempre un corvo che
vola in cielo - come
un messaggero, un testimone, depositario di quel patrimonio di
storia e cultura che Kader Abdolah porta fino a noi. In questo
romanzo d’ispirazione autobiografica, il rifugiato irani ano Refid
Foaq narra il lungo viaggio della sua vita: dalla falegnameria del
padre, fervente musulmano, dove cresce il suo spirito curioso e
ribelle, a Teheran, dove giovane universitario entra nella
resistenza contro gli ayatollah e dopo mille avventure viene salvato
in extremis dalla giovane che diventerà sua moglie, alla fuga,
l’approdo in Olanda e la scommessa di una nuova identità, che
concili passato e presente, l’operaio alla catena di montaggio e
l’aspirante scrittore deciso a realizzare con la nuova lingua,
quella della libertà, l’antica vocazione letteraria. Una lingua che
si arricchisce di colore e ispirazione nell’incontro tra Oriente e
Occidente, e in cui l’avventura di una vita diventa quella di un
intero popolo di migranti sospeso tra due mondi, che trova
nell’apertura e nello scambio la via per dare nuovi orizzonti alle
proprie radici. iperborea.com
Evidente l'ispirazione autobiografica del romanzo, il cui
titolo rimanda al corvo che costantemente compare nei racconti della tradizione
persiana con un ruolo di messaggero e testimone, che punta su una lingua che si
arricchisce di colore e ispirazione nell'incontro tra Oriente e Occidente, e in
cui l'avven tura di una vita diventa quella di un intero popolo di migranti
sospeso tra due mondi, che trova nell'apertura e nello scambio la via per dare
nuovi orizzonti alle proprie radici.
adnkronos
non è solo la storia di
Refid Foaq alias Kader Abdolah. Ogni pagina del
suo travagliato viaggio verso una destinazione ignota ci fa pensare alle
tragedie dei barconi carichi di migranti di cui abbiamo letto di recente, a vite
di cui non sappiamo nulla, ad ambizioni stroncate, ad umiliazioni inghiottite,
ad una volontà di andare avanti ad ogni costo e nonostante tutto. marilia piccone -
wuz.it
IPERBOREA CASA EDITRICE COMUNICA CHE lo scrittore
rinuncia ai diritti d'autore sulle 10.000 copie CHE VERRANNO stampate. giornata mondiale del libro - 2015
Da secoli la famiglia di Aga Jan, ricco mercante di tappeti e capo
del bazar, ha legato i suoi destini alla moschea di Senjan, nel
cuore della Persia. La dimora adiacente alla moschea è pervasa da
miti e antiche tradizioni, immagine armoniosa di una società che sta
per essere attraversata dagli sconvolgimenti del presente, come fa
presagire la massa di formiche che invade il cortile della casa
nell'incipit DEL ROMANZo . Il piccolo centro religioso di Senjan
rischia di rimanere lontano sia dalla modernizzazione
filo-occidentale imposta dallo scià che dall'intransigente reazione
oscurantista che si prepara nella roccaforte degli ayatollah di Qom.
Proprio da Qom arriva un giorno il giovane imam Ghalghal, per
prendere in moglie Seddiq, figlia dell'imam Alsaberi e, quando
questi muore accidentalmente sarà lui a sostituirlo. Se dapprima
sembra che la moschea abbia finalmente trovato una guida forte,
all'entusiasmo succede presto lo sgomento: le sue parole si fanno
sempre più arroganti e tentano di sfociare nell'azione violenta,
quando Farah Diba, moglie dello scià e immagine dell'emancipazione
femminile, arriva in città per inaugurare un cinema e si trova
assediata da una folla sobillata da Ghalghal, che dopo la mancata
sommossa, sfugge alla polizia e raggiunge Khomeini per preparare la
rivoluzione dall'esilio. Sospesa tra un mitico passato e un
drammatico presente, IL ROMANZo è un cuore pulsante di vite e di
storia, da cui si osservano gli eventi che cambieranno il volto
dell'Iran.
ibs Era una
grande casa, con trentacinque stanze. Lì, per secoli, famiglie dello
stesso sangue avevano vissuto al servizio della moschea. Ogni stanza
aveva una funzione e un nome corrispondente a quella funzione, come
la stanza della cupola, la stanza dell'oppio, la stanza dei
racconti, la stanza dei tappeti, la stanza dei malati, la stanza
delle nonne, la biblioteca e la stanza del corvo . iperborea casa editrice
Scrittura
cuneiforme
La Storia dei potenti si intreccia
con la vita semplice, spesso sofferta, sempre intensa, degli umili,
l’amore di Ismail, carico di nostalgia, per la patria con quello
intimo e dolente per il padre, gli ideali di giustizia e libertà con
l’impegno a parlare per chi non può più farlo. E ancora una volta,
l’incontro tra Persia e occidente, tra impervie montagne iraniane e
dune olandesi, tra poesia, icastica e lieve, e una lingua sobria ed
essenziale, intesse motivi inattesi e preziosi, figure mitiche e
fiabesche nella trama della nostra cultura.
zam.it
www.festivaletteratura.it
si j'avais eu un autre père je n'aurais
peut-être pas éprouvé le besoin d'entrer en contact avec ce
mouvement ou je ne serais pas allé si loin. aussi au fond des choses.
Être le fils d'un tel père m'amenait me conduisait me poussait dans
cette direction. C'était ainsi.
Nous devions chacun
adapter notre pas à celui de l'autre.
cunéiforme - pag.208
Scrivo con i piedi in Olanda e la testa nella mia terra ... La
fuga non è altro che il ritorno al luogo da cui sei fuggito.
In questo momento sono
seduto alla mia scrivania nel sottotetto e guardo fuori dalla
finestra. Tutto è nuovo qui, il terreno odora ancora di pesce, gli
alberi sono giovani, i nidi degli uccelli sono fatti di ramoscelli
teneri, non esistono parole antiche, antiche storie d’amore, né
l’odio di antiche liti. Negli appunti di mio padre, invece, tutto è
antico, le montagne, il pozzo, la grotta, la scrittura cuneiforme,
persino la ferrovia, e per questo non oso metter mano alla penna.
Non penso che si possa scrivere UN ROMANZo su questa terra nuova
-
scrittura
cuneiforme
l’incontro tra Persia e occidente,
tra impervie montagne iraniane e dune olandesi, tra poesia, icastica
e lieve, e una lingua sobria ed essenziale, intesse motivi inattesi
e preziosi, figure mitiche e fiabesche nella trama della nostra
cultura.
www.365bookmark.it
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Ritratti e un vecchio sogno - rinascita dell'afrikaans
all'Olanda e alla Persia si aggiunge un nuovo scenario, il Sud
Africa, strettamente congiunto con la nuova vita dell'esule
iraniano, che questa volta nella finzione letteraria si chiama Davud
ed è un giornalista trasferitosi per motivi politici nei Paesi
Bassi. Senza questa seconda parte della sua esistenza, che lo ha
costretto a familiarizzare con il nederlandese (inteso come
espressione di una nuova identità), il viaggio nel Paese del
post-apartheid avrebbe assunto un diverso significato.
O meglio, sarebbe stato privo della profonda fascinazione per
l'afrikaans, l'olandese dei coloni di un tempo, «che aveva accolto
il colore e lo spirito dell'Africa». Lingua che Davud riesce a
capire e che lo sorprende per la sua tenace vitalità. Quando visita
a Città del Capo la prima fortezza coloniale olandese, del '600,
osserva come gli uomini fossero ormai scomparsi, il loro castello
invecchiato, la lingua invece si era rinnovata. liberta.it
studentskazalozba.si
Il viaggio delle bottiglie
vuote "Le gocce di pioggia picchiettavano ora distintamente sulle
bottiglie vuote. Le bottiglie erano sull'erba ai miei piedi, ma io
sentivo un ticchettio, un ticchettio di gocce alle mie spalle. Mi
girai. Vidi un mucchio di bottiglie vuote, allineate una accanto
all'altra nel buio. Sul punto di partire. Per cominciare il loro
viaggio. Il viaggio delle bottiglie vuote."
cafeletterario.it
Non si fugge mai da qualcosa
si torna sempre indietro. Andare via non esiste Tornare sì. Si
vola lontano, si vola in alto, ma si ricade sempre sul luogo dal
quale si è partiti. benché fosse la legge della fuga non volevo
cadere nello stesso posto. Volevo crescere....
Una volta nessuno sapeva leggere e
scrivere. La carta non esisteva ancora. Per questo il re
ordinò che la sua parola fosse scolpita sulla parete di questa
grotta. Tutti gli stranieri che vengono quassù a dorso di mulo lo
fanno per leggere questa storia del re. Prendi il quaderno e la
penna
viaggio delle bottiglie vuote
BIO
Kader Abdolah
born 1954 in
Iran studied
physics in Tehran and was active in the student resistance. He
published two novels about life under the Khomeini regime before
fleeing his homeland in 1985. At the invitation of the United
Nations, he arrived in the Netherlands as a political refugee in
1988. He quickly mastered the language and has now written and
published four books: The Eagles 1993, a collection of short
stories which won an award for bestselling literary debut; The Girls
and the Partisans 1995; The Journey of the Empty Bottles 1997;
and Cuneiform 2000. In 1997, Abdolah received the Dutch Media
Prize for his collected columns from De Volkskrant.
wordswithoutborders.org
Kader Abdolah ha pubblicato due libri nel suo paese prima di
essere costretto all’esilio.
festivaletteratura.it
Kader Abdolah - Arak Iran 12
dicembre 1954 È nato da una
famiglia che vanta tra i suoi antenati un trisavolo poeta ed
eminente uomo politico, assassinato dallo scià Naser nel 1875.
Studia fisica all’Università di Teheran, dove entra nel movimento di
resistenza. Perseguitato dapprima dal regime dello scià Reza Pahlavi
e poi da quello di Khomeini, nel 1985 è costretto a fuggire, prima
in Turchia e poi in Olanda, dove nel 1988 ottiene asilo politico.
Dopo due libri pubblicati in patria, pubblica nel 1993 i primi
racconti in nederlandese, lingua imparata essenzialmente da
autodidatta.
Si affermerà in seguito come una delle voci più insolite e intense
della letteratura olandese contemporanea, figurando costantemente
nella lista dei bestseller. www.chiassoletteraria.ch
Dopo aver pubblicato due raccolte di racconti, adottando come
pseudonimo i nomi di due esponenti
dell'opposizione, Kader e Abdolah, assassinati dal regime
iraniano degli ayatollah, le autorità scoprono in lui un membro
attivo dell'opposizione, una circostanza che lo costringe ad
abbandonare il suo paese nel 1985,
insieme alla moglie, per trasferirsi in Turchia. Vi rimane tre anni,
fino a quando entra in contatto ad Ankara con una delegazione
olandese delle Nazioni Unite.Decide così di
rifugiarsi nei Paesi Bassi dove ottiene lo status di rifugiato
politico.
ospite a pordenonelegge e salone del libro torino - 2021
PRESENTE AL FESTIVALETTERATURA MANTOVA - IO SONO
DIVENTATO LA SCRITTURA - 2022
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best seller 2008 - Corano
- MESSAGGERO IN VETTA ALLE CLASSIFICHE... moderna
traduzione in olandese del Corano di Kader Abdolah che vive a
Breda, una cittadina nel sud dell'Olanda. Il Sacro Libro dell'Islam
viene venduto in coppia insieme al volume 'De Boodschapper'
- il
messaggero - sulla vita del Profeta Maometto ... successo
inaspettato ... Il traduttore ha fatto parlare di se' anche perche'
ha deciso di regalare alla regina Beatrice d'Olanda la prima copia
dell'opera ...
per migliorare la comprensione interculturale
... il comandante del corpo di polizia di Amsterdam-Amstelland ha
annunciato che i suoi agenti potranno comprare a meta' prezzo la
traduzione, a coprire la differenza ci pensera' lui.
Abdolah ha impiegato oltre due anni per il
lavoro, ha tradotto direttamente dall'arabo classico una vecchia
copia di proprieta' del padre, con l'ausilio di quattro versioni in
persiano e cinque olandesi. Non basta, Abdolah ha anche consultato
un'opera medievale di interpretazione del testo dell'esperto
coranico Tabani. In caso di disperazione, ha raccontato, si e'
rivolto al suo vecchio zio ultranovantenne che vive in Iran.
aduc immigrazione - ilgiornale.it
- wuz.it
lei ha recentemente pubblicato una sua versione del
Corano. Che cosa l'ha spinta a tradurlo? Ho sempre pensato che il Corano fosse il
libro di mio padre, un libro di precetti, un libro pericoloso. Anche
per questa ragione, quando abitavo in Iran non l'ho mai letto. Poi,
una volta giunto in Italia, ho iniziato a sentirmi dire "Kader, hai
mai letto il tuo libro?" e io sempre, a mia volta, domandavo: "quale
libro?". La risposta era ogni volta la stessa: "ma tuo libro, il
Corano, leggilo!" Così ho deciso di leggerlo, e poi ancora e poi
ancora. Non per me stesso, forse, ma per gli olandesi e per gli
europei che mi chiedevano di condurli per mano nei giardini del
Corano. E quindi ho scritto un "polder Corano", aperto alla storia e
alle sue contaminazioni. Se oggi si usa politicamente il Corano come
un libro di regole e precetti per creare uno Stato allora avrai
l'Afghanistan o l'Iran degli Ayatollah. Ma il Corano è anche un
bellissimo libro antico, un capolavoro letterario, un libro di
poesia, un testo sacro che unisce la migliore poesia della Bibbia e
quella della Torah. Per questo l’ho tradotto e per questo ho scritto
Il messaggero, per mostrare questo bellissimo libro agli Europei,
agli olandesi, a voi italiani. Ho voluto raccontare il bello della
mia cultura e della mia religione. Il Corano è un libro che va letto
senza pensare ai precetti, magari con in mano un bicchiere di
buonissimo vino rosso, lasciandosi trasportare. lei ha paura? No, non ho paura. Non sono religioso, non
sono ateo, amo il buon cibo e il buon vino, ma rispetto l’altro e ho
fede nell’uomo. Sono inoltre
profondamente convinto che se una cosa è fatta con amore, non può
esserci paura. Io ho letto il Corano con amore, non con odio e nel
Corano ho trovato amore, non odio. Lo ripeto, chi fa le cose con
amore non deve, non può lasciare spazio alla paura.
marco dotti - vita.it - 2014
IL MESSAGGERO
Dopo aver raccolto nel Corano le rivelazioni di Allah a Maometto, Zayd, figlio adottivo e cronista del Messaggero, sente l'urgenza di
consegnare ai posteri la storia della sua vita. Perché "non si può
capire il Corano se non si capisce Mohammad: un sognatore, un
gaudente, un amante delle donne e della vita", ma soprattutto "un
uomo curioso". Zayd parte alla ricerca di testimoni del suo tempo -
mercanti, poeti, studiosi, nemici o familiari del suo signore - cui
cede la parola per ripercorrere la vicenda del profeta e condottiero
che ha cambiato la storia. Dagli anni delle sue prime spedizioni
come carovaniere, dei suoi primi contatti con la civiltà persiana,
egiziana e bizantina, ai giorni della ricerca di una risposta al
mistero del creato e di un riscatto del suo popolo
dall'arretratezza. Prende forma così un ritratto composito e
affascinante di Maometto, che restituisce tutti i suoi sentimenti e
tutta la sua umanità: un profondo senso religioso convive con gusti
libertini, la pazienza con l'ira, la mistica con un mondano cinismo.
Ma, attenzione, avverte l'autore, che si conferma acuto testimone
del suo tempo e costruttore di ponti tra culture: questo è un
racconto, una personalissima ed eterodossa reinvenzione letteraria.
Perché Kader Abdolah mescola storia e immaginazione, cronaca e
poesia, nella consapevolezza della complessità di un'avventura
umana, religiosa e politica che l'Occidente non può eludere, e a cui
ci si può avvicinare anche con la sagace leggerezza di una storia
romanzata.
ibs
CORANO - il libro di cui in Occidente oggi si parla di più
su cui tutti intervengono e che nessuno o quasi conosce
ak
Se fossi arrivato 30 anni fa non
sarebbe stato possibile cambiare la mia lingua e gli olandesi non
avrebbero avuto bisogno di un Kader Abdolah . Ma vent’anni fa
milioni di persone sono arrivate in Europa dal resto del mondo e con
loro anche la paura di ciò che non si conosce . ilgiornale.it
Sono caduto improvvisamente dalle alte montagne della Persia sulla
fredda, umida terra d'Olanda, a imparare una lingua fredda e umida .
Non aveva ritmo, non aveva musica, era piatta come il Paese .
Ma dovevo conquistarla, altrimenti non sarei sopravvissuto : e
allora divenne bella, divenne la mia casa . Ora vivo in
questa lingua .